Lockout NBA: nuova offerta per giocare 72 partite

Altre 11 ore di incontro ma ancora niente accordo. Il lockout continua a tenere bloccata la National Basketball Association ma forse questa volta siamo giunti veramente alle battute finali della serrata perchè Proprietari e Giocatori sembrano aver messo da parte un po’ di orgoglio, facendo dei passi gli uni verso gli altri per chiudere un accordo e ricominciare a giocare.
L’ultima offerta presentata dal Commissioner David Stern, che guida le fila dei proprietari, farebbe partire il campionato, in caso venisse accettata dal sindacato capeggiato da Derek Fisher, il 15 dicembre e avrebbe una durata di 72 partite (10 in meno delle 82 canoniche) e l’inizio delle Finals verrebbero spostate di una settimana. Nella nottata un giornalista aveva scritto su twitter che l’accordo sarebbe stato raggiunto, ma tutti gli altri insider sono insorti smentendo immediatamente il “collega” e gettando acqua gelata sui tifosi che si erano illusi.

Al meeting erano presenti tutti i più alti vertici, sintomo che la giornata sembrava essere promettente olte che molto importante; il sindacato aveva quasi tutto il suo comitato esecutivo, con Fisher e Hunter affiancati da giocatori come Chris Paul, Maurice Evans, Roger Mason Jr., Keyon Dooling, Theo Ratliff, Etan Thomas, Matt Bonner, dagli avvocati Jeffrey Kessler e Ron Klempner, e dall’economista Kevin Murphy. I proprietari invece erano gli stessi del precedente incontro, cioè Stern, il vice commissario Adam Silver, il proprietario degli Spurs Peter Holt e gli avvocati Rick Buchanan e Dan Rube.

L’offerta sembra essere comunque molto simile a quella presentata precedentemente: circa 50-50 per quanto riguarda il BRI, ma sono state fatte alcune concessioni ai giocatori sulle eccezioni inserite qualche giorno fa, ovvero la “mini” midlevel exception per le squadre già sopra la luxury tax sarebbe di 3 anni a 3 milioni e non 2 anni a 2.5 milioni com’era stato proposto da Stern.

Il commissioner è apparso abbastanza disteso all’uscita dal meeting:

“Io non pretendo di spiegare al sindacato cosa dovrebbe fare, ma posso solo sperare, e la mia speranza è che gli eventi della prossima settimana ci porteranno a un calendario da 72 partite a partire dal 15 dicembre.
Questo è il miglior tentativo fatto dalla commissione in queste trattative per cercare di rispondere alle preoccupazioni che i giocatori hanno espresso in uscita del loro incontro.
Ora aspettiamo una risposta da parte del sindacato. Noi abbiamo fatto del nostro meglio.”

Molto meno sereno invece Fisher:

“L’offerta non ci soddisfa interamente sui problemi del sistema contrattuale che sono estremamente importanti per cercare di chiudere questa cosa, e così a questo punto abbiamo deciso fare un passo indietro chiudendo il meeting. Torneremo a conferire con i nostri rappresentanti nei prossimi giorni. Poi prenderemo delle decisioni.
Comunque non c’è stato un progresso sufficiente per chiudere un accordo. Questa è la parte deludente perchè vogliamo tornare in campo.”

Anche Hunter non si è detto del tutto soddisfatto:

“Non è la più grande proposta del mondo, ma ho l’obbligo almeno di presentarla ai nostri soci ed è quello che andremo a fare nei prossimi giorni, prima dell’incontro della prossima settimana.”