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LOCUSTE – L'OTTAVA PIAGA (aka Locusts: The 8th Plague)

Creato il 09 maggio 2011 da Pellicoledallabisso
LOCUSTE – L'OTTAVA PIAGA (aka Locusts: The 8th Plague)di Ian Gilmour. Con Dan Cortese, Julie Benz, David Keith. 2005/USA
Avrei potuto scrivere la recensione di questo film senza neanche guardarlo. Giusto leggendo il titolo e basandomi sul fatto che è stato trasmesso un sabato sera alle undici su Italia 1. Ormai con film del genere abbiamo dimestichezza, ne abbiamo visti a centinaia, sono noiosi, inutili, banali, stupidi e stereotipati. Eppure l'ho guardato, dall'inizio alla fine, un po' perchè il mio istinto di “shit-hunter” non dorme mai, un po' perchè volevo vedere se ci fosse un qualcosa, una scena, una trovata, un effetto, una battuta o chissà che altro, che potesse far distinguere questo film dagli alti centomila dello stesso genere. No, non c'è un cazzo. “Locuste” va come deve andare dal primo all'ultimo minuto.. Sembra un film girato con il pilota automatico, in cui il regista segue l'immarcescibile canovaccio dell'animaletto solitamente innocuo che, geneticamente modificato, diventa feroce, insanzabile e porta morte e terrore nello sfigato stato americano della situazione (in questo caso l'Idaho, pensa un po'). E infatti è così. I cattivi sono quelli della Sylogen, una ricca e potente aziena di pesticidi che decide di modificare geneticamente (ma non mi dire) uno sciame di locuste. L'esperimento però va fuori controllo (che sorpresa), le locuste scappano e si dimostrano molto più voraci del previsto (non l'avrei mai detto). A risolvere il casino ci penserà una coppia di entomologi ecologisti buoni, Colt e Vicky (però, originale), che si dovranno scontrare con l'ottusa malvagità della Sylogen (colpo di scena).
La pedanteria e lo sciattume di questo film, in cui gli attori si aggirano palesemente annoiati per il set, è rappresentata anche dall'irritante ripetitività con cui si ripetono gli attacchi delle locuste. Con lo squallido ausilio di una scadentissima computer-grafica (che si adopera anche nel realizzare gli elicotteri, giusto per farvi capire la povertà di mezzi), delle zanzarone rosse si avventano sul malcapitato di turno mangiucchiandolo qua e là. In realtà, per essere un banale film per la tv, c'è una vera “gore” abbastanza sviluppata, in particolare nella scena in cui una locusta trapassa da parte a parte il collo di un tizio al Luna Park, unico guizzo nell'anonimato.
Per il resto è tutto calcolato, prevedibile e scontato. Gli entomologi che mangiano cibo biologico si salvano perchè mangiano solo cibo biologico, l'ottuso e guerrafondaio agente governativo non li ascolta e vuole andare giù pesante, ma poi cambierà idea, le locuste si mutano da sole e spaccano il culo a tutti, il malvagio capo dell'azienda cattiva manipolatrice viene mangiato dalle locuste, il tizio dell'azienda cattiva coi rimorsi di coscienza fa l'eroe e salva tutti... e poi ovviamente l'immancabile, intramontabile e sopratutto imbecille, finale aperto. Vorrei proprio sapere chi ha inventato il finale aperto. Cioè, è veramente possibile che in OGNI film di questo genere ci DEVE essere il finale aperto?? Il primo regista che mi fa un film di animali geneticamente modificati senza finale aperto, riceverà in regalo un pratico porta-penne firmato Pellicole Dall'Abisso. Pronti? Via.
Se non fosse per la consapevolezza di aver gettato un'ora e mezza della tua vita in una spirale di inutile banalità, sarebbe rassicurante e quasi consolatorio, avere a che fare con questi film, in cui puoi prevedere tutto, dalla prima all'ultima scena, battuta per battuta. Quasi come per i DeCoteau, con al posto dei ragazzi in boxer degli animali geneticamente modificati. Ci mancano solo un po' di flashate e la musica zarra.
Ps: mai vista una locandina più estranea al film in vita mia. Non so dove abbiano preso quella ragazza con l'accetta, perchè nel film non c'è traccia.
Recensito da: Vidur


VOTI
TRASH: 52/100
Noia: 78/100
Ridicolaggine degli effetti speciali: 76/100
Presunzione della regia: 30/100
Incompetenza degli attori: 55/100
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