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London Afloat: la mia casa è una barca

Creato il 11 giugno 2015 da Ilovegreen @ilovegreen_blog

London Afloat

Mantenersi a galla per sopravvivere alle difficoltà o per non cadere negli abissi di un’ordinaria quotidianità. Queste le principali motivazioni alla base di una scelta di vita fuori dagli schemi: vivere in barca a Londra.

Dalle acque del Tamigi e del Regent’s Canal affiorano le storie di London Afloat, il documentario della filmmaker italiana Gloria Aura Bortolini. In trenta minuti di produzione indipendente la regista raccoglie le testimonianze di “cittadini” londinesi che hanno deciso di fare delle barche le loro dimore. Nel canale di Regent è attraccato chi non può permettersi una casa e chi ha deciso di respirare la libertà delle propria vita d’artista girovago: un attore, una circense, una maestra di yoga, uno scultore. Il British Waterways, ente di controllo della viabilità dei fiumi e dei canali, impone loro di spostarsi ogni 14 giorni di almeno un paio di chilometri, una vita nomade ma decisamente economica e poco noiosa.

London Afloat: comunità e appartenenza a filo d’acqua

Lo sguardo della telecamera ci porta poi sulle rive del Tamigi, qui le barche sono di tutt’altra fattura. Lionel Durix, è un banchiere della City, vive nella sua barca di 200 mq, i cui interni ricordano quelli di un appartamento francese. I suoi vicini sono avvocati, imprenditori, gente benestante che ha comunque deciso di vivere sulla superficie fluttuante del fiume. I prezzi sono certamente più abbordabili di un appartamento nel cuore della città e per molti di loro è la precisa scelta di uno stile di vita.

Nonostante le differenti estrazioni sociali, quello che colpisce è il senso di comunità e di appartenenza che unisce i protagonisti di London Afloat. La libertà dell’essere in movimento, di scegliere di ancorarsi per qualche giorno o navigare osservando la città da una prospettiva diversa, fuori dalle sponde della conformità. London Afloat sarà in programma al Film Festival di Ischia il 29 giugno alle ore 21.20.

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