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Londra 2012: il bilancio della squadra azzurra

Creato il 14 agosto 2012 da Postscriptum

Londra 2012: il bilancio della squadra azzurra
I XXX Giochi Olimpici di Londra sono finiti, è tempo dunque di trarre dei giudizi da ciò che abbiamo visto in sedici giorni di competizione, per quanto riguarda gli atleti azzurri.

La Squadra Italiana termina con 28 Medaglie, una in più di Pechino, e il dato è di per sé confortante. Vero è che in Olimpiadi precedenti, pensiamo a Sydney, ne portammo via di più, ma di certo mostri come Stati Uniti, Cina e Gran Bretagna(almeno stavolta) tolgono delle possibilità.

Londra 2012: il bilancio della squadra azzurra

Questo è il Medagliere, almeno le posizioni più importanti.
28 Medaglie, ottavo posto nella Classifica, è quanto di meglio ci si potesse aspettare almeno come numero. Il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, auspicava 25 Medaglie, ma quello che conta a mio parere è la posizione nella Top Ten Mondiale, molto importante e davvero di prestigio in assoluto.
Le assenze erano diverse: Antonietta Di Martino nel Salto in alto, le Nazionali di Calcio e Basket , maschili e femminili, Andrew Howe nei 200m, non qualificato per un niente, e la folle azione di Alex Schwazer, che ha rovinato sè stesso e dato un dispiacere a tutti.
Ma, come sempre,  ci sono delle certezze. La Scherma era una di quelle. Dominio assoluto nel Fioretto femminile, con la gara individuale dove Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali hanno preso il podio, e insieme a Ilaria Salvatori hanno stravinto la gara a squadre anche. Il Fioretto maschile ha visto i nostri battuti nella gara singola ma il riscatto nella gara a squadre, dove Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Giorgio Avola e Valerio Aspromonte hanno vinto l’Oro.
Diego Occhiuzzi ci regala un argento nella sciabola, e un bronzo nella gara a squadre insieme a Luigi Tarantino, Luigi Samele, Aldo Montano. Delude invece la spada, a secco di medaglie. Ma la scuola italiana di scherma resta la migliore senza dubbi.

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Da una gioia a un disastro. Totale, su tutto il fronte. Non fosse stato per Martina Grimaldi, bronzo nella 10km di fondo, il Nuoto italiano sarebbe tornato a casa senza medaglie. Dopo i grossi progressi e il rinnovamento quasi totale che ha portato a buoni Mondiali 2011 ed eccellenti Europei 2012, dove la squadra italiana della piscina è stata forse la migliore poi, arriva la disarmante settimana di Londra. Solo alcuni giovani si mettono in risalto, come Gregorio Paltrinieri, Ilaria Bianchi e Mattia Pesce, ma i big deludono: Federica Pellegrini, Filippo Magnini, Luca Dotto, Luca Marin, Fabio Scozzoli, Samuel Pizzetti, Alessia Filippi, Chiara Boggiatto e le staffette: tutte possibili medaglie e invece nulla, finali perse, alcuni neppure avanti nelle qualificazioni, tutti contro i tecnici della Fina e polemiche tra il gruppo, con la sparata evitabile di Filippo Magnini contro compagni e allenatore alle dichiarazioni senza rabbia agonistica di Federica Pellegrini e Alessia Filippi. Adesso c’è chi vuole l’anno di riposo, chi vuole cambiare preparazione, chi vertici della Federazione. Ma sta proprio alla Fina capire i motivi di questo, i giovani ci sono, lavoriamo su di loro e puntiamo su infrastrutture e allenamento, e chi vuole fare altro, vada.

Altre note dolenti, stavolta attese, dall’Atletica. Qui la mancanza di infrastrutture e investimenti economici ci ha arretrato enormemente, siamo in Europa certamente dietro Russia, Francia, Gran Bretagna, ma pure Spagna, Bielorussia, Ucraina e Germania. Il lampo di Fabrizio Donato, che a 35 anni si regala e ci regala un bronzo nel salto triplo, con la buona prova di Daniele Greco, che può diventare pilastro nella categoria, è una piccola speranza. Buone prestazioni nella maratona femminile e maschile con piazzamenti dietro ai super atleti africani, qualche segnale dal martello. Male salto triplo femminile, con Simona La Mantia fuori, la staffetta 4×100 uomini, il lancio del peso e del disco, e tutto il resto. Ma ciò che preoccupa è il caso Alex Schwazer. La marcia, storico punto di forza azzurro, delude, ma peggio fa il Campione Olimpico 2008, che ammette di aver fatto uso di doping e non viene sospeso senza andare a Londra, concludendo di fatto la carriera. Ha detto, tra le altre cose, di non aver sopportato il peso di chi era l’unico a poter portare una medaglia azzurra nell’atletica olimpica. Posto che non è stato così, la vittoria a tutti i costi è proprio il concetto opposto allo Sport, dove contano passione, sacrificio e divertimento. In uno sport come la marcia poi, se non si ha voglia di allenarsi dopo tanti anni, comprensibilissimo, è giusto smettere. E non finire così male. Il doping è la fine dello spirito sportivo. Si intende, ho appena scritto che l’atletica italiana è in difficoltà. Ma la vittoria deve essere conseguenza di allenamento e preparazione, non altro. La Federazione Italiana ha il compito, se sostenuta, di riportare l’atletica tra i ragazzi, unica speranza possibile.

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Il nostro importante Ciclismo invece, regala un bronzo nella Mountain Bike, con Marco Aurelio Fontana, una buona prova di Elia Viviani nell’Omnium su pista, una buona prova di Manuel De Vecchi nella Bmx. E il ciclismo su strada? Male, sia uomini che donne in linea e l’unico raggio di sole di Marco Pinotti nella cronometro. Questa è la conseguenza di poca qualità nelle corse di un giorno del nostro ciclismo. Vincenzo Nibali è uno dei migliori al mondo nelle corse lunghe, ma adesso molti giovani stanno venendo fuori, sia per le corse come Giro e Tour che per le classiche. Bisogna soltanto attendere.

La Pallavolo va a fasi alterne. Se per certi versi è inaspettata l’eliminazione ai Quarti delle ragazze azzurre, d’altra parte è inattesa pure la medaglia di bronzo dell’Italvolley uomini, dopo il Gruppo di qualificazione abbastanza brutto. Per fortuna il c.t. Mauro Berruto ha saputo ritrovare i suoi atleti ai quarti contro gli Stati Uniti, salvo poi doversi arrendere al Brasile, anche se a testa alta. La medaglia di bronzo contro la Bulgaria restituisce il sorriso a tutti, e dai giovani visti qui si può ripartire verso il 2016.

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La Pallanuoto invece lascia un po’ di dispiacere. I Campioni del Mondo 2011 azzurri avevano l’obbligo di confermarsi, ma la pallanuoto è uno sport dove le cose cambiano spesso. Un Gruppo di qualificazione stentatissimo e il gioco ritrovato ai quarti contro l’Ungheria, che veniva da tre titoli olimpici consecutivi, e contro la Serbia, battuta a Shanghai in finale e stavolta in semifinale. Ma poi arriva la beffa, quando la Croazia di Ratko Rudic batte nettamente i ragazzi di Sandro Campagna. Il titolo olimpico manca da 20 anni, nessuna tragedia comunque ma resta la sensazione che si poteva fare di più in finale poi. Ma il gruppo c’è sempre. Forse invece bisogna rinforzare quello delle ragazze, che tornano a casa da Londra con un settimo posto. Troppo poco, e loro lo sanno, le vedremo di nuovo protagoniste.

Come sempre bene il Tiro, sia nella Fossa Olimpica che al coperto, con il trionfo di Jessica Rossi al piattello e Niccolò Campriani alla carabina, i buoni risultati di Luca Tesconi e Massimo Fabrizi. Deludono un po’ Chiara Cainero, Giovanni Pellielo e Francesco D’Aniello,ma va bene così.

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Bene il Tiro con l’Arco ma solo a squadre, con il successo di Marco Galiazzo, Mauro Nespoli e Michele Frangilli, una grande soddisfazione.
Buoni risultati dalla Ginnastica Artistica, con Matteo Morandi agli anelli e ottime prove a squadre maschili e femminili, bronzo dalla Ginnastica Ritmica, con Elisa Bianchi, Elisa Santoni, Romina Laurito, Marta Pagnini, Andrea Stefanescu e Anzhelika Savrayuk. Oro nel Taekwondo con Carlo Molfetta, bronzo con Mauro Sarmiento, poi bronzo di Rosalba Forciniti nel Judo, argento nel Canottaggio del due di coppia per Alessio Sartori e Romano Battisti, ma il movimento del canottaggio italiano ha bisogno di risollevarsi.

Impresa storica di Daniele Molmenti, che vince nella Canoa kayak slalom, con una gara davvero incredibile.
Tutto sommato bene nel Beach Volley, con entrambe le coppie eliminate nei quarti. Daniele Lupo e Paolo Niccolai, Greta Cicolari e Marta Menegatti sono bravi e il futuro li aspetta vincitori.
Grandi delusioni dai Tuffi, con due quarti posti dal trampolino con Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, e nella piattaforma podio vicino per Noemi Batki.
Il Tennis poteva regalare qualcosa in più, ma Flavia Pennetta, Sara Errani, Roberta Vinci e gli altri hanno dato tutto.

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Altri sport poco rappresentati, come Equitazione, tennis tavolo e lotta, merita un capitolo a parte il Pugilato. Abbastanza male le categorie leggere, dove l’unica medaglia è di Vincenzo Mangiacapre nei pesi leggeri, c’è delusione per Clemente ‘Tatanka’ Russo, che conferma l’argento di Pechino nei massimi, ma si ferma in finale contro l’ucraino Alexander Usyk, e certamente avrebbe potuto fare meglio. Ma lo conosciamo, Russo ci sarà pure a Rio de Janeiro, il suo carettere è incredibile.
Se vi fosse la specialità “furto del secolo” subìto il posto andrebbe di diritto al Campione Olimpico di Pechino Roberto Cammarelle, che viene derubato in finale della seconda medaglia d’oro dal britannico Joshua, dopo un verdetto assurdo di parità dopo la campanella di fine incontro, e dopo un match disputato bene,  e una vittoria assegnata per preferenza(quale?)  all’idolo di casa da parte dei giudici. Certo, era l’ultimo giorno, la Gran Bretagna doveva chiudere con un trionfo. Eccome! Dispiace, cari lettori, vedere ancora oggi in un’Olimpiade casi così tristi di favori agli atleti di casa. Cammarelle completa il suo podio dopo il bronzo ad Atene e l’Oro di Pechino, ma bravo comunque.

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In definitiva, possiamo essere soddisfatti. Si, gli avversari erano difficili da battere e abbiamo problematiche in alcune discipline. Il CONI deve lavorare sul mantenere il livello alto dove c’è, e migliorare dove si deve, come abbiamo sottolineato. E’ imprescindibile la collaborazione tra Comitato centrale e ogni Federazione, e tutte insieme fare squadra. Sebbene non sia facile, in assenza di aiuti di Stato, che ha già fatto rinunciare alla candidatura di Roma 2020, e continua a levare fondi per lo sport. L’aiuto delle aziende è necessario, e si spera nel Governo, magari uno con meno rigore, perché lo Sport in Italia è una risorsa, non un lusso. Per arrivare a Rio De Janeiro sempre più competitivi e capaci.


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