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Loredana Cerveglieri vs. la pop art

Creato il 09 aprile 2012 da Vsgaudio @vuessegaudio

Loredana Cerveglieri vs. la pop art

La stilograficaMontegrappa cm. 46x62 2002


· Gli angeli ridono con la pop art chesconvolse il mondo e l’accolgono
Loredana Cerveglieri descrive i suoiangeli come persone, spiega perché Didirè ha paura: che sia lapaurail segno dell'umano? Lievi comeangeli, pesanti come persone, gli angeli della Cerveglieri trascorrono suquell'ineffabile confine che da sempre divide l'occhio e la mente, la natura eil sogno e da sempre cede all'oro, quell'oro che fu dio e fu cielo e fu passaggiotra la terra equell'altrovecui, da sempre, aspiriamo.
I suoi lavori hanno la graziadella levità, che non è leggerezza, è sospiro e ansimo. Hanno, sì, la tracciadell'amato Licini, ma hanno anche la presenza dura della contemporaneità,segni, cose, intarsi, corde e ricordi.Loredana Cerveglieri sta inmezzo, tra la tentazione del racconto e l'amore dei suoi protagonisti, Didirè,Melisante, Elitès: deve dar loro una forma,devedar lorouna storia.lapittura si presta a dividere il suo sapere, le tecniche: pastello, collage,acrilico e olio, carte, accogliendo come educati objets trouvés quei pezzi divita vera che gli angeli inventati assumono come segni di una presenza, di unarealtà, di un'esistenza.Dunquela pittura corre sul binario doppio di una doppia evocazioneche da e prende dalla vita nell'immaginare e nel comporre: una storia, la suafigura.Così maschere, giochi etentazioni, così paure e dubbi stanno, lievi, sopra il crinale delle tecniche edelle loro regole.Ammicca il ricordo di Licini,ammicca quell'oro bizantino che Vasilij Kandinskij importò dalla Russiaalla Germaniae i suoi mosaici luminosi, sommessidegli echi dei lucori vecchi di millenni. Ammicca lo spazio, che ha vistoNicolas De Stael e quei suoi cieli dolorosamente divisi come pietre di un mondoin costruzione, lento, grave, faticoso.Gli angeli di LoredanaCerveglieri piantano acuto il segno di una presenza che si fa largo tra lastoria della pittura e le sue regole e la loro stessa storia che si va facendovia via.Sanno tutto di noi, hannopaura e desideri. Ridono con la pop art che sconvolse il mondo el'accolgono, pazienti, rileggendola come fosse una cosa normale, d'angeli ediuomini, del mondo.
BEATRICE BUSCAROLI
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Loredana Cerveglieri vs. la pop art

"Miracle diLancome" 46x62 2002

Loredana Cerveglieri vs. la pop art

"Un paio discarponcini gialli" cm. 46x62 2002

Loredana Cerveglieri vs. la pop art

"Due scarpe afiori" cm. 46x62 2002

Loredana Cerveglieri vs. la pop art

"La coppa digelato" cm. 46x62 2002

Loredana Cerveglieri vs. la pop art

"L'anelloDamiani" cm. 46x62 2002 (Particolare)
· La pensosità pittorica di “Vs. la pop art” di LoredanaCerveglieri
L’anello Damiani mi fa ripensare al trofeo di ThorsteinVeblen di cui a “Isabella Rossellini, l’immagine-Zen…[i]per la campagna pubblicitaria per quella azienda di gioielli con le immagini,prima, di Fabrizio Ferri e, poi, di Dominique Issermann.Il gioiello, dato come punctum,supplemento, “quello che io aggiungo alla foto e che tuttavia è già nella foto”, che, in quella campagnapubblicitaria, aveva una qualità aggiuntiva: la pensosità, tanto che la pensositàcinematografica espressa dall’immagine della Rossellini fotografata daFabrizio Ferri, coinvolgeva tanto il punctumda rendere la foto erotica.Ora, io penso che ogni qualvolta ci sia un oggetto in primopiano, regola fondamentale della pop art, l’oggetto ha sempre dentro, mapotrebbe essere benissimo anche dietro, il pienodel dispendio, che è una profondità assente, e un’emozione concentrata trasilenzio e ineffabile che è il vuoto deldispendio. Fosse anche, l’oggetto, una penna stilografica o degliscarponcini gialli.Il pieno del dispendio, qui, nella “Vs. la pop art” di Loredana Cerveglieri non può essere costituitodalla concretezza dell’oggetto, e nemmeno il vuoto può apparire per rendere speculare l’emozione concentrata delvisionatore all’oggetto visionato.La pop art agisce demoltiplicando l’immagine con il primopiano o l’ingrandimento, e la rilevanza del dettaglio. Sarebbe(ro) l’IndicatoreGlobale che Abraham Moles chiama complessità.Poi procede con la retorica dell’ambiguità connotativa, l’Indicatore Globaledella polisemia.La “vs. la pop art” di Loredana Cerveglieri sospende il senso senza operare su diesso alcuna effrazione: è come se,nella foto di Ferri della Rossellini-Damiani, l’attrice fosse senza accessorio,per cui avremmo una proiezione affettiva di “disponibilità appetibile” ma non “preziosa”e un punctum di “pensosità” ma non di “pensosità erotica”.Voglio dire questo: la pensositàpittorica del punctum nella “vs.la pop art” di Loredana Cerveglieri è come se desse corporeità all’oggettoraffigurato: un po’ come nel manga, dove tanto è innocente, ingenuo e candidoil viso, tanto è perverso, vizioso e immorale il corpo, la delicata sospensione del senso , che c’è in questa operazione diLoredana Cerveglieri, illumina unadisponibilità quasi intima e profonda, che non è dell’oggetto ma  che è del senso sospeso che l’oggetto investenel socius.La “vs.pop art” è la trasmutazione del trofeo di ThorsteinVeblen che è mostrato senza il corpo-alto dell’attrice che espone il trofeo conle parti esposte ed esponibili(polso, dita, collo, petto, orecchie), ma èmostrato e reso visibile, delicatamente pop, con il tasso di complessità e dipolisemia innalzato non dall’agio somatico di un portatore-indossatore dell’oggettoma dal trofeo che, senza lo “sciupìo vistoso” del corpo della classe agiata,allude frontalmente a una sua autonoma “fierezza dell’agio”, indossata di voltain volta da portatori che il visionatore fantasmatizza per il suo oggetto a .Difatti, di questi tempi, può capitare che gli scarponcinigialli siano portati, che so?, da Miele di Milo Manara e l’anello Damiani siainfilato al dito di un personaggio sconosciuto sorpreso in una foto Flickrmentre mangia lenticchie cuisinées à l’Auvergnate, tanto che, essendo a Péronnein Picardie, la chiamammo (Len)Tille Péronne, pensando che fosse la cugina diAurélia Steiner, il personaggio nostro e di Marguerite Duras. E le scarpe con ifiori? Ma da Madonna che, adesso in menopausa o quasi , ne decanta la verticalefallicità, ammesso che a portarle sia la Madonna di qualche lustro fa. La pennastilografica è talmente pensosa nellasua pittoricità che la vedo impugnata da chi forse a malapena riesce a vergarele iniziali del suo nome, ma anche da chi non fa espressamente l’elogio delpesante come Jean Cau ma di chi è virtuoso scrivente della corrente industriaculturale, un bel romanziere del new-pop alla faccia e in barba di qualsiasiintemerato novello(e controstorico?) Guido Morselli.V.S.GAUDIO


[i]Cfr. V.S. Gaudio, Isabella Rossellini. L’immagine-zene il trofeo di Thorstein Veblen, in “Zeta”, rivista internazionale dipoesia e ricerche, n.79/80, Campanotto editore, Udine giugno 2007.                                                              
Loredana Cerveglieri vs. la pop art

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Floredana cerveglieri


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