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Creato il 28 gennaio 2015 da Fugadeitalenti

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L’Italia è solo 36esima, nell’ultimo indice di attrattività globale, il “Global Challenge Talent Index”: a penalizzare la Penisola è soprattutto il dislivello che si registra tra la qualità della formazione offerta, e le magre prospettive di carriera che si dischiudono, a studi conclusi.

Se la Penisola figura nelle posizioni di testa nelle competenze “vocazionali” (produttività, skills e qualifiche di alto livello), retrocede clamorosamente quando si prendono in considerazione valorizzazione, appeal internazionale, prospettive di crescita e ritenzione.

Restiamo un Paese poco attrattivo per i talenti internazionali, e -allo stesso tempo- ben poco capace di trattenere i nostri: un problema enorme, dai costi incalcolabili, nell’attuale contesto globale.

In questo contesto l’uscita della cosiddetta norma “acchiappa talenti-cervelli” dal decreto recentemente approvato dal Governo, che avrebbe prolungato e rafforzato la legge Controesodo, rappresenta un’enorme pecca e un errore tattico, commesso dall’esecutivo. Ignote al momento le cause della cancellazione della norma, la cui approvazione da parte del CdM era data per scontata. Vi terremo aggiornati.

Altri dati rafforzano la tesi della necessità di lavorare -a livello legislativo- sulla ritenzione dei talenti: il giornale “La Repubblica” ha recentemente reso noto che ben 2363 medici (stima per difetto) hanno fatto domanda -lo scorso anno- per trovare lavoro all’estero. Nel 2009 erano appena 396…

Il tutto mentre sia Germania sia Gran Bretagna si trovano a dover fare i conti con cifre record di immigrazione, soprattutto dall’interno dell’UE. Quanti nostri connazionali altamente qualificati fanno parte di questa ondata migratoria?

Il “brain drain” è un problema, nella competizione mondiale per i migliori. Anche questo Governo dovrebbe cominciare ad occuparsene. Seriamente.

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