a cura di Giorgio Di Vita
Poche righe di Guido, compagno di Peppino Impastato, pubblicate su Lotta Continua del 24 maggio 1978, appena quindici giorni dopo l’assassinio. Parole in cui sembrano cadere le barriere tra chi è morto e chi è ancora vivo, in cui traspare disperazione, sconforto, sconfitta psicologica. La forma poetica sembra, sola, essere l’ultimo credo, evocare un coraggio di dire che possa gettare i semi di una rinascita. La riportiamo così, con gli stessi a-capo, la stessa punteggiatura, gli stessi refusi, così come fu pubblicata in apertura di un paginone dedicato alla morte di Peppino.
PEPPINO
TI RICORDI
QUANDO
mi hai aiutato a fare
la trasmissione su Fausto e Iaio
tu sapevi usare sempre le parole giuste
per ricordare che il potere
ha già fatto molti morti.
Hai pure voluto ricordare l’anniversario
di Pinelli, di sacco e Vanzetti
hai sempre pensato a Francesco
a Walter, a Giorgiana, a Mauro
e a tutti gli altri compagni
morti di Stato.
ora ti aspetto per pensare
anche a te
perché non è vero che sei vivo
ma siamo noi che moriremo, ma siamo
noi che moriamo
sempre più dopo le vostre morti.
Guido