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Lotta nel fango

Da Mattiafl @mattiafl

imagesAlessio De Giorgi, direttore di Gay.it, e collaboratore di Renzi durante le primarie sui temi dei diritti civili, rinuncia alla candidatura con la lista Monti. Sul suo sito comunica “la decisione sofferta di voler rinunciare alla candidatura al Senato nella lista unitaria ‘Con Monti per l’Italia’ in Toscana. Una decisione presa non senza molte difficoltà di coscienza, vista la denigratoria campagna mediatica portata avanti in questi giorni ai miei danni soprattutto da Libero e da altri giornali ed emittenti”.

Infatti appena la candidatura di De Giorgi è stata ufficializzata, la “macchina del fango” ha iniziato a far funzionare i suoi ben oliati meccanismi: Il Giornale e Libero (nb. quotidiani di proprietà della famiglia Berlusconi, avversario numero 1 di Mario Monti) hanno subito pubblicato articoli in cui il candidato al Senato compariva socio di alcune discoteche omosessuali e di un sito di incontri gay. Che a quanto ne so sono attività “ancora” lecite nel nostro Paese. In realtà Libero ci va ancora più pesante: “siti internet di escort gay e incontri hot, in uno dei quali i ragazzi si offrono a pagamento”. Invece il sito Dagospia pubblica articoli su articoli e diverse foto in cui De Giorgi viene ritratto con Drag Queens, il tutto condito con epiteti non proprio edificanti (“lesso”, “pornofrocio”)…

Conclusione: la macchina del fango vince ancora e De Giorgi rinuncia a candidarsi denunciando un trattamento “utilizzato per nessun altro candidato”, e di essere stato “vittima di un tritacarne vero e proprio, che ha cercato ed è riuscito a scandagliare in profondità ogni mia attività imprenditoriale, con una intensità inaudita e non applicata a nessun altro candidato della prossima competizione elettorale…Tutto questo con il disegno di mettere in difficoltà il senatore Monti e la sua lista, tentando di mettere in evidenza presunte contraddizioni, in base ad un non meglio specificato senso comune, sia all’interno della lista Scelta Civica sia all’interno della coalizione, attuata forse per coprire mediaticamente ben altre contraddizioni in liste vicine ai giornali che hanno portato avanti questa campagna”.

La guerra elettorale entra nel vivo, non c’è che dire! E secondo l’opinionista francese Philippe Ridet questo caso, esploso sulle pagine dei giornali di Berlusconi, saprebbe un po’ di ricatto. Siamo alle solite, lo criticate per la sua vita privata? (nb. Berlusconi è sotto processo a Milano per il caso Ruby, in parole povere per prostituzione minorile e concussione) …beh, attenzione! questo è quello a cui potreste andare incontro!

 



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