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Lottare contro i mulini a vento della Pubblica amministrazione

Creato il 22 settembre 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Nella rubrica Memorandum (Il sogno di Valentina e la scossa meritocratica che serve, il Sole 24 ore del 21 settembre) Roberto Napoletano riporta la vicenda di Valentina Petricciuolo che, dopo dieci anni al servizio dell’amministrazione pubblica inglese e australiana, lavora da tredici in quella italiana, in cui è entrata con l’obiettivo di “essere di aiuto al sistema produttivo italiano operando dentro la sua macchina pubblica”.

Un impiego dunque fortemente voluto, ma che si è rivelato col tempo una “illusione”, perché nessuno ha pensato di valorizzare l’esperienza estera della ragazza e di utilizzarla in maniera fruttuosa: non le era richiesto, evidentemente lo svolgimento delle sue mansioni era già stato deciso, programmato, fissato in una struttura fossilizzata da decenni. Una delusione forse resa ancora più amara dalla consapevolezza, dovuta al soggiorno all’estero di Valentina, della possibilità di lavorare in maniera differente: il che le fa affermare di avere constatato “l’abissale differenza tra noi e loro. Tra l’approccio anglosassone alle cose e il nostro superficialismo, misto ad arroganza”.

È così che la ragazza ha pensato di “inventarsi” un altro lavoro – ultimamente pare che molti siano costretti a farlo – e, riducendo il suo impegno con la Pa al part time, ha deciso di studiare un sistema per fornire un aiuto professionale ai moltissimi scienziati e ricercatori italiani “che non hanno idea di come valorizzare e promuovere i risultati dei loro sforzi”.

Risultato: oggi Valentina lavora per l’European Research Council nella selezione e la valorizzazione dei progetti ad alta tecnologia che devono competere all’assegnazione dei fondi disponibili per ricercatori e scienziati che hanno già ottenuto un grant di ricerca. Nel “tempo libero” svolge diligentemente il suo lavoro richiesto dalla Pa, che a sua detta consiste “nell’organizzazione di inutili giostre promozionali”. E, visti i risultati ottenuti grazie alle sue capacità, non vediamo il motivo per mettere in dubbio il suo giudizio.

L’entusiasmo che rischiava di essere completamente sedato dall’impiego pubblico, in questo caso (e facciamo i nostri complimenti a Valentina che non si è voluta arrendere) ha trovato un canale attraverso cui esprimersi; ma, come mette in evidenza Napoletano, è necessario che questo entusiasmo si esprima nella macchina dello Stato italiano, e che si riesca “lì non altrove a far entrare uno straccio di criterio meritocratico, e sempre lì si reclutassero i migliori per riuscire a spendere bene i fondi comunitari per valorizzare i nostri cervelli prima di perderli”. Anche perché “non basta cambiare i presidenti se restano i mandarini di sempre”. È necessaria una riforma radicale, ma se non modifichiamo questa situazione la nostra partita con il futuro sarà persa in partenza. A tavolino, per mancata presentazione della squadra.

Marco Cecchini


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