Magazine Cultura

Loz Music History - 1966

Creato il 15 febbraio 2011 da Lozirion
Loz Music History - 1966
Ciao a tutti!
Bene, come avrete capito da titolo e immagine, dopo 3 giorni di lavorazione finalmente arriva l'appuntamento numero 9 con i miei chilometrici post sulla storia della musica.... Il 9 è un gran numero per quel che mi riguarda, e direi che merita un gran disco.... Sedetevi, è una lunga storia quella che sto per raccontarvi, ma vi assicuro che ne vale la pena....
Anni '60, anni del boom economico, anni di benessere generale e di rivoluzioni culturali e sociali. Il 1966 è tutto questo, e ad aprire questo anno ci sono tre avvenimenti importanti che simboleggiano in qualche modo l'aria che si respirava in quegli anni: India e Pakistan firmano per la prima volta nella loro storia alcuni accordi di pace, Indira Gandhi viene eletta primo ministro indiano e, dopo mesi di manifestazioni del popolo nero americano a difesa dei propri diritti civili e politici, Robert Weaver diviene il primo ministro di colore della storia degli Stati Uniti.
Sempre nel gennaio del 1966 Viene liberata grazie a un blitz dei carabinieri Franca Viola, rapita e violentata l'anno precedente da un suo spasimante, che diventa simbolo della crescita culturale italiana e dell'emancipazione della donna quando rifiuta il cosiddetto "matrimonio riparatore", una pratica in uso in quegli anni che l'avrebbe voluta sposa del suo rapitore. Questi sono anni di idee nuove, di voglia di farsi sentire e farsi valere, sono gli anni fondamentali per l'emancipazione femminile, e un altro evento importante in questo senso avviene il 14 febbraio, nel giorno di S. Valentino sul giornalino studentesco "La zanzara" del liceo Parini di Milano viene pubblicata un'inchiesta sulla posizione della donna nella società che porta a uno scandalo di livello nazionale.
Purtroppo sono molte anche le tragedie del 1966, a Brema un aereo della Lufthansa precipita durante l'atterraggio provocando la morte di quattro membri dell'equipaggio e di tutti i 42 passeggeri a bordo, tra cui sette nuotatori della nazionale italiana, il loro accompagnatore e un telecronista RAI. Un'altra tragedia aerea viene sfiorata nei cieli di Spagna quando un B-52 si scontra con un aereo da rifornimento e a causa dell'urto sgancia tre bombe all'idrogeno da 70 kilotoni nei pressi della cittadina di Palomares e un'altra in mare. Fortunatamente nessuna testata esplode. a febbraio in Svizzera 17 operai muoiono asfissiati dal gas nella galleria di un bacino idrogeologico, l'elicottero che trasporta il presidente dell'Iraq Abd al-Salam Arif cade provocando la sua morte e quella di dieci persone, ad Agrigento avviene una storica ed enorme frana che cambia il volto della città, un tremendo terremoto causa quasi 2500 morti in Turchia, l'Italia viene colpita da un'ondata di maltempo che porta alluvioni che colpiscono soprattutto Firenze e Grosseto, e infine gli Stati Uniti iniziano massicci bombardamenti sul Vietnam del Nord.
Gli anni '60 sono anni caratterizzati da una continua crescita culturale, tecnologica, sociale e spirituale, sono gli anni delle nuove correnti di pensiero, delle nuove religioni, di rivoluzioni culturali e progresso scientifico, tra gli eventi più importanti che segnano questo rinnovamento a 360° c'è ad esempio il primo impianto di un cuore artificiale in un organismo umano, un enorme passo per la medicina mosso in Texas proprio nel 1966, Viene lanciata la sonda spaziale sovietica Luna 13, e poi viene fondata la chiesa di Satana da Anton LaVey, a Roma viene celebrata la prima messa Beat nell'oratorio dei Padri Filippini e il più riformista dei Papi, Paolo VI, pubblica il nuovo statuto del Sant'Uffizio abolendo definitivamente l'indice dei libri proibiti.
Sono tanti gli avvenimenti del 1966, come in tutti gli anni del decennio '60, sono anni ricchi di eventi, di politica, di sport, di arte e chi più ne ha più ne metta. Viene siglato proprio in questo anno il Compromesso di Lussemburgo per l'utilizzo del metodo maggioritario nella CEE, Aldo Moro vara il suo terzo governo, in Italia viene introdotta l'ora legale, si giocano i mondiali di calcio in inghilterra (dai quali l'Italia uscirà subito sconfitta dalla Corea del nord), Il Botswana ottiene l'indipendenza, muore Lao She, grandissimo scrittore e drammaturgo cinese, René Barrientos Ortuño è eletto presidente della Bolivia, in Italia nasce il Partito Socialista Unificato sotto la guida di Pietro Nenni, negli Stati Uniti viene trasmesso il primo episodio di Star Trek e a Londra, durante un'intervista all'Evening Standard, John Lennon pronuncia la storica frase "Siamo più popolari di Gesù Cristo".
E mentre Pietro Germi con il suo "Signore & Signori" si aggiudica il Gran Prix per il miglior film al Festival di Cannes e un David di Donatello, nelle sale cinematografiche escono pellicole a dir poco storiche, come "L'armata Brancaleone" dal genio del compianto Mario Monicelli, in cui vengono raccontate le tragicomiche vicende del nobile rampollo Brancaleone da Norcia, interpretato da un eccezionale Vittorio Gassman, e della sua improbabile armata, il tutto accompagnato da quello che secondo me è uno dei più grandi colpi di genio di Monicelli, e cioè i dialoghi quasi teatrali in una specie di lingua inventata che sta a metà tra il latino maccheronico e il volgare; il film diventerà un cult e 4 anni dopo uscirà il seguito, "Brancaleone alle crociate", ma nel '66 escono anche film del calibro di "Il buono, il brutto, il cattivo", uno dei pilastri del cinema western, e terzo capolavoro consecutivo di Sergio Leone dopo "Per un pugno di dollari" e "Per qualche dollaro in più", il grande "Blow-Up" del maestro Antonioni, "Come rubare un milione di dollari e vivere felici" con Audrey Hepburn e Peter O'Toole, "Operazione San Gennaro" con Nino Manfredi e special guest Totò, "Quattro bassotti per un danese","Il ritorno dei magnifici sette", "Uccellacci e uccellini" di Pasolini, "Fahrenheit 451" e "Batman", primo film sull'eroe dei fumetti.
Ma questo è un blog di musica e finalmente di musica si parla. Al 16º Festival di Sanremo vincono Modugno e Gigliola Cinquetti con "Dio, come ti amo", ma il vero successo italiano dell'anno è "Nessuno mi può giudicare" di Caterina Caselli, a Los Angeles si tiene l'ultima esibizione dei Doors al leggendario Whisky a Go Go, uno dei luoghi culto di ogni amante del rock, e sempre in California, questa volta a San Francisco, si tiene invece l'ultima esibizione in pubblico dei Beatles al Candlestick Park, ma durante tutto il decennio la musica è un turbinio di idee, gruppi, album, concerti, generi musicali nuovi, ispirazione e Dio solo sa cos'altro, e pensate che il 1966 sia esente da tutto questo? Nemmeno per sogno! Siamo in pieno periodo Beat, la Beatles mania ha contagiato un po' tutto il mondo e nascono ovunque nuovi gruppi beat, come gli storici Motowns, e anche in Italia arriva questa influenza, nascono i Pooh (non ci crederete ma se il beat è arrivato in Italia è in buona parte merito loro), I Corvi, altro fondamentale gruppo Beat di quegli anni, e poi ancora I nuovi angeli e Nico e i Gabbiani, ma le influenze e i generi si mescolano in continuazione in questo periodo, così mentre si sciolgono i ronettes, nascono gli Iron Maiden (Non quelli heavy metal, quelli Blues di Steve Drewett) e viene fondato il primo supergruppo della storia, i Cream di Mr. Slowhand Eric Clapton, Jack Bruce e Peter "Ginger" Baker, si fanno largo nuove star e nuovi generi, come la fusion della neonata band di Carlos Santana, o dei  Soft Machine, il soul e il funk, rappresentati ottimamente da Sly & the family stone e i Jackson 5 che debuttano proprio nel '66, il pop-rock spirituale di Gen Rosso e Gen Verde, il folk rock dei Buffalo Springfield di un certo Neil Young, fino al rock progressivo e quello psichedelico di 3 nuovi gruppi che, insomma, bastano i nomi: Music Machine, Le Orme e Jimi Hendrix Experience....
Con presupposti come questi il mercato discografico non può che fiorire in maniera incredibile, escono, tanto per nominarne qualcuno, "Aftermath" dei Rolling Stones, "The Best Records in the World", album d'esordio dei Camaleonti, "Blonde on blonde" del menestrello Bob Dylan, la raccolta "A Collection of Beatles' Oldies (But Goldies)", "Dio, come ti amo" di Modugno, "Face to face" dei Kinks, "Fifth dimension" dei Byrds, che contiene "Hey Joe (Where You Gonna Go)", cover di un pezzo di Billy Roberts poi rifatta in una marea di versioni tra cui quella storica di Jimi Hendrix, "1999" di Lucio Dalla, che contiene il pezzo "Pafff... Bum!" presentato a Sanremo in compagnia degli Yardbirds (e scusate se è poco....), "Freak out!" di Frank Zappa, "Fresh Cream" dei Cream, "Io ho in mente te" dell'Equipe 84, "Jefferson Airplane Takes Off", "Tim Buckley" omonimo album del grande bluesman, "Tutto Fabrizio De André", "Down to earth" di Stevie Wonder, e poi ancora "If You Can Believe Your Eyes and Ears" dei Mamas & Papas, che contiene due canzoni che diventeranno veri e propri inni, "Spanish Harlem" e "California Dreamin'", e poi, come se questi sopra non bastassero, "Strangers in the night" di "The voice" Frank Sinatra, "A Quick One" degli Who, "Sounds of silence" di Simon & Garfunkel e "Revolver" dei Beatles.
Bastano questi album per poter dire che il 1966 è stato un anno eccezionale? Bè, non avete ancora visto (o meglio letto) tutto, perchè in quest'anno esce una vera e propria pietra miliare della storia della musica, un capolavoro assoluto, a cui ogni grande artista dopo il '66 deve qualcosa. Elton John ne parla così:
"Non avevo mai sentito delle note così magiche, e così magnificamente registrate. È un album bellissimo e senza tempo, pieno di incredibile bellezza e genio."
Qualche anno fa' è stato scelto dalla Biblioteca del Congresso tra i cinquanta album da preservare nel National Recording Registry e si è aggiudicato il secondo posto nella classifica di Rolling Stone dei 500 album migliori della storia della musica, dietro soltanto a "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei Beatles, anche se personalmente credo che di fronte a un album di questa caratura e con questa influenza i Fab Four potrebbero tranquillamente cedere il posto... Lo stesso Paul McCartney parlando di questo album ha detto:
"Mi fece rimettere i piedi per terra. Adoro quell'album. Ne ho comprato uno ciascuno per i miei figli per la loro istruzione... Credo che nessuno sia musicalmente istruito finché non ha ascoltato quell'album. Adoro l'orchestra, gli arrangiamenti... potrebbe essere esagerato dire che è il classico del secolo... ma, per me, è di sicuro un classico che è insuperabile sotto tanti punti... L'ho spesso ascoltato e poi pianto. Lo feci ascoltare così tante volte a John che gli sarebbe stato difficile scappare dall'influenza... Era l'album del suo tempo. La cosa che mi fece davvero mettere a sedere e prendere appunti furono le linee di basso... e anche, quel dare una melodia alle linee di basso. Credo sia quella la grossa influenza che mi diede quando registrammo Pepper."
Tutto inizia in California 5 anni prima, nel 1961, quando Brian Wilson, insieme ai suoi fratelli Carl e Dennis, al cugino Mike Love e all'amico Al Jardine decidono di formare una band, alla quale inizialmente danno il nome di "The Pendletones", dal nome della ditta Pendleton, produttrice di maglie di lana in voga all'epoca. Il padre dei fratelli Wilson suonava il pianoforte, e Brian, il più grande dei 3, già da diversi anni conosceva melodie e armonie vocali, e le insegnava ai suoi fratelli. La neonata band, ancora alle prime armi, riesce ad ottenere, grazie a papà Wilson, un provino con due produttori. Il provino non va granchè bene, suonano una canzone tradizionale che non colpisce i produttori, i quali però si rendono disponibili a risentirli dopo che Al Jardine annuncia che avevano scritto un pezzo loro ma che non era ancora pronto. I cinque noleggiano gli strumenti, si chiudono in casa per 3 giorni a provare e quando tornano a suonare di fronte a Hite e Dorinda Morgan è un successo. La canzone era stata scritta da Brian, si intitolava "Surfin'" ed è l'inizio di tutto.
I Pendletones riescono così ad ottenere un contratto per incidere un 45 giri, registrano 12 take del pezzo e stampano una piccola quantità di dischi, i produttori decidono però di cambiare il nome della band per adattarlo al panorama delle band californiane di quegli anni, e così, con "Surfin'" nel novembre del 1961 ha inizio la carriera dei Beach Boys.
I cinque ottengono un concerto e un contratto con la Capitol Records, nel 1962 si chiudono in studio e se ne escono con il loro primo 33 giri, "Surfin' safari", che negli stati uniti raggiunge la posizione numero 32 della classifica e li lancia verso il successo, che arriverà nello stesso anno, quando i Beach Boys pubblicano l'album "Surfin' USA", la cui title track rappresenta una delle loro maggiori hit. Da qui in avanti è un susseguirsi di album e successi, con le loro canzoni che parlano del sogno californiano, del surf, delle belle ragazze e del divertimento in California, tra il '62 e il '65 pubblicano ben 10 album (tra cui "All summer long" del '64 che contiene lastorica "I get around") e piazzano ben 16 hit in classifica USA, arrivano anche in Gran Bretagna, ma un po' la diversa cultura, un po' la concorrenza abbastanza agguerrita che porta i nomi di Beatles e Rolling Stones, portano alle poche vendite nel vecchio continente.
Buona parte del successo della band si deve a Brian Wilson, è lui infatti che scrive le canzoni, sia i testi che le musiche, è lui l'anima artistica del gruppo, grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza delle melodie vocali ereditata dal padre i Beach Boys sono i trascinatori della seconda ondata, è proprio il caso di dirlo, del surf rock, genere a cui aveva dato vita Dick Dale qualche anno prima. Brian, ancora prima che un grande compositore, è un grande amante e ascoltatore della musica, divora dischi su dischi di ogni genere, e di conseguenza le sue composizioni ne sono pesantemente influenzate, si va dal rock'n'roll più classico in stile Chuck Berry fino al folk e, per alcune armonie, quasi alla musica classica. Brian trae ispirazione da tutto ciò che ascolta, e nel 1965 ascolta il nuovo lavoro dei Beatles, "Rubber Soul", ne rimane completamente estasiato (e come dargli torto?), soprattutto perchè è un album "pieno", senza tracce di riempimento, senza cover, senza vecchie hit, senza niente, nuovo di zecca come se i Beatles fossero appena nati, ed è lì che si mette in testa di realizzare "il più grande album rock mai realizzato".
In quel periodo Brian, come buona parte degli artisti dell'epoca, stava cominciando a sperimentare gli acidi, principalmente LSD, e forse anche per questo gli altri membri della band lo isolano, nonostante sia ancora l'indiscusso leader del gruppo. Brian comincia a scrivere nel dicembre del '65, e nel gennaio del '66 sono già praticamente pronte le 13 tracce che andranno a comporre il suo capolavoro; dico "suo" perchè anche se viene pubblicato come album dei Beach Boys è da tutti considerato un lavoro solista di Brian, che nei testi abbandona il surf, le macchine potenti, le belle ragazze, il sole e la California a favore di testi romantici, nostalgici e più impegnativi. Come detto prima, nel gennaio del '66 i 13 pezzi erano già pronti, ma Brian è un perfezionista, ossessionato dalle melodie e dalle armonie vocali, per questo la lavorazione va avanti per altri tre mesi, in cui Brian plasma secondo per secondo la sua opera, aggiunge strumenti non molto consoni al rock, come il corno e la fisarmonica, aggiunge registrazioni di suoni come il campanello di una bicicletta, un cane che abbaia e altri.
Mentre la band è in tournèe lui continua imperterrito a migliorare e perfezionare i suoni e la musicalità dell'album, e trova anche il titolo, da una critica mossagli da Mike Love dopo aver ascoltato i brani. Mike gli disse "Chi ascolterà questa roba? Un cane?", e da lì Brian decise che l'album si sarebbe intitolato "Pet sounds", letteralmente "Suoni animali".
Una volta terminate le basi armoniche Brian chiama a rapporto la band per registrare le parti vocali; è un lavoro lungo ed estenuante, perchè Brian è ossessivo e perfezionista ad un livello spaventoso, e a testimonianza di questo Mike Love, parlando di quella fase, ha affermato:
"Facevamo e rifacevamo le armonie e, se c'era anche il più piccolo accenno di un diesis o di un bemolle, non potevamo andare avanti. Brian cercava ogni minuscolo difetto a cui si potesse umanamente pensare. Tutte le voci dovevano essere giuste, tutte le voci con la loro risonanza e tonalità dovevano essere giuste. Il tempo doveva essere giusto. Il timbro delle voci doveva essere giusto, a seconda di come lui si sentiva. E poi magari, il giorno dopo, poteva gettare completamente al vento e pretendere che si rifacesse tutto da capo."
Fatto sta che dopo mesi di lavorazione, nel maggio del '66 nei negozi di dischi compare l'undicesimo lavoro in studio dei Beach Boys, anticipato dal singolo "Caroline, no". Il disco non ottiene subito un grande successo, vende molte meno copie dei precedenti, ma la critica lo accoglie a braccia aperte, e di anno in anno questo album acquista sempre più valore, è musicalmente pionieristico, ricco di ispirazione e sentimento, di lì a poco tutti i grandi parleranno di questo album come di uno dei più influenti di sempre, e potrei analizzare ogni singolo pezzo, spiegarlo e far notare le chicche sparse in ogni minuto, ma in fondo questo è un album che va ascoltato e non spiegato, è un album che dal primo secondo di "Wouldn't It Be Nice" fino all'ultimo di "Caroline, no" tiene l'ascoltatore in una specie di limbo, a mezz'aria cullato dalle sue armonie, e come si può analizzare un'opera come questa?....
Durante le registrazioni di "Pet Sounds" Brian scrisse altri pezzi, tra cui uno dei suoi più riusciti, l'indimenticabile "Good Vibrations" che verrà inserita nel successivo "Smiley Smile" del '67, ma questa è un'altra storia, e chissà, magari ve la racconterò un'altra volta. Come ho detto prima, "Pet Sounds" è un album che va ascoltato, tutto, dall'inizio alla fine, perchè al di là dei singoli pezzi, eccezionali senza nessun dubbio, la forza dell'album è la continuità, una continuità talmente forte che quando termina "Sloop John B", ultima traccia del lato A, durante quei pochi secondi che servono per girare il vinile sul piatto sembra mancare il fiato, ma per fortuna una volta rimessa la puntina al suo posto inizia "God Only Knows" e tutto riparte....
E allora se siete arrivati fin qui trattenete il fiato per un attimo, fate partire il video e fate un bel respiro,
per voi, questi sono i Beach Boys, questo è "Pet sounds", questa è "God Only Knows"!....

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines