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Luci e ombre di Calabria

Creato il 01 luglio 2015 da Luz1971
Luci e ombre di CalabriaSono "emigrante". Nel senso che sono emigrata alla fine degli anni Novanta dalla Calabria al Lazio. Sono una di quegli emigranti senza il richiamo forte delle origini, ho con la Calabria un rapporto di equidistanza, forte probabilmente delle mie concomitanti origini siciliane. Preferisco dire "sono meridionale", piuttosto che "sono calabrese". Ogni anno il grosso delle mie vacanze estive si svolge a Paola, piccolo paese del cosentino inerpicato sui monti che scendono a picco sul mare. La spiaggia è di quel tipo sassoso, sabbia grigia, mare che si inabissa dopo qualche decina di metri dalla costa. Questo paesino dalla storia millenaria ha problemi molto seri, assieme a molti altri centri vicini. Amministrazioni locali scadenti, denari spesi malissimo. Le risorse sono quindi addirittura spesso invisibili, perchè gestite male e senza criterio. Cominciando dal mare, per molti giorni d'estate sporco e impraticabile (pare che vi si scarichino fogne, addirittura). Un vero peccato, insomma. Sono stata in Francia qualche anno fa, e mi sono stupita dinanzi alla somiglianza della Costa azzurra con la costa tirrenica che tanto bene conosco. Solo che laggiù si lavora alla valorizzazione del territorio.
Luci e ombre di CalabriaLe bellezze di Calabria, è noto, non sono poche né trascurabili. Una delle tante, Cirella di Diamante, una perla con un mare splendido e montagne ancora più belle, persone semplici e genuine, buona cucina. E perfino una Rassegna teatrale: "Magna Grecia", un'iniziativa stupenda che ebbe fra le altre rappresentazioni una magnifica edizione del "Delirio delle Baccanti". Scenario le rovine della vecchia Cirella, un teatro all'aperto sotto un cielo stellato, un ricordo bello, se non fosse per l'umiliazione di professionisti che diedero l'anima per la realizzazione. Un teatro da 2000 posti e un centinaio di spettatori, enti locali e pro loco che non seppero pubblicizzare l'evento. Meno male che il giorno precedente a Crotone era stato un successone. Non credo possibile che con tante centinaia di migliaia di turisti uniti ai residenti non sia stato possibile fare di meglio. Ma sono questi i fatti dinanzi ai quali ci si trova andando in Calabria. Nulla da invidiare a nessuno, solo lo spirito di iniziativa, il senso della promozione e valorizzazione del territorio... come se fosse poco essere carenti in questi aspetti. Luci e ombre di Calabria Lasciate che vi racconti infine un'esperienza a Capo Rizzuto, sulla costa jonica. Un mare davvero splendido che è Parco Marino protetto: acque cristalline, trasparenti, con una fauna da invidia (c'è un rigorosissimo divieto di pesca)... ma scogliere e spiaggette spesso sporche e non curate! Spesso, sulle spiaggette si trovano lattine, bottiglie, ombrelloni vecchi e arruginiti, sedie sdraio in disarmo... lasciate lì, a testimoniare che un tempo qualcuno c'è stato. La domanda che ho posto a persone del luogo è stata: "Ma ci vuole poi molto ad incaricare, con i meccanismi consentiti dalla legge, un gruppetto di giovani o disoccupati del luogo che tenga pulite spiaggette e scogliere"? La risposta, prevedibile: "Non ci sono i soldi". E' vero che non dovrebbe neanche essere difficile NON SPORCARE, non contaminare porzioni di territorio così amene... ma tant'è.
Un'altra cosa: l'assenza di raccolta differenziata della spazzatura. Io ho conservato tutte le bottiglie di plastica dell'acqua minerale per smaltirle negli appositi contenitori della differenziata. Alla fine erano moltissime, ebbene: penultimo giorno di vacanza, mi reco ai cassonetti - posizionati solo vicino al comune - della plastica per gettare le bottiglie, ma noto che sono rotti, deteriorati e che dentro c'è di tutto. Solo che la plastica non dovrebbe puzzare. Una signora mi spiega che alla discarica "tutto finisce nello stesso posto". Insomma, se anche io getto le bottiglie nei cassonetti della plastica, i camion li conferiscono nel medesimo sito indifferenziato.
La raccolta differenziata dei rifiuti, intendiamoci, è cosa onerosa e complicata, ma certamente è un'urgenza, una priorità per tutti! Specie per zone turistiche così belle e frequentate.
Certamente qualche responsabilità ce l'hanno anche i cittadini, che non seguono la vita politica e amministrativa e non sollecitano i loro amministratori a realizzare almeno le opere indispensabili. Tutto questo mi ha fatto pervenire a conclusioni un po' estreme ma inevitabili: sono i calabresi a non voler cambiare, a non pretendere, a non valorizzare, a fare spallucce dinanzi a questo disastro. E credetemi, è un vero peccato sapere una risorsa così straordinaria soccombere nella più totale indifferenza. Cosa ne pensate?

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