Magazine Cultura

Lucio Mayoor TosiDue poesie senza titolo

Da Ennioabate

calice

 

*

Dolore di pioggia nel sole, sentenzia il chirurgo scendendo dalla bicicletta. Sono tempi difficili questi, sai quelle vaschette di plastica nere dove puoi spezzettare con grazia l’hamburger di maiale, oppure quei due rapanelli made in Italy al pepe Muntok? Ecco, son quelli che ti stanno fregando. Non sembra ma è così. Togliti dal televisivo novecentesco, dal modaiolo européen! Smetterà di piovere e potrai sdraiarti dentro di te come facevano migliaia di anni fa i tuoi giovani antenati.  E bada che anche questa poesia non si stia mettendo in posa: io e te, medico e paziente nell’anno 2014 di fianco alla bicicletta, tu che piangi e io che ti consolo parlandoti apertamente del cancro fascista della nuova sinistra.  Dentro le case c’è solitudine, è dolore di pioggia, sale alle tempie e non sai che pensare, proprio adesso che rischi di  morire per scadenza, povero, come quando finisce un concertino cretino (una domenica fuori dallo stadium, l’aeroporto di là dai tetti e giusto una nuvola). Sbadatamente. 

 

*

La fidanzata giace nelle mie occhiaie simile ad un edema e io non so se digestire il trauma di una sfiorita come farebbe un giardiniere di qui, con saggezza e santa pazienza, oppure se farmi giapponese mettendo in buon ordine i fiori secchi, separando i belli dai brutti sul corpo esanime dell’avvenimento quasi compiuto. E’ il quasi che non va, che ferisce l’esistenza intera, come se il pianeta avesse il volto di un bambino risentito per quanto prosegua nella sua corsa col sole d’aprile. L’amore sta nella juta di una borsa contadina, se lo respiri ti verranno gli occhi celesti e diverrai quello buono come il pane. Qui però son tutti sposati, si sono messi al sicuro.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :