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Lui si chiama Antonio Di Pietro! Lui è uno di noi.

Creato il 02 agosto 2012 da Freeskipper
Lui si chiama Antonio Di Pietro! Lui è uno di noi.Lui parla la lingua della gente per bene di questo Paese. Lui sta dalla parte dei cittadini, dei pensionati, dei lavoratori, di coloro che campano a fatica con un stipendio da fame, di chi la vita se la suda davvero tutti i giorni e crede che - malgrado “loro” - un mondo migliore, un'Italia più giusta, equa e solidale sia ancora possibile! Lui è quello che quando va in televisione non ha peli sulla lingua e gliele canta “chiare e tonde” come farebbe un anziano che con una miseria di pensione deve pagare la badante più di quanto l’Inps riesca a dargli ogni mese, come farebbe un lavoratore dipendente che assieme allo stipendio ha visto impoverirsi diritti e aspettative, come farebbe un giovane laureato che se vuole lavorare deve sottostare a certi “compromessi”, come farebbe un onesto contribuente che paga fino all’ultimo centesimo di tasse pur sapendo che questo Stato non gli darà mai in cambio neppure uno straccio di welfare! Lui si chiama Antonio Di Pietro. Ma a ”loro” il suo dire non piace! Il suo pensare gli fa venire addirittura i brividi! “Loro” sono rimasti legati al "politichese" vecchia maniera e se non ti adegui, ti fanno fuori!
Di Pietro, che è successo?
Non lo so, so solo che noi oggi abbiamo fatto qualcosa di concreto e che qualcuno le chiama “derive”.
Vendola dice che lei di lavoro fa il polemista.
Io la chiamo politica. E il nostro non è un partito ipocrita: ieri Bersani ha presentato 10 punti programmatici. Sono anche i nostri. Ma mi domando come faccia poi a votare la fiducia a provvedimenti di Monti che dicono il contrario.
Anche Vendola alla fine ha dovuto frenare i toni.
La loro fregatura è la Rete. Nel giro di un quarto d’ora ha dovuto fare retromarcia. Alla fine della fiera SeL non potrà mai accettare di stare con l’Udc. Mi rifiuto di pensare che al mio posto, nella foto di Vasto, ci sia la faccia di Casini.
Un mese fa eravate insieme, in conferenza stampa, a dare l’ultimatum al Pd. Quanto è pesata la sua polemica con il Quirinale sulla trattativa nell’allontanamento di Vendola?
Ci hanno considerato irrispettosi solo perché informiamo i cittadini su una inopportunità, una bruttura, un comportamento che non ci piace. Abbiamo criticato il Capo dello Stato perché sollevando il conflitto di attribuzione su una vicenda così delicata ci ha delusi. Darci dei reietti, dei populisti, dei demagoghi è una furbata del sistema di potere. Se ci sono soggetti di cui non si può parlare vuol dire che siamo in una democrazia a scartamento ridotto.
Dicono che siete voi a mettervi fuori dal gioco democratico quando criticate le istituzioni.
Noi siamo l’unica alternativa al compromesso. Io mi appello agli elettori e al fronte dei non allineati: ci sono momenti in cui è necessario unire le forze per sconfiggere un nemico. Oggi il nemico della democrazia è il consociativismo falso e ipocrita che vogliono far proseguire nella prossima legislatura.
Ma chi c’è in questo fronte dei non allineati?
Se mi rivolgo a qualcuno in particolare poi domani c’è sicuramente qualcuno che dice no, noi non ci stiamo. Io mi rivolgo a tutti quelli che in privato mi dicono che faccio bene a dire basta alle fiducie, e poi in pubblico mi danno del polemico .
Il Pd però con voi ha chiuso. Ieri Bersani ha ripetuto che “avete preso un’altra strada”.
Loro vorrebbero che non esistesse un partito come il nostro che li richiama alle loro responsabilità.
La legge elettorale vi penalizzerà?
La sola idea che il fronte dei non allineati potesse mettersi insieme li ha fatti morire di paura. Hanno bisogno di una legge elettorale che fermi il voto di protesta. Ma non ce la faranno, sono disperati, siamo noi che potremmo buttarli fuori.
Grillo però con voi non vuole venire...
Capisco che vogliano stare da soli e sono contento che arrivino in Parlamento.
Dunque come si fa?
Io dico che se abbiamo coraggio, li possiamo sconfiggere. Non si veda in me il partito dello sfascio. Anche quando metto a nudo il Re Pd, cerco di convincere i suoi elettori che i dirigenti non possono predicare bene e razzolare male. In questo momento è questo il voto utile.
Eppure anche nel suo partito non tutti condividono la linea. Ieri il capogruppo Massimo Donadi è arrivato a parlare dell’ipotesi di un congresso.
Viva la democrazia. Ma Donadi è uno, il partito nella sua totalità è un altro. Comunque rispettiamo chi pensa che dovremmo dire sì al Pd come cagnolini scodinzolanti.
Spara a zero anche stavolta. Proprio quello di cui l’accusa un altro Idv, Elio Lannutti.
Lo abbiamo candidato come indipendente. Non gli abbiamo chiesto di iscriversi né di votare compatto con il gruppo. Dove sarebbe questo partito che non accetta discussioni al proprio interno?
Sabato c’è la tradizionale festa a casa sua, a Montenero di Bisaccia. Intorno, però, è cambiato tutto. Pentito di qualcosa?
Sono sempre lo stesso. Rifarei tutto quello che ho fatto.
P.S.: L’intervista sopra riportata è stata rilasciata oggi a 'Il Fatto Quotidiano'.

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