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Luino (VA): al Teatro Sociale il ricordo di D’Acquisto e del “Giusto tra le nazioni”

Creato il 14 febbraio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Martedì 18 febbraio, alle ore 10, al Teatro Sociale di Luino si celebrerà il “Giorno della Memoria” ed il bicentenario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Saranno raccontati ad i giovani studenti del luinese la vita del brigadiere Salvo D’Acquisto, con la presenza del fratello Alessandro, e la storia del Maresciallo di Maccagno (1939-1946), Enrico Sibona. Sono stati esempi di coraggio, altruismo ed onestà intellettuale.

Un monumento dedicato a Salvo d'Acquisto (flickr.com)

Un monumento dedicato a Salvo d’Acquisto (flickr.com)

Ricorre quest’anno il bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, un anniversario di grande rilevanza per tutta la collettività nazionale. Il Sindaco di Luino Andrea Pellicini introdurrà la cerimonia, a cui presenzieranno il Prefetto di Varese, Giorgio Zanzi, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Alessandro De Angelis ed altre autorità. Gli ospiti dell’incontro, invece, saranno Alessandro D’Acquisto, fratello di Salvo, ed i figli del Maresciallo Enrico Sibona, che interverranno portando la loro esperienza.

Un percorso lungo 200 anni dunque che ha fatto nascere un profondo e indissolubile legame fra la Stazione dell’Arma dei Carabinieri e la nostra città. Fu Vittorio Emanuele I di Savoia ad istituirla, per fornire anche al Regno di Sardegna un corpo di polizia simile a quello francese della Gendarmérie. Da sempre l’Arma costituisce una delle istituzioni più solide, sicuro punto di riferimento per la tutela della legalità, per la prevenzione ed il contrasto alle criminalità di ogni specie. La ferma ispirazione a valori quali l’onestà, l’impegno sociale e civile, il senso del dovere, la disciplina e la tenacia, il senso di giustizia fu coerentemente portata avanti fino a scrivere pagine di eroismo, come fece il Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto che sacrificò la sua stessa vita.

Salvo D’Acquisto è stato un vice brigadiere dei Carabinieri, insignito di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria per i fatti del 23 settembre 1943 che lo videro eroico protagonista. Salvo D’Acquisto era stato nominato vice brigadiere, destinato alla stazione dei Carabinieri di Torrimpietra, in una zona rurale a pochi chilometri da Roma. Dopo il proclama di Badoglio, un reparto di SS si era accasermato nella stazione della Guardia di Finanza, vicino al paese e quindi sotto la giurisdizione del Comando di Torrimpietra. Durante l’ispezione di alcune casse di munizioni i soldati tedeschi furono investiti dall’esplosione di una bomba a mano, probabilmente per imperizia nel maneggio degli ordigni. Due dei soldati morirono e altri due rimasero feriti. A questo punto il comandante del reparto tedesco attribuì la responsabilità dell’accaduto ad anonimi attentatori locali e richiese la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione, che era comandata proprio da Salvo D’Acquisto. I tedeschi minacciavano una rappresaglia se non fossero trovati i colpevoli. La mattina seguente, D’Acquisto, assunte alcune informazioni, provò a ribattere che l’accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di autori, ma le SS insistettero sulla loro versione e richiesero la rappresaglia, ai sensi di un’ordinanza emanata dal feldmaresciallo Kesselring pochi giorni prima.

A destra, in piedi, Enrico Sibona, Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Maccagno,  dal 1939 al 1946. (youtube.com)

A destra, in piedi, Enrico Sibona, Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Maccagno, dal 1939 al 1946. (youtube.com)

Il giorno dopo, il 23 settembre 1943, furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona. Lo stesso D’Acquisto fu forzatamente prelevato dalla caserma, da parte di una squadra armata di SS, e fu condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli ostaggi. Più volte fu chiesto agli ostaggi e al vice-brigadiere di consegnare i colpevoli, ma D’Acquisto ribadì che non ve ne potevano essere, perché l’esplosione era stata accidentale, gli ostaggi e gli altri abitanti della zona erano dunque tutti quanti innocenti. Gli ostaggi e D’Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle vicinanze della Torre di Palidoro, per la ormai prossima loro fucilazione. Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore e quando furono concluse fu chiaro che le SS avrebbero davvero messo in atto la loro terribile minaccia. A quel punto, però, furono i 22 ostaggi furono liberati tutti e di diedero immediatamente alla fuga. Rimase con i soldati tedeschi solo il giovane Salvo D’Acquisto che si era autoaccusato del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell’accaduto, chiedendo l’immediata liberazione dei rastrellati. Un testimone, uno degli ostaggi che scappò via, fece in tempo, mentre correva, a sentire il grido “Viva l’Italia” lanciato dal carabiniere, seguito subito dopo dalla scarica di un’arma automatica che portava a termine l’esecuzione. Si girò e vide un ulteriore colpo sparato da un graduato tedesco al corpo già riverso per terra. Il comportamento del militare aveva infatti colpito le stesse SS, che il giorno dopo, secondo quanto riferito nella testimonianza della Baglioni, le riferirono: “Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte.”

Anche il Maresciallo Enrico Sibona, comandante della Stazione dei Carabinieri di Maccagno dal 1939 al 1946, si adoperò per salvare la vita ad alcuni ebrei dalla persecuzione nazifascista e, tra loro, a Guido Lopez e Bianca Lopez Nunes. Entrambi, giovani poco più che ventenni, milanesi erano sfollati sulle rive del nostro lago per sfuggire alle persecuzioni razziali, già in atto anche in Italia fin 1938. Scoperto dalle milizie fasciste, fu arrestato e deportato nei campi di concentramento in Germania e Cecoslovacchia. Lo Stato di Israele riconobbe la figura eroica di Enrico Sibona e con provvedimento del 4 ottobre 1992, lo insignì del titolo di “Giusto tra le Nazioni”.

Infine, il Prefetto di Varese, Giorgio Zanzi, affiancato dal Sindaco, Andrea Pellicini, consegnerà le medaglie d’onore agli ex deportati o alle loro famiglie. Alla manifestazione, organizzata dal Comune di Luino con la collaborazione della locale stazione dei Carabinieri, dell’ANPI e dell’Associazione Alpini, presenzieranno i ragazzi delle scuole. La Caserma del Comando dei Carabinieri di Luino porta il nome del brigadiere Salvo D’Acquisto.

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