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Luna di miele di paura e sanguinarie cheerleader in blu-ray

Creato il 27 settembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Honeymoonplay video

Lei è la Rose Leslie della popolare serie televisiva Il trono di spade, lui, invece, è l’Harry Treadaway che i seguaci del piccolo schermo conoscono soprattutto per essere il Victor Frankenstein di Penny Dreadful.
Neosposi decisi a passare una rilassante luna di miele in una baita immersa tra i boschi, non immaginano di trovarsi presto ad avere a che fare con qualcosa di decisamente sinistro e inquietante in Honeymoon (2014), lungometraggio d’esordio per la Leigh Janiak che aveva già lavorato come assistente, tra l’altro, sui set di Biancaneve (2012) di Tarsem Singh e Quello che so sull’amore (2012) di Gabriele Muccino.
Perché, dopo baci, carezze e sorrisi, al di fuori dell’abitazione, nottetempo, mentre la coppia dorme non tardano a manifestarsi misteriosi fasci di accecante luce; prima ancora che la donna venga ritrovata vagante e disorientata nella foresta e che, nei giorni successivi, cominci a mostrarsi sempre più distante nei confronti del compagno.
Compagno che, complice anche il fatto che lei riveda nel posto un vecchio amico, inizia ad avere non pochi sospetti nei suoi confronti e a sprofondare nelle paranoie, un po’ come avveniva anche in The perfect husband (2014) di Lucas Pavetto, oltretutto caratterizzato da una simile ambientazione.
Sebbene, in questo caso, essendo il super classico L’invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel (insieme a Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York) il principale punto di riferimento della cineasta, sono presumibili presenze extraterrestri a rappresentare l’incombente male volto a portare allo scompiglio l’idilliaco viaggio di nozze; nel corso di oltre un’ora e venti di visione che, interamente costruita sulla lenta attesa (ma con disgustosi esseri vermiformi in agguato e non meglio identificati fluidi vaginali), si lascia tranquillamente intendere in qualità di allegoria in salsa fanta-horror relativa ai segreti e ai più o meno insospettabili retroscena che, spesso, accompagnano le esperienze fedifraghe.

All cheerleaders die

Ora e venti di visione che, arricchita di due brevi backstage, uno speciale ed interviste alla Janiak e ai due protagonisti nella sezione extra, è Koch Media a rendere disponibile su supporto blu-ray tricolore all’interno della collana Midnight factory, dedicata ai classici contemporanei dell’orrore e del fantasy; con custodia amaray inserita in slipcase cartonato e booklet incluso nella confezione, come pure All cheerleaders die (2013), diretto a quattro mani da Lucky McKee e Chris Silvertson (rispettivamente autori di May e Il nome del mio assassino), nonché rifacimento dell’omonimo lungometraggio realizzato in video nel 2001 dagli stessi e riguardante un gruppetto di vendicative cheerleader zombi.
Rifacimento prodotto dall’Andrew van den Houten responsabile di Headspace (2005) e che, pur apparendo meno lineare, rispetta bene o male il plot dell’elaborato originale nel contrapporre il gruppetto di cheerleader del titolo ai ragazzi della squadra di football, per poi farle resuscitare in seguito ad un tragico evento (tra loro, vi è una giovane che pratica la magia nera) e inscenare l’attesa mattanza.
Perché, una volta superata la circa mezz’ora di presentazione dei vari personaggi, tra raggi colorati e le defunte che tornano in vita sexy e apparentemente identiche ai comuni mortali si passa allo splatter (con molto digitale incluso), ma con il dichiarato fine di indagare figure considerate stereotipe (come, appunto, le ragazze pon pon) per trarne caratteri realistici.
E si respira non poco aria da teen horror americano anni Novanta alla Giovani streghe (1996) di Andrew Fleming, al servizio di un già cult qui proposto attraverso un disco in alta definizione corredato di trailer e di un backstage di ventitré minuti.

Francesco Lomuscio

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