Magazine Cucina

Luna rossa

Da Djlara
LUNA ROSSADove sei, Fratellone?
Fa un freddo cane, qui dentro..
Hai un bel da dire, che con le giacche che porteranno dentro e con il calore di una mandria che balla, dopo andrà tutto meglio.
Le discoteche, prima di aprire, fanno paura.
Ogni rumore rimbalza fino al tetto di lamiera.
Questi tubi grandi sono gli esofaghi dei draghi, e sbuffano vapore nel gelo di fuori.
I frigoriferi sono pieni di lattine scintillanti, allineate.
Le grandi casse tacciono.
Solo un leggero ronzio, quando si accendono le luci intermittenti.
Lame di luce che arrivano fino al bitume opaco del terreno. Adesso.
Dopo sarà una selva di anfibi, labbra scure, orecchini traballanti, magliette stinte.
I tavolini,per ora, mostrano ancora lo scheletro, e gli sgabelli sono inerpicati in ordine.
Dove sei, Fratellone?
Il pacchetto azzurro sbatte contro l'accendino, nel taschino della camicia.
Ogni dito un anello d'argento.
La testa rasata e ispida di capelli appena nati.
Qui la gente sta già sbuffando fuori dalla porta.
Mani calcate in fondo alle tasche.
Mento sul petto.
La giacca nel baule della macchina, per risparmiare i soldi del guardaroba.
Tessera ARCI, 'Va bene anche quella del canile di Orvieto?'.
Sei qui, Fratellone.
I denti di sopra sono consumati. Sorridi con quelli di sotto, col mandibolone.
Ti lisci i baffi, con soddisfazione.
Hai un milione di cicatrici.
Ma dove te lo sei fatto, tutto quel male?
E le mani. Madonna, quelle mani. Più adatte a maneggiare una vanga, piuttosto che le fragili custodie dei dischi. E i cd, poi, vaffanculo, che si spaccano subito le linguette.
Birra da bere, una voce che parte da una caverna e arriva, in impennata, fino ad uno stridio di acciaio. Come sanno essere certe voci in Emilia, che ti fanno fare le montagne russe di cantilena.
Mi manchi tanto, Fratellone.
Non ti abbracciavo, non ti baciavo. Non era il caso. Ma era lo stesso perché lo mascheravo con le nostre lotte marziali, come le zuffe dei bambini.
Non te l'ho mai detto, che ti volevo bene. Non ne avevo bisogno. Perché ti ho chiamato subito dopo aver avuto un figlio. Senza pensare che non ci sentivamo da molti anni, e non hai avuto neanche un'inflessione di sorpresa, o stranezza.
Però, che due maroni, Fratellone..

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine