Magazine Diario personale

LUNARIA (le ultime fasi)

Da Met Sambiase @metsambiase

LUNARIA  (le ultime fasi)

III

Rende la carne greve

quel pensiero

come sceso dalle fate

o dalle sagome caduche

in un freatico silenzio d’Acqua

la cellula che le compone il cuore

globuli di poesia delle domeniche

allegre fisarmoniche in ipossiemia di sensi.

Ma quando cede alla mezz’aria delle sue voci

si mette a girare nelle dighe

nelle secche, nelle mosche

è quella che appare 

traspare

come la miseria frusta.

Ogni sogno è sgrezzato,

lavato, (ri)costruito,

come la prediletta figlia femmina della Luna

volante, fra le miglia delle piastrelle

dei fiori di limoni

un’essenza, decantata

un canto dall’altra riva

sebbene prenda a macete il primo quarto

- che quindi cala a fasce -.

Così è spoglia.

Le hanno asportato il male dei dubbi

incuneato il reale dei vivi

spezzandole il braccio, nella via dell’indulto.

IV

(Ah padrona)

spettro nero

diafana

con le fibbie slacciate nel fiato

finché si stende e si rialza

riordina le scarpe per uscire scalza

a guardare oltre il firmamento

e trova il Magreb

e la licantropia che le gualcisce l’anima

incomposta, allunata dei sospiri

rincorsi, (ri)corsi negli uomini al metilene

l’ansia chimica dei ricordi assimilata

all’essenza il nulla, l’attesa delle stelle

la testa inciucia pensieri

sottopancia, girata nel dorso,

fuori

nel cuneo soffocante della bassa marea.

(inciucia: racconta pettegolezzi, ndt)



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