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Lunedì Cinema - A proposito di Davis

Creato il 12 febbraio 2014 da Danilo Baccarani @dumbbac
  Hang me, oh hang meI’ll be dead and goneI wouldn’t mind the hangingBut the layin’ in a grave so long, poor boyI been all around this world[...]*
 Sin dai primi film dei fratelli Coen si poteva intuire che non avremmo assistito ad una sequenza di opere (più o meno riuscite) a comparti stagni, era chiaro che l'esplorazione dei generi mirava alla costruzione e alla definizione di un mondo fatto di luoghi, personaggi bizzarri ed eventi al limite dell'incredibile. In ogni esperimento (commedia rosa, noir, western solo per ricordarne alcuni) questo mondo non ha mai mostrato segni di cedimento, anzi si è sempre autoalimentato facendo emergere in maniera nettissima elementi affini e determinando uno stile che, oramai, appare consolidato. A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) è un film molto Coeniano.Ha diverse similitudini con le opere precedenti dei due fratelli di Minneapolis e racconta un altro tipico protagonista dall'animo fragile, perfettamente in scia al Larry Gopnik di A serious man ** o al protagonista di Barton Fink***.Animo malinconico, carattere sui generis e una sfortuna nera che si accanisce su di lui, evento dopo evento: questo è Llewyn Davis, cantante folk di un duo scioltosi prematuramente per il suicidio del suo amico-collega. Dimesso, abbattuto, disarmato, abituato a dormire sui divani di chiunque sia disposto ad ospitarlo, solo con la sua chitarra, affronta la sua personale Odissea che, inevitabilmente, terminerà con un definitivo fallimento.Odissea non a caso, visto che anche il gatto che accompagna Llewyn si chiama Ulisse ed è forse lo strumento adatto ai Coen per raccontare il viaggio del protagonista (ancora una volta il tema del viaggio dell'antieroe, Arizona Junior****Fratello dove sei?*****) perdente che continua ad inanellare una serie interminabile di sconfitte.Un mondo fatto di delusioni: nei rapporti famigliari, in quelli amorosi, con il mondo della musica che lo rifiuta ma beffardamente lo tiene legato a sè in un abbraccio mortale lento e inesorabile. Il gran rifiuto del produttore di Chicago è la summa della visione Coeniana dei rapporti tra arte, industria e mondo dello spettacolo. Quel "Non vedo soldi" pronunciato al termine di una esibizione accorata e struggente, chiude cinicamente la porta ad ogni velleità di successo.Questo è forse lo snodo narrativo più importante, quello che potrebbe cambiare le carte in tavola, ma i Coen sembrano divertirsi a mettere in difficoltà il loro protagonista. (Un altro snodo potrebbe essere il vero e proprio bivio che Llewyn affronta in auto, di notte, e che non imbocca per la città di Akron dove vivono la sua ex e il figlio che non ha mai conosciuto). In un finale amaro più che mai, ecco lo schiaffo definitivo alle speranze di Llewyn.Fate attenzione a chi salirà sul palco del Gaslight dopo l'esibizione del nostro protagonista e capirete perché Llewyn Davis altro non potrà essere che IL perdente per eccellenza. Nel film, un vero omaggio alla musica folk (e ispirato dalla autobiografia di Dave Van Ronk) appare il solito campionario di comprimari che accompagnano il viaggio (circolare, in quanto il film inizia e finisce sulla stessa scena) del protagonista, interpretato da un convincente Oscar Isaac.
È l'America dei Coen, popolata di caricature raccontate con puntuali primi piani: lo straordinario John Goodman o l'italoamericano Max Casella che interpreta Pappi Corsicato (chiamato solo casualmente come un noto regista di casa nostra??) il proprietario del locale dove Llewyn si esibisce.Ottime anche le prove di Carey Mulligan e di Justin Timberlake. In sintesi questo film è poesia allo stato puro, vuoi per la musica, vuoi per la straordinaria capacità dei Coen di raccontare la delusione umana, vuoi perché tocca in profondità le corde dell'animo.Forse è il Coen più riuscito di sempre. Inside Llewyn Davis
Candidato a due premi Oscar (fotografia e sonoro).
*Hang me, oh hang me
 di Dave Van Ronk
**   A serious man (2009)**  Barton Fink (1991)
**** Raising Arizona (1987)
***** O brother, Where Art thou? (2000)

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