Magazine Cultura

Lunghe interviste con narratori nudi

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

il_570xN.368714576_6l9hSempre a proposito di uomini, di donne, di scrittura e di ritrattistica in forma scritta, tra le decine di progetti letterari che mi piacerebbe concretizzare e che invece – per mancanza di tempo, denaro ed energie – mai riuscirò a trasformare in realtà c’è la vecchia idea di mettere insieme una raccolta di conversazioni con romanzieri non famosi, blogger privi di seguaci, saggisti di nicchia e avventori del self-publishing disposti a rilasciare un’intervista senza vestiti addosso.

Mi è difficile immaginare che gli autori di best sellers da scaffale asseconderebbero la provocazione voyeuristica di chi voglia andare a verificare se davvero, come sostiene il più banale del luoghi comune in materia di letteratura, lo scrittore è nudo di fronte ai suoi lettori; ma credo che non sarebbe troppo arduo mettere insieme un gruppetto di non professionisti della parola ben felici di aumentare un po’ la dose dell’esibizionismo indispensabile a chi mette i propri pensieri nero su bianco e di allentare l’elastico delle mutande insieme a quello, se ci si riesce, di tutte le altre maschere protettive.
A mio parere questo sarebbe un modo efficace e un po’ fuori dagli schemi per ragionare su una questione estremamente attuale: quella dei meccanismi emotivi e comportamentali che regolano gli equilibri tra intimità e condivisione del sé, tra io-sentito ed io-mostrato, tra privato e pubblico, tra nudità reale e nudità costruita per apparire svestiti quando in realtà si sta indossando il proprio abito migliore.

Faccia-a-faccia di questo genere necessiterebbero di tempi dilatatissimi perché, per risultare efficaci, dovrebbero essere un susseguirsi di imbarazzi, di arrossamenti, di indecisioni, di titubanze. Occorrerebbero probabilmente ore, giornate intere, per lasciare all’intervistato e all’intervistatore tutto il tempo di ambientarsi, di studiare l’altro, di prendere passo passo confidenza. Se non ci fossero timidezze, ritrosie, dubbi e ripensamenti, se tutto si risolvesse in un compiaciuto e impudico smutandamento immediato, l’intervista si rivelerebbe infatti un colossale fallimento: vorrebbe dire che non si sta affatto incontrando uno scrittore nudo, né una persona senza difese, ma solo il solito ologramma umano che, sventolando la propria intimità, trova il modo migliore per nascondersi e venderci il consueto smoking.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines