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Lupi ti butta fuori di casa se ti opponi all’iniziativa del palazzinaro, ti sposta altrove e non rientri più

Creato il 05 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

http://www.eddyburg.it/2014/08/come-rubare-la-casa-agli-italiani.html?spref=fb

è un sito di valore e qualità. La proposta di legge del ministro Lupi dà una spallata al diritto alla casa, fa un gran favore agli impresari edili, imposto con la forza della maggioranza politica renzista, e continua la trasformazione classista delle nostre città. Un’accelerazione all’urbanistica dei ricchi e dei poveri, che spaccherà in due i centri abitati. Di fatto la divisione sociale si sente ed è effetto di politiche economiche che non si combattono certo con l’animazione sociale. La serie di sfratti rientra in questo bel progetto classista, come anche la legge sulla morosità incolpevole: ti porta fuori casa, risarcisce il proprietario a spese degli enti locali, e ti dà un’altra abitazione, altrove, a canone moderato (il canone sociale, tipico delle vecchie case popolari, sparirà del tutto?), dove non disturbi il panorama di cui il borghese deve godere. Perché il cittadino deve avere un certo reddito, deve potersi potersi permettere di pagare la scuola e la sanità, l’auto e l’autostrada, i giornali che ti fanno sentire aggiornato. Gli altri s’arrangiano. Marciamo verso questo presente che s’infutura con ottimismo feroce ma mascherato dal sorriso renzista.

href=”PAOLO">PAOLO" rel="nofollow">http://www.eddyburg.it/search/label/autore:Paolo%20Berdini”>PAOLO BERDINI  03 Agosto 2014

27  3 «Ci sono decine di migliaia di fami­glie di lavo­ra­tori che si sono inde­bi­tate per acqui­stare una casa e oggi il valore dei loro alloggi è infe­riore a quello di acqui­sto. Il crollo dei valori immo­bi­liari è stato cau­sato dalla crisi eco­no­mica mon­diale ma anche per­ché nel ven­ten­nio domi­nato dal neo­li­be­ri­smo si è costruito senza regole a ritmi folli». Il manifesto, 3 agosto 2014 (m.p.r.) Per avere pre­sen­tato una pro­po­sta di legge urba­ni­stica che limi­tava il domi­nio della ren­dita immo­bi­liare, il mini­stro dei lavori pub­blici demo­cri­stiano Fio­ren­tino Sullo, fu sot­to­po­sto ad una inau­dita cam­pa­gna dif­fa­ma­to­ria orche­strata dalla grande pro­prietà fon­dia­ria e dai costrut­tori edili. Fu accu­sato di voler «togliere la casa agli ita­liani» e sulla base di que­sta men­zo­gna la legge fu accan­to­nata per sempre. Era il 1963 e a distanza di cin­quan­tuno anni si capi­sce il motivo della vio­lenza della classe diri­gente nei suoi con­fronti: le case degli ita­liani le vole­vano ven­dere loro. Per cin­que decenni hanno domi­nato incon­tra­stati il mer­cato della casa impo­nendo prezzi senza con­trollo; costruito peri­fe­rie di brut­tezza e disor­dine inim­ma­gi­na­bili nell’Europa occi­den­tale; gua­da­gnato for­tune incal­co­la­bili. Nel momento di crisi del loro modello di governo pen­sano che sia venuto il momento di com­piere l’ultimo misfatto. I tri­sti nipo­tini dei pro­ta­go­ni­sti della dif­fa­ma­zione di Sullo hanno infatti ideato – e il mini­stro delle infra­strut­ture Mau­ri­zio Lupi l’ha pron­ta­mente pre­sen­tata al Par­la­mento– una pro­po­sta di riforma urba­ni­stica che mette per la prima volta nella sto­ria dell’Italia con­tem­po­ra­nea a rischio le case delle fami­glie italiane. La pro­po­sta, infatti, non dice nulla sui motivi che a par­tire dal 2007 hanno por­tato a una dimi­nu­zione dei valori immo­bi­liari che nelle aree mar­gi­nali del paese ha rag­giunto il valore del 40% e si atte­sta sul 20% nelle peri­fe­rie delle grandi città. Ci sono decine di migliaia di fami­glie di lavo­ra­tori che si sono inde­bi­tate per acqui­stare una casa e oggi il valore dei loro alloggi è infe­riore a quello di acqui­sto. Il crollo dei valori immo­bi­liari è stato cau­sato dalla crisi eco­no­mica mon­diale ma anche per­ché nel ven­ten­nio domi­nato dal neo­li­be­ri­smo si è costruito senza regole a ritmi folli e oggi tutti gli isti­tuti di ricerca di set­tore par­lano di almeno un milione di alloggi nuovi inven­duti. I valori delle abi­ta­zioni sono crol­lati per­ché c’è troppo inven­duto. Anche una per­sona nor­male – non biso­gna essere mini­stri — com­prende che se si costrui­scono altre case, il valore degli immo­bili esi­stenti dimi­nuirà ancora e le fami­glie ita­liane subi­ranno un ulte­riore impo­ve­ri­mento dopo il taglio degli sti­pendi, delle pen­sioni e del wel­fare. La pro­po­sta cosid­detta «Lupi», ma che viene dalla potente asso­cia­zione della pro­prietà immo­bi­liare e dai costrut­tori ita­liani, è tutta pen­sata per favo­rire un’ulteriore costru­zione di nuove case senza pren­dere atto del fal­li­mento dalla poli­ti­che seguite fino ad oggi. Al di là di vuoti richiami alla pro­spet­tiva di fer­mare il con­sumo di suolo, essa si basa infatti sullo stesso pila­stro che ha favo­rito la cemen­ti­fi­ca­zione, e cioè il diritto edi­fi­ca­to­rio rico­no­sciuto per legge in eterno e – addi­rit­tura — afferma nei prin­cipi della legge (art. 1) che «ai pro­prie­tari di immo­bili è rico­no­sciuto il diritto di ini­zia­tiva (…) anche al fine di garan­tire il valore degli immo­bili». Pen­sano alla grande pro­prietà, gli altri cit­ta­dini non contano. Ma oltre che con un ulte­riore deprez­za­mento, vogliono rubare real­mente la casa agli ita­liani anche con il recu­pero del patri­mo­nio edi­li­zio esi­stente. Nei brevi arti­coli dedi­cati a quello che dovrebbe invece essere il pila­stro dell’edilizia del futuro, si trova infatti un mec­ca­ni­smo inam­mis­si­bile e odioso. Si dice che se ci sono pro­prie­tari con­trari ad ini­zia­tive edi­li­zie si potrà agire in loro danno spo­stan­doli in un’altra parte della città senza il diritto a rien­trare dopo le opere nella casa in cui sono vissuti. Così gli spe­cu­la­tori «valo­riz­zano» le loro immense pro­prietà e i più poveri dovranno sot­to­stare una volta di più alle ragioni del più forte. Una vera mascal­zo­nata sociale. La pro­po­sta di legge Lupi è la dimo­stra­zione amara delle teo­rie di Luciano Gal­lino sul trionfo di un revan­sci­smo pro­prie­ta­rio di classe che sem­bra non incon­trare limiti. Una con­ferma delle reali inten­zioni del governo Renzi che ha infatti con­fer­mato il mini­stro ex ber­lu­sco­niano di ferro. È ora di rico­struire uno schie­ra­mento alter­na­tivo al libe­ri­smo e idee per ali­men­tarlo. A par­tire da una pro­po­sta che azzeri il domi­nio intol­le­ra­bile della ren­dita paras­si­ta­ria in Italia.

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