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Lusi: “Soldi a tutti, anche a Renzi”. Bossi&Figli; sul registro degli indagati. La base leghista divisa: “È tutto un complotto”. “Senatur, vergogna!”.

Creato il 17 maggio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Lusi: “Soldi a tutti, anche a Renzi”. Bossi&Figli; sul registro degli indagati. La base leghista divisa: “È tutto un complotto”. “Senatur, vergogna!”.

La vergogna nuda

Lo stipendio giusto, o la paghetta, è nell’ordine dei 3500/5000 euro mensili, con variazioni di 500 euro in più o in meno. È quanto emerge dagli ultimi fatti e, in special modo, dall’audizione di Luigi Lusi al Senato e dalle indagini della Procura della Repubblica su Umberto Bossi&Figli finiti sul registro degli indagati per truffa ai danni dello stato. Vediamo i casi. Luigi Lusi ha dichiarato ai senatori, dopo averlo fatto ai magistrati, che lui ha seguito solo le direttive del partito e, in modo particolare di Francesco Rutelli.Ha parlato di finanziamento delle campagne elettorali e, fin qui, purché rendicontate, quelle somme finivano esattamente dove dovevano finire. A Rutelli, l’ex tesoriere della Margherita ha dato 150mila euro. Alla domanda dei senatori su “come” glieli avesse dati e quali fossero le pezze d’appoggio, Lusi ha risposto: “Li ho dati in modo da tutelare Rutelli”, una frase sibillina che significa tutto e il suo contrario. Ma anche Matteo Renzi ha chiesto l’obolo per la campagna elettorale però, al contrario di altri, Renzi ha fatturato tutto. Non ci sembra un aspetto di poco conto. Quello che sconcerta, tutt’al più, è l’atteggiamento di Rutelli che, a fronte della richiesta del sindaco di Firenze di 120mila euro da darsi in tre tranche, alla seconda Rutelli ha detto stop per cui al Renzinosono andati all’incirca “solo” 70mila euro. Lusi ha però parlato di altri finanziamenti a prima vista non coerenti con la causale del rimborso statale. Ad esempio del mensile a Renzo Bianco, inizialmente di 3000 euro, passato poi a 5500. Delle donazioni a una fondazione chiamata “Centocittà”, a una società di Catania del marito della segretaria di Bianco, 150mila euro di cui non si conosce l’uso. Soldi attraverso bonifici o in contanti, venivano dati a quasi tutti i dirigenti del partito, spesso per i taxi, altre per rimborsi semplici, quasi mai per rimborsi strettamente elettorali. Fondata l’Api, Rutelli ha pensato di finanziare il nuovo partito con i soldi della ex Margherita e giù, stipendi e mensili ai dirigenti della nuova formazione. Lusi ha però solennemente affermato che, nonostante tutto, nelle casse della Margheritaerano rimasti 20 milioni di euro, che dovrebbero essere quelli che Rutelli si è impegnato a restituire agli italiani. Stesso discorso, con varianti familistiche, è quello che i magistrati hanno appurato nella Lega. Sul registro degli indagati sono finiti Umberto, Riccardo e il Pesce. Il riscontro certo è che Umberto sapesse tutto e che non si muovesse foglia senza il beneplacito del Senatur. Siccome la prole era disoccupata, come se il posto in Regione del Trota fosse un fulgido esempio di volontariato, l’ex tesoriere della Lega dava ai ragazzi una paghetta di 5000 euro al mese, che sembra diventata la cifra magica (le famose e già citate 2800 lire di Renato Pozzetto) per tirare a campare senza affanni. Inutile dire che i militanti della Lega (quelli che gli osservatori politici continuano a definire “veri, genuini, credenti fini all’olocausto” non ricordando che lo erano anche i fascisti durante il regime), si sono spaccati e sul web è circolato di tutto. Dalla difesa ad oltranza della reincarnazione di Alberto da Giussano agli insulti più irripetibili a una classe dirigente che li ha profondamente delusi. L’aspetto che maggiormente ci ha divertito è che i militanti hanno scorto nella iscrizione sul registro degli indagati, un complotto ai danni del partito a quattro giorni dai ballottaggi per i sindaci. Ma di cosa parlano, in quali comuni un candidato sindaco leghista è ai ballottaggi? Ma quando mai? Coloriti e senza appello, i commenti degli oppositori. Fra tutti ne prendiamo uno ripreso da Repubblica.it. Scrive Carlo: “C’era un tempo in cui facevamo le feste per tenere in piedi le sezioni, per pagare gli affiti, i manifesti, le campagne elettorali, in nome di un unico credo: la nostra Lega Nord e i suoi. Non pesavano la fatica e le notti insonni perché ci credevamo davvero...Oggi la mia sezione ha pochi euro in cassa, guadagnati e spesi onestamente. E oggi un’altra notizia vergognosa! La giustizia farà il suo corso, ma oggi il cuore non batte più. Vergogna, vergogna e ancora vergogna!”.

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