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Luz

Creato il 07 febbraio 2015 da Luz1971
LuzC'è da chiarire subito che Luz è il diminutivo del mio nome e quella piccola "z" vi campeggia da qualche tempo. Insomma, mi sono ribattezzata allegramente con questo piccolo abbreviativo dal bel suono, giocando con i suoi numerosi significati. Non che voglia impersonare tutti i significati del termine, ma ciascuno di essi porta a una definizione che mi piace perchè è beneaugurante. Cos'è il nome se non una specie di "abito" che ci definisce? Fin da piccola ho cercato un mezzo per esprimere un mondo interiore a strati, complesso e ricco, pertanto ho amato disegnare, ad esempio. Il disegno è diventato poi una serie di fumetti che raccontavano i tormenti dell'adolescenza, fino ad arrivare a diventare breve racconto e poi romanzo. A trent'anni conclusi un poderoso romanzo "di formazione", ispirato alle fonti che avevo reperito per la mia tesi di laurea sulle donne fra i nativi americani. Improvvisamente, ma anche casualmente e fortunatamente, mi imbattei in un piccolo corso di Drammaturgia, mi si svelò il mondo del teatro, e da allora pratico questa arte inseguendo quella particolare bellezza tutta da palcoscenico. In tutto questo, infilo pazientemente il mio essere insegnante di ragazzi che si affacciano al difficile mondo dell'adolescenza, un mestiere che non è mai stata mia vocazione ma che mi è congeniale per l'aspetto dell'impatto comunicativo e sociale.  ...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. David Grossman - Che tu sia per me il coltelloUn tempo credevo che diventando adulti si sarebbe afferrato automaticamente il segreto dell'esistenza, che la maturità fosse fisiologica con l'età e con essa la forza, lo stile nell'affrontare le cose, ecc., invece vivendo ho capito che esistere equivale a un viaggio che facciamo, un percorso che affrontiamo, una strada sulla quale camminiamo ogni giorno imparando qualcosa di diverso. L'esperienza è come un cappotto mai identico, che aggiunge consapevolezza al nostro procedere e offre ogni volta, generosamente, l'opportunità di correggere il tiro, comprendere meglio, aggiungere un tassello. Ho imparato che la vita contiene in sé una buona dose di dolore destinata a tutti, che può essere frutto delle nostre scelte così come esserne noi vittime inconsapevoli e innocenti. Ma la vita ha in sé anche ricompense importanti, che solo noi, col nostro fare ed essere possiamo concretizzare. Il mio "luz" sarà pertanto dentro di me, questo nocciolo duro che permette alla pianta di rinascere, da qualche parte dentro quelle pieghe dove gli eventi meno belli restano, pronti a ricordarci quanto abbiamo lottato e quanto ancora può riservarci la vita.

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