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Ma alla fine, questo Dylan Dog piaceva davvero?

Creato il 01 luglio 2013 da Mcnab75

Dylan Dog

La discussione è nata tra amici, tutti appassionati di fumetti dalla mentalità aperta.
Dove per “mentalità aperta” intendo dire persone che apprezzano il media fumettistico, senza essere talebani di questo o quel filone (manga, Bonelli, Marvel, DC etc).
Coi Veri Fan è impossibile discutere in modo razionale, perciò mi guardo bene dal farlo. E so già che questo mio post susciterà un’alzata di scudi da parte di qualche talebano bonelliano. Perché va a toccare un mostro sacro, un’icona, un cult che appartiene all’infanzia di molti (me compreso). E quando si mettono in dubbio certe presunte certezze, il Vero Fan va in tilt e impazzisce.
Ma procediamo per gradi.
La domanda in fondo è semplice: ma Dylan Dog, alla fine, quanto vale come fumetto?

Ovviamente tocca a me esporsi per primo: vale poco. Da una scala da 0 a 10 lo attesterei sul 5 -.
Voto che fa da media tra il 7 dei primi anni è il 4 degli ultimi. A dire il vero il ciclo negativo si protrae già da molto tempo, quindi la mia valutazione dovrebbe essere più severa. Diciamo che è mitigata dall’affetto che provo per questa testata, che però trova pochi riscontri sul piano effettivo.

Dylan Dog è sempre stato un fumetto estremamente citazionista. Dove per citazione si può anche leggere “plagio”, a secondo della severità del lettore. Se la cosa all’inizio fa gran piacere, col senno di poi la si apprezza assai meno (così è successo a me).
Senz’altro è un personaggio che ha portato una ventata di novità nell’austero mondo delle testate Bonelli, che non hanno mai brillato per innovazione e per modernità.
Solo per il nuovo rappresentato da DD si è calcificato nel giro dei primi 5-6 anni. Poi è diventato un continuo ripetersi di cliché e situazioni, con interpretazioni del genere horror francamente imbarazzanti (il vero orrore è rappresentato dall’impiegato delle poste, dalla quotidianità, dalla massaia, dalla droga etc). Il tutto scivolando pian piano verso un moralismo spiccio, che nelle prime annate era invece assente. Non a caso al suo esordio DD fu criticato proprio per il suo concerdersi al sangue, al sesso etc.
Questo prima di diventare una sorta di giornaletto educativo: DD dice no alla droga!

Senza contare poi il più grande e ricorrente difetto bonelliano: l’eroe è immortale, la collana è infinita.

Il Lungo Addio

Detto ciò, ci sono alcuni numeri di DD che sono semplicemente leggendari.
Il mio preferito in assoluto è Il Lungo Addio (1992), che guarda caso non è una storia horror.
Seguono, in ordine sparso:

  • Gli Uccisori (1987)
  • Killer! (1987)
  • Il Club dell’orrore (speciale 1987)
  • I Conigli Rosa uccidono (1988)
  • Il Buio (1989)
  • Il Signore del Silenzio (1989)
  • Il Male (1990)
  • I Vampiri (1991)
  • La Casa degli uomini perduti (speciale 1991)
  • Zed (1993)

Dal 1993 al 1998, ultimo anno in cui ho acquistato con regolarità DD, non mi vengono in mente titoli altrettanto belli, bensì solo molta mediocrità.
Ogni tanto (una volta o due all’anno) lo compro/lo sfoglio ancora, ma il livello sembra oramai essersi livellato verso il basso.

Non dimentico ovviamente il recente Mater Morbi, osannato dai fan e da loro ritenuto un ritorno ai fasti del passato, che a me è sembrata una discreta storia e null’altro.

Ma ora la palla passa a voi: che ne pensate di Dylan Dog?

Il Male

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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