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Macedonia. Cresce tensione politica: Zaev minaccia governo con nuove intercettazioni

Creato il 31 agosto 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

zaev_zorandi Giacomo Dolzani

Rischia di inasprirsi nuovamente la crisi che domina la scena politica macedone da molti mesi, nata tra maggioranza conservatrice e socialdemocratici in seguito alla pubblicazione, da parte di questi ultimi, di intercettazioni telefoniche compromettenti nei confronti di membri dell’esecutivo di Skopje e che, tramite l’operato di Johannes Hahn, il Commissario Europeo per l’Allargamento, sembrava essere giunta vicina ad una soluzione.
L’accordo tra Nikola Gruevski, primo ministro e leader del Vmro-Dpmne, formazione di maggioranza, Zoran Zaev, presidente del Partito Socialdemocratico (Sdsm), principale gruppo di opposizione, e Ali Ahmeti, alla guida del Partito Democratico degli Albanesi, formazione di minoranza, è stato ratificato il 15 luglio scorso e prevede l’implementazione di diversi punti, tra i quali la creazione di un nuovo governo di unità nazionale, che dovrebbe vedere la luce il 15 gennaio 2016 e il quale, in 100 giorni, avrà lo scopo di condurre il paese ad elezioni anticipate, programmate per il 24 aprile dello stesso anno.
Un altro punto importante è inoltre relativo all’istituzione di una commissione di inchiesta, la quale indaghi sulla questione delle intercettazioni che, secondo le accuse di Zaev, il governo avrebbe condotto per tenere sotto controllo i suoi cittadini. Proprio su questo argomento è scoppiata sabato la nuova disputa tra maggioranza ed opposizione: la commissione, un organo che indagherà sull’attività dell’esecutivo e dei suoi membri (gli stessi che hanno ora il dovere di istituirla), secondo i termini stipulati nell’accordo dovrà essere costituita entro il 15 settembre prossimo.
Le difficoltà incontrate nei successivi colloqui tra le due parti in causa e l’ostruzionismo del governo rischiano però di far slittare questa data, fatto che ha spinto Zaev a convocare l’ennesima conferenza stampa, nella quale ha minacciato che, se le scadenze non saranno rispettate, “il Sdsm non ci penserà due volte a pubblicare altro materiale compromettente“, dichiarazioni che Gruevski ha da parte sua definito come: “il solito populismo dell’opposizione, messo in campo quando le cose non vanno come vorrebbe Zaev”.
Il duro scontro tra le due parti è nato in seguito alla pubblicazione da parte del Sdsm di migliaia di intercettazioni telefoniche, grazie alle quali è stata messa a nudo una vera e propria rete di spionaggio agli ordini dell’esecutivo, la quale avrebbe tenuto illegalmente sotto controllo le telefonate e le e-mail di oltre 20.000 cittadini tra giornalisti, politici e attivisti di Ong. In queste registrazioni si possono ascoltare inoltre funzionari del governo, ministri e lo stesso Gruevski, discutere di brogli elettorali, di controllo sulla stampa, di nomine pilotate a cariche pubbliche, di insabbiamento casi di omicidio ed altre questioni che hanno portato a galla il sistema di corruzione che permea le istituzioni del paese balcanico.
Queste registrazioni, secondo quanto è stato sempre sostenuto da Gruevski, sarebbero dei falsi, creati appositamente da dei non meglio definiti servizi segreti stranieri, i quali le avrebbero fornite a Zaev con il fine di destabilizzare il paese. Appena scoppiato lo scandalo, parlando a reti unificate su tutte le televisioni, il premier aveva infatti accusato il suo avversario di spionaggio ed attività sovversiva, oltre che di agire per conto di altri contro l’interesse nazionale.
A questa situazione di alta tensione politica che ha coinvolto il paese si uniscono però adesso anche gli scontri armati nel nord, dove guerriglieri indipendentisti albanesi, legati all’Uck, hanno attaccato postazioni di polizia ed esercito ma, soprattutto, si aggiunge la recente grave crisi legata alla gestione dell’imponente flusso migratorio di profughi che, dal Medio Oriente, attraversando Macedonia e Serbia, tentano di giungere in Europa.

da Notizie Geopolitiche



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