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Macedonia. Saltato accordo su data elezioni; Zaev, ‘mancano condizioni’

Creato il 17 gennaio 2016 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

zaev_zorandi Giacomo Dolzani

Nonostante l’incontro di ieri sera tra i rappresentanti dei principali partiti della Macedonia, non è stato possibile raggiungere un accordo sulla data in cui si terranno le elezioni anticipate.
Non ha influito la presenza di Johannes Hahn, il Commissario Europeo per l’Allargamento, il quale ha sin dall’inizio cercato, per conto di Bruxelles, di risolvere la crisi politica interna al paese, scoppiata in seguito alla pubblicazione, da parte del leader dell’opposizione, Zoran Zaev, di intercettazioni telefoniche compromettenti che hanno dimostrato la corruzione e il malaffare che regnano tra i membri dell’esecutivo.
Gli accordi firmati tra i partiti di opposizione: il Sdsm (Unione socialdemocratica di Macedonia), con alla testa Zaev, ed il Pdsh (Partito Democratico degli Albanesi), e la coalizione di governo di ispirazione conservatrice, guidata dal Vmro-Dpmne (Partito democratico per l’unità nazionale macedone), prevedevano infatti che la tornata elettorale si sarebbe tenuta il 24 aprile prossimo; nell’incontro avuto luogo poche ore fa, nel quale si sarebbe dovuta avere la conferma su tale data, il Sdsm ha però negato la propria approvazione, adducendo diverse motivazioni, tra le quali la mancanza di un apparato di controllo che possa garantire la effettiva correttezza delle operazioni di voto e la libertà dei mezzi di informazione, ancora sotto lo stretto controllo del governo si Skopje.
In seguito a questo nuovo ed imprevisto stop, avvenuto poche ore dopo le dimissioni del premier, Nikola Gruevski, è ora in dubbio anche la possibilità di tenere un nuovo voto di fiducia al parlamento per assegnare a Emil Dimitriev, segretario del Vmro-Dpmne, il ruolo di primo ministro ad interim, il quale rischia di tornare nelle mani di Gruevski nel caso la situazione non si sbloccasse.
La Macedonia è da mesi interessata da una grave crisi politica, il duro scontro tra le due parti è nato infatti in seguito alla pubblicazione da parte di Zaev di migliaia di intercettazioni telefoniche, tramite le quali si è scoperto che l’esecutivo avrebbe spiato illegalmente le telefonate e le e-mail oltre 20.000 cittadini tra giornalisti, politici e attivisti di ong. In queste registrazioni si possono ascoltare funzionari del Governo, ministri e lo stesso premier, discutere di brogli elettorali, di controllare la stampa, di pilotare nomine a cariche pubbliche, di insabbiare casi di omicidio ed altre questioni che hanno portato a galla il sistema di corruzione che permea le istituzioni del paese balcanico.
Gruevski ha sempre sostenuto che queste registrazioni, a suo dire false, sarebbero state create appositamente da dei non meglio definiti servizi segreti stranieri, i quali le avrebbero fornite a Zaev (nel mentre accusato di spionaggio ed attività sovversiva) con il fine di destabilizzare il paese.

da Notizie Geopolitiche



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