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Machete Kills. Carlos Estevez: una “second life” per Charlie Sheen?

Creato il 23 ottobre 2013 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

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“… e per la prima volta sul grande schermo Carlos Estevez”. Così recita il trailer di Machete Kills, nelle sale italiane dal 7 novembre. Ma Carlos Estevez ha il volto di Charlie Sheen. Dunque chi è costui? Semplice: il vero nome del noto attore americano “passato alla storia” per la parodia di Rambo in Hot Shots!. All’anagrafe, infatti, è Carlos Irwin Estévez, fratello di Emilio Estevez, regista di Bobby (2006) e Il cammino per Santiago (2010). Ma perché mettere da parte il nome d’arte e rispolverare quello di battesimo?

Certamente è una grande trovata, non solo “commerciale”, di Robert Rodriguez, che si conferma grande giocherellone con pedine e canoni del cinema. Ma a ben vedere potrebbe non essere solamente un semplice joke per far divertire il pubblico prima dell’uscita del film. Attore glorioso ai tempi di Platoon (1986) di Oliver Stone, Charlie Sheen non si è mai più cimentato da protagonista in film dal respiro internazionale che potessero dargli visibilità e applausi. Negli anni Duemila, stando a quanto uscito in Italia, lo abbiamo visto e rivisto solo in parti idiote per la saga di Scary Movie o in qualche scialbo cameo in film come Wall Street – Il denaro non dorme mai di Oliver Stone e Parto col folle di Todd Phillips, entrambi del 2010. Insomma, una carriera mai decollata. Che Rodriguez voglia rilanciare la carriera di Sheen sotto falso nome? Probabile…

Ma c’è di più: negli ultimi anni l’attore si è tristemente reso protagonista di fattacci riguardanti accuse antisemite e violenza domestica. Nel primo caso contro il suo manager ebreo, con insulti pesanti scritti in un sms all’ex moglie e in diverse interviste. Nel secondo caso contro la sua terza moglie, Brooke Mueller, vittima anche di minacce in cui Sheen esternava di volerle “tagliare la testa per metterla in una scatola e spedirla alla madre”. Se a questo aggiungiamo la sua dubbia condotta morale e sociale costellata di festini a base di droga e alcool e la frequentazione di pornostar, la carriera è archiviata. E Hollywood, si sa, non è mai clemente con le teste calde (vedi Mickey Rourke bandito per anni dai set e risorto solo grazie a Darren Aronofsky con l’acclamato The Wrestler).

Che quindi Robert Rodriguez vesta i panni del “benefattore” che vuole riabilitare una stella cadente (o già caduta) del cinema americano? E’ il caso di parlare di una second life per Charlie Sheen?

Ditemi la vostra!

:D


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