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MAD MAX: FURY ROAD di George Miller (2015)

Creato il 14 maggio 2015 da Ifilms
Dettagli Scritto da Giuseppe Paternò di Raddusa Categoria principale: Le nostre recensioni Categoria: Recensioni film in sala Pubblicato: 14 Maggio 2015 George Miller   Post-apocalisse non è sempre distopia. Mad Max: Fury Road non è Interceptor (1979), né gli altri due film della saga diretta dall’australiano George Miller, Il guerriero della strada (1981) e Mad Max – Oltre la sfera del tuono (1983). Ai tre film di Miller, cui viene riconosciuto – e meritatamente – lo statuto di cult, bisogna volgere lo sguardo con affetto e gratitudine. Poiché, oltre a lanciare il talento di Mel Gibson, sono figli di uno iato temporale – quello tra la fine dei Settanta e il culmine degli Ottanta – che avrebbe costituito uno degli avvii più significativi a un’epoca culturale ed estetica esplosiva, per il mondo anglofono e non solo. Mad Max: Fury Road, però, è altro. Miller disbosca l’immaginario dei primi tre film, prende di peso il suo personaggio e lo assoggetta a un mondo che non esiste, a un’Australia che sopravvive solo negli accenti di alcuni personaggi, a un pianeta dove l’umanità si è praticamente ridotta a pochi esemplari, dove la tirannia si misura a colpi di fascismo e bruttezza fisica, e dove a comandare è Immortan Joe (Hugh Keays-Barne, già villain indimenticabile di Interceptor), sposato a tante bellissime donne diverse destinate a garantirgli una prole antropomorfa. Tutto intorno, il deserto. Un deserto che Miller inquadra di giorno e notte con straordinario rigore, una strada immensa e matta dove si consumano alcuni degli inseguimenti più esplosivi mai visti sul grande schermo a memoria d’uomo; Max è uno dei pochi umani che resistono, l’imperatrice Furiosa è il suo controcanto legittimo eppure sovversivo. Lui fugge dai ricordi, lei anche – ma con un fardello impegnativo a carico. Sono anime tagliate fuori dall’anti-umanesimo in bianco delle tante creature che li circondano, voci libere ma non liberate di un regime fetido e poco definito. Alla guida di un'autocisterna, infatti, Furiosa – una strepitosa Charlize Theron ruvida e mutilata – tenta di portare in salvo le tornite mogli di Immortan Joe, verso un’esistenza migliore e verso un futuro di speranza. Quella speranza che Max, unitosi alla carovana della donna, definisce inutile e improvvida. Quella speranza che, in fondo, lancia un chiaro messaggio politico. Perché Mad Max: Fury Road è un film infaticabile e visionario, permeato di metallo martellante e slanci visivi ambiziosi, fortissimi e possenti: proprio come la speranza di Furiosa di ri-costruire un futuro insieme alle sue tante, tantissime donne. Giovani come le spose, meno giovani come le amazzoni del suo passato cui si ricongiunge e cui chiede aiuto, cavallerizze su motociclette un po’ valchirie, un po’ Camilla principessa dei Volsci – e fa piacere (ri)vedere Megan Gale alle prese con un ruolo piccolo, ma cruciale. Tom Hardy sa di tenere le redini di personaggio importante, ma nella rilettura alla-fine-del-mondo di Miller, Max è una figura più ombrosa e selvaggia rispetto a quella originaria, e spesso succube volontario del carisma di Furiosa, l’umano maggiore, l’umano potente. E il film-rockpolitico viaggia, lungo la polvere del deserto, sotto la sporcizia e il sudore, accompagnato dalla chitarra forsennata di un parade-chariot da regime dittatoriale e da un’atmosfera di morte che si legge sulle stelle in cielo. Un po’ a east e un po’ a west(ern), la strada della follia cigola sotto le ruote di un carro-cisterna impazzito che ricorda la carrozza di Ombre rosse inseguita dagli indiani, con all’interno le fanciulle da salvare di Sentieri selvaggi. Sono collegamenti un po’ forzati, ma complementari a un’opera estremamente significativa. E politica. Femminista? Forse è azzardato, e sicuramente non mancheranno le polemiche. Le donne di Miller, però, fendono l’aria della notte calpestando la sabbia. Sono femmine folli nel deserto, cariche di umidità e tornite come in un film di Russ Meyer. E il loro sarà sicuramente un mondo migliore. Voto: 3,5/4

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