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Madame La Voisin

Creato il 21 luglio 2011 da Lulu
Madame La VoisinCatherine Deshayes, detta La Voisin, vedova Montvoisin, fu un’avventuriera francese.
Chiromante, procuratrice di aborti, preparatrice di veleni e filtri d'amore, si dedicava anche alla celebrazione di messe nere.
I suoi clienti erano personaggi d'alto rango, prevalentemente donne, e vi fu anche Madame de Montespan, ex favorita del re Luigi XIV e da questo lasciata per Mademoiselle de Fontanges, che cercò di rientrare nei favori del re mediante sortilegi.
Giudicata con 36 complici, fu condannata a morte e bruciata sulla piazza di Grève.
Quanto alla sua cliente, Madame de Montespan, non fu inquisita per disposizione del re e continuò a frequentare la corte.
***
Catherine Deshayes, nasce nel 1640 circa in Francia. Sposa Monvoisin, gioielliere sfortunato. Catherine inizia a praticare la magia proprio per invocare ed attirare la fortuna e la ricchezza. Nell’acquisizione delle sue competenze magiche l’aiuta il sacerdote Etienne Guibourg, che celebrava Messe Nere (fenomeno molto in voga all’epoca e che deve la sua origine proprio nei registri dei processi della Santa Inquisizione), ed il suo amante, l'indovino Adam Lecouret detto Le Sage, con il quale distillava veleni nella cantina di casa. Secondo alcune fonti essi avevano accesso ai registri dell'Inquisizione e dagli atti dei processi estrapolarono le loro conoscenze magiche. Catherine diviene un’abile fattucchiera cartomante chiromante procuratrice di aborti e si merita il soprannome di la Voisin. Fra le sue clienti sia le donne del popolo che le nobildonne della corte parigina, delle quali diviene la confidente e che ne fanno una donna molto ricca. Fra queste Olympe Mancini, la contessa de Soissons, che si rivolse alla strega per avvelenare Louise de La Vallière, la signora de Gramont e Françoise Athénais, marchesa di Montespan, la favorita del re Luigi XIV, una donna di straordinaria bellezza e ambizione, che, nella speranza di divenire la prossima regina di Francia, chiede alla maga filtri d’amore da somministrare al Re per allontanarlo dal letto della moglie e non farlo più avvicinare ad altre donne. Ma Madame Montespan partecipa anche, offrendo il suo corpo nudo come altare, alle Messe Nere che la Monvoisin, il suo amante La Sage e il sacerdote Guibourg celebrano. Ho visto mia madre Catherine accompagnare una donna velata nel padiglione in giardino e aiutarla a stendersi nuda di fronte all’altare con le braccia aperte e un cero in ogni mano. Il prete, Étienne Guilbourg, recitò la messa al contrario in onore di Satana e depose sul ventre della donna il calice colmo del sangue tiepido di un bambino appena sacrificato. Ogni volta che avrebbe dovuto baciare l’altare, il prete baciava il corpo nudo che vi era steso davanti, consacrava l’ostia sui genitali e ve ne inseriva un pezzetto. Terminata la messa, Guilbourg possedette la donna e, dopo essersi bagnato le mani nel calice, lavò il sesso di entrambi (Confessione di Marguerite Monvoisin). Nel 1678 alla Voisin viene commissionata una Messa Nera per uccidere il Re e qualcuno dei suoi seguaci, fedele alla corona, sporge denuncia anonima lasciando un biglietto in una chiesa secondo l’usanza dell’epoca. Nicholas de La Reynie, luogotenente generale della polizia del Re arresta Catherine Monvoisin e altre 360 persone, complici della fattucchiera e del sacerdote. Secondo i documenti dell’epoca, nella casa della fattucchiera la gendarmeria rinviene i resti di ossa umane all'interno di un forno e vari oggetti magici. Sempre secondo gli atti del processo de La Reynie scopre, consultando i registri della fattucchiera che molte dame di corte commissionavano messe nere, si facevano prescrivere filtri d'amore, veleni, unguenti a base di grasso di neonato per restare giovani. Luigi XVI si adopera per salvare dallo scandalo la sua amante, la marchesa Montespan (la quale si convertita ad una vita pia, ossessionata dalla paura del buio, della solitudine e della morte, rimarrà a corte ancora qualche anno, ufficialmente come favorita in carica, ma nella realtà già sostituita da un'altra donna, finchè il Re non la costringerà a ritirarsi nelle sue tenute di campagna), accusata dall’indovina di tentato omicidio nei confronti di una bellissima nobildonna sua rivale, istituendo un tribunale speciale la cui sentenza non prevedeva appello, parallelo all'Inquisizione e segretissimo, presieduto da de La Reynie, chiamato la Camera Ardente perché i giudici si radunavano in una stanza con i muri ricoperti di veli neri ed illuminata da grossi ceri. Durante il processo e sotto tortura, La Voisin confessa di aver organizzato un lucroso mercato basato sui bambini: oltre a quelli abortiti perché prova di adulterio (si ritrovarono, secondo i documenti, i corpi di circa 2000 neonati ed embrioni sepolti nel giardino della casa della strega), i piccoli nati non desiderati, venivano o storpiati appena nati e venduti a mendicanti, oppure allevati per divenire gli amanti di qualche nobile e ricco pervertito. Dei processati ne furono condannati più della metà (alcuni alla deportazione, altri al carcere a vita, altri ancora a morte). Il prete Guibourg non venne mai formalmente processato, ma ritenuto responsabile di decine di omicidi rituali di bambini, ai quali aveva tagliato la gola per sacrificarli a Satana, venne rinchiuso nelle segrete di un castello dove rimase, incatenato ad una parete, fino alla morte avvenuta quattro anni dopo.
Catherine Monvoisin detta La Voisin venne condannata a morte e bruciata sul rogo nel 1681.
Fu coinvolta nell’Affare dei veleni.
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Madame La VoisinL'Affare dei veleni fu un caso verificatosi a Parigi nel decennio 1670 – 1680 che scosse Parigi e la Corte di Francia.
Nel 1672 alla morte di un ufficiale di cavalleria di nome Godin de Saint-Croix, nei suoi incartamenti furono scoperti alcuni scritti che accusavano la sua amante, marchesa di Brinvilliers, d'aver avvelenato il proprio padre, i suoi due fratelli e sua sorella per impadronirsi delle loro parti di eredità. La marchesa di Brinvilliers fu sottoposta a processo e giustiziata nel 1676.
L'anno successivo l'inchiesta svelò che una certa Maria Bosse aveva fornito veleni ad alcune spose di membri del parlamento, le quali volevano sbarazzarsi dei rispettivi mariti. La Bosse denunciò la Voisin, altre persone di minore importanza ed un certo Lesage. Le rivelazioni degli accusati condussero a persone di alto rango. Fu istituita una commissione d'inchiesta speciale per giudicare, senza possibilità d'appello, gli accusati: la Camera Ardente. Furono quindi citati personaggi noti e di alto lignaggio, prevalentemente donne, quali: Madame de Vivonne, cognata della Montespan, Madame de La Mothe, le Mademoiselle des Œillets et Cato (succedute alla Montespan), Olimpia Mancini, contessa di Soissons, la contessa di Roure, la viscontessa di Polignac, il maresciallo di Luxembourg ed altri ancora.
Il luogotenente di polizia La Reynie condusse un'inchiesta accurata e ne venne fuori che all'accusa di avvelenamento si aggiungevano altri crimini. Morti di bambini durante le messe nere celebrate da preti spretati (fra i quali il tristemente celebre Stefano Guibourg), profanazione di ostie consacrate ed anche fabbricazione di moneta falsa. Ma lo zelo di La Reynie celò la lotta fra il ministro della guerra Louvois e Jean-Baptiste Colbert, ministro delle finanze: un'inchiesta segreta parallela disposta dal Luvois per conto del re rivelò che i più illustri accusati erano parenti od amici di Colbert.
La Camera Ardente pronunciò contro i personaggi secondari 36 condanne a morte, più altre alla galera. Molti condannati furono rinchiusi nella cittadella Vauban du Palais a Belle-Île-en-Mer. La Voisin fu condannata al rogo e giustiziata il 22 febbraio 1680 sulla piazza de Grève. Dopo l'esecuzione della madre, la figlia della Voisin chiamò in causa Madame de Montespan: quest'ultima aveva intrattenuto rapporti con la Voisin indubbiamente per ottenere dei preparati, lei credeva, idonei a risvegliare l'amore del re per lei. Inoltre aveva partecipato ad alcuni esorcismi. Tuttavia la Montespan, per disposizione del re, fu risparmiata ed i suoi accusatori rinchiusi nelle fortezze reali. La Montespan, madre di sei figli illegittimi, rimase a corte ma, caduta in disgrazia, fu relegata in un modesto appartamento di Versailles ove visse ancora per dieci anni e dove morì. La Camera Ardente fu sciolta nel 1682 per ordine del re.

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