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Magdalene: quando un buon film è uno schiaffo doloroso

Creato il 10 febbraio 2014 da Biagiochi @biagiochi

Magdalene

Ogni venerdì ilballodelcervello.com ospita una mia rubrica cinematografica dal titolo “and the winner is…”, nella quale consiglio i film che credo valga la pena di vedere.

Ieri pomeriggio ho lanciato sul mio Facebook un sondaggio nato da una conversazione avuta poche ore prima con la mia coinquilina. Ci siamo battuti in una singolare gara che prevedeva la vittoria di chi avesse nominato il film più triste mai realizzato. Alla domanda “Qual è il film più triste che voi abbiate mai visto” i miei contatti on line si sono scatenati generando una lista ad alto potenziale depressivo. I titoli citati spaziano da “Hachiko” ad “Hana-Bi”, passando per “La stanza del figlio”, “Requiem for a dream”, “Una tomba per le lucciole”, “Incompreso”, “I cento passi”, e tanti altri, di epoche e ambientazioni differenti. Così ho deciso di giocare la mia carta. Il film più triste che io abbia mai visto…

…and the winner is “Magdalene“!

Trama: Dublino, inizi degli anni sessanta. Bernadette, Margaret e Rose vengono mandate presso il convento gestito da Madre Bridget ad espiare i loro presunti peccati: Margaret è stata violentata dal cugino durante un matrimonio ed è dunque considerata impura; Bernadette, orfana, attraente e civettuola suscita l’attenzione dei ragazzi, è una tentatrice per la società e per la chiesa; Rose invece è una ragazza madre. Le ragazze, che nel frattempo legano con le altre già presenti, sperimentano sulla loro pelle l’emarginazione dalla società e i soprusi perpetrati dai rappresentanti religiosi che non devono rispondere a nessuno del loro operato. Una dopo l’altra le ragazze proveranno, con esiti diversi, la via della fuga e la denuncia di quanto hanno dovuto subire nel corso degli anni.

Film del 2002, scritto e diretto da Peter Mullan, Magdalene è una pellicola che ci mette di fronte alla banalità del male, alla sua espressione più subdola e violenta, alla denuncia di ciò che è stato sotto gli occhi di un’umanità troppe volte distratta e omertosa. È un film di donne, che della femminilità sa mostrare la forza e la debolezza, il fascino e la prepotenza, il bisogno di esplodere e il dramma di reprimersi.

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