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Magic in the Moonlight: la vita con un po’ di magia secondo Woody Allen

Creato il 07 dicembre 2014 da Marianocervone @marianocervone
Magic in the Moonlight: la vita con un po’ di magia secondo Woody Allen Il nuovo film di Woody Allen, Magic in the Moonlight, è una simpatica quanto insolita commedia romantica che affronta con intelligente ironia il tema della magia, lo spiritismo, la fede. Dopo aver molto raccontato dell’’America, il regista statunitense da un po’ di anni ha scoperto con piacere l’Europa, e dopo Barcellona, Roma, e una Parigi notturna e visionaria di Midnight in Paris, ritorna adesso nel sud della Francia, tra la Costa Azzurra e la Provenza, tra i pittoreschi scorci naturali, antiche dimore e vedute da romanzo. È qui che troviamo i protagonisti assoluti di questa storia, Emma Stone e il Premio Oscar Colin Firth, che interpretano rispettivamente Sophie Baker e Stanley Crawford, misteriosa sensitiva la prima, mago a caccia di ciarlatani il secondo che, dopo essere stato ingaggiato da un amico per smascherare la giovane veggente, giorno dopo giorno se ne innamora, tra lo scetticismo e la fiducia sulle sue capacità paranormali, e la voglia di credere in quel mondo altro, che va al di là della realtà materiale, poiché, come dice la zia Vanessa, interpretata da una simpatica Eileen Atkins: «Il mondo può essere anche privo di scopo, ma non è privo di una certa magia». Allen indaga di nuovo gli anni ’20 (siamo nel 1928), quelli della Belle Époque, che nei suoi precedenti lavori ritornavano solo come sogni di una vita precedente, e che qui sono invece la ricostruzione di un tempo, non lontano dal nostro, in cui come noi i protagonisti si interrogano sulla vita dopo la morte. Elegantissimi i costumi, belle le musiche. Il regista supera di gran lunga i tempi “morti” e l’effetto-noia che hanno caratterizzato un pochino alcuni suoi lavori recenti, e tiene incollato lo spettatore allo schermo, deputato a chiedersi, insieme agli attori, anche dopo il finale, se credere o meno alla magia della vita.

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