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Magistrati felloni. La reprimenda di Berlusconi sulle toghe rosse. E Avellino ride sull'ultima storia di corna con Silvio protagonista.

Creato il 14 febbraio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Magistrati felloni. La reprimenda di Berlusconi sulle toghe rosse. E Avellino ride sull'ultima storia di corna con Silvio protagonista.Giustizia con il timer. Magistrati felloni e infingardi. Pm demolitori della sana industria italiana. Toghe infoiate e invidiose delle camicie di Roberto Formigoni. Persone con tare mentali che vogliono i leghisti in galera. I refrain sono sempre gli stessi, i vecchi ritornelli di Toto Cutugno, insomma. Stesse note, quasi le stesse parole e perfino lo stesso arrangiamento. Sul giro di Do, Gino Paoli ci ha costruito un intero repertorio, sulla lotta alla magistratura, Silvio ci ha costruito la sua carriera politica e il suo impero. Incontenibile, Silvio al primo consiglio dei ministri cancellerà l'Imu sulla prima casa, ridurrà le tasse del 5 per cento, nominerà Tremonti ministro della Sanità, reintrodurrà l'immunità parlamentare, abolirà l'Irpef, varerà il decreto anti-toghe rosse, modificherà la Costituzione rendendola presidenziale tout-court e, per finire, riconoscerà al ministro dell'economia e dello sviluppo (lui stesso) lo ius primae noctis. C'è da chiedersi cosa cazzo farà Angelino Alfano, visto che dovrebbe diventare premier ma, soprattutto, quanto durerà quel benedetto primo consiglio dei ministri. Un'eternità. Ormai, fra Silvio e il Professore non si sa più chi le spara più grosse. L'ultima di Mario Monti è quella che garantirà alla scuola 8 miliardi in cinque anni, non specificando però a quali scuole e, soprattutto, a quali università. Mentre Silvio, affetto da incontinenza pre-elettorale, ha detto che le tangenti si pagano dappertutto e che è giusto pagarle per assicurarsi un appalto o un affare o un contratto. Siamo alla follia, ma quella vera, mica palle! Siamo al dileggio verso tutte le istituzioni e le regole elementari di legalità per un vivere che si possa definire civile. Se n'è accorto Benedetto XVI che, dimettendosi, ha detto “Sparirò agli occhi del mondo”, come dire, ma andatevene affanculo tutti. Se ne sono accorti i leghisti che hanno tenuto duro fino a quando non è scoppiato il caso Orsi e ora sono indecisi se farsi governare da Bobo Maroni o propendere per l'altro comico, quello genovese. Se n'è accorto Nichi Vendola che, secondo il Professore, è il nemico pubblico numero uno dell'Italia e delle riforme ma solo perché a Nichi le banche stanno sulle palle e tiene duro sullo Statuto dei Lavoratori. Non se n'è accorto Bersani che più lo ascoltiamo più ci sembra Crozza. Non se n'è accorto Storace convinto più che mai di diventare governatore del Lazio nonostante sia iniziato il processo a Er Batman più in forma che mai. Non s'era accorto di nulla, fino a ieri, il giornalista Gianni Porcelli che, cornificato dalla moglie, ora pretende la metà dei regali che la signora ha ricevuto, sapete da chi? Da Silvio Berlusconi in persona. Una sommetta di 1 milione e trecentomila euro, elargita a babbo morto e tanto per ringraziare la consigliera regionale campana del Pdl, signora Antonia Ruggiero, della sua profonda, anzi profondissima, affettività. Il procedimento di divorzio, che sta andando in scena in questi giorni presso il tribunale di Avellino, sta facendo ridere tutta la città e buona parte del contado. Il signor Porcelli pretende dalla moglie la metà dei regali che Silvio le ha fatto perché la cornificazione è avvenuta mentre i due erano ancora sposati. Non solo, il sessantaquattrenne giornalista della Rai, prossimo alla pensione, ha anche chiesto l'affidamento del figlio minore e la confisca cautelativa dei beni della ex moglie. Da tutta questa storia si può ricavare una morale. Il marito della Ruggiero non voterà mai per Silvio Berlusconi. Se facessero altrettanto tutti i mariti fatti cornuti dal Capataz, il Pdl viaggerebbe intorno al 4 per cento. 

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