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Da All_aria @all_aria

È disorientante. Sentire di appartenere ad un posto. Sentirsi parte di un progetto. Sentirsi elemento di una struttura. È disorientante ritrovarsi tutto a un tratto come un estraneo in casa propria. È disorientante il cambiamento, se non lo si è prima ponderato, pensato, capito. Le evoluzioni hanno bisogno di lasciarsi fare da certi processi. Nascono dentro qualcuno, hanno un principio latente dal quale poi se ne sviluppano gli esiti. E solo lì, lungo la fine, si manifestano. Non c’è niente di sano in questo, non c’è niente di vero. Se i rapporti cambiano senza una apparente spiegazione, allora anche tutto il "pre-qualcosa" non è mai esistito. Posso, cosa posso? Posso mescolare le carte, quelle solo mie, che segnano quale parte di me è in perdita sull’altra. Di solito non mi interrogo sulle ragioni poste dagli altri, mi interessa più capire ciò che ha condotto quei perché nella mia testa. Ne ho studiato ogni centimetro e spessore. Io le mie elucubrazioni mentali le conosco bene, mi ci sono interrogata così a lungo da riuscire a comprendere ormai il movimento, ogni giro in cui la mia vita si accartoccia. È disorientante, sì, scorgere all’improvviso dettagli sempre fissi sui tuoi occhi. Non mi ero accorta di tutta questa bile, della pochezza. Eppure c’era. Ma cosa importa? La messa a fuoco funziona ancora, solo va aggiustata la distanza.

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