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Majanu. Poesia e Poeti Salentini

Creato il 19 maggio 2011 da Cultura Salentina

di Paolo Vincenti

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Majanu è una raccolta di poesie pubblicata da Calcangeli (2006), con una prefazione di Carla Lezzi.

Con questo titolo, l’editore, Mario Calcagnile, ha voluto rendere omaggio al paese che ospita la sua casa editrice e dove anch’egli vive, cioè Magliano, frazione di Carmiano di Lecce.

Con Magliano però tutti i poeti presenti nella raccolta hanno ben poco a che fare, se non l’amicizia che li lega a Calcagnile, vero genius loci, il quale si è già reso benemerito alla comunità carmianese per avere pubblicato, nella collana Autori Salentini, le opere di Salvatore Paolo (1920-1976), illustre concittadino, autore di pregevoli romanzi come “Il Canale”, “L’età del ferro” e “I Fibbia”. In questa raccolta, 24 autori offrono i loro versi di rabbia, amore, disperazione, amarezza,  ironia, forza creativa e lirico afflato.

Eccoli, i magnifici 24:  Marta Ampolo, Rossano Astremo, Marcello Buttazzo, Giuseppe Antonio Capodieci, Vito Antonio Conte, Elio Coriano, Antonio De Mitri, Stefano Donno, Antonio De Stradis, Luca Nicolì, Giuseppe Quarta, Luciano Pagano, Anna Maria Mangia, Massimiliano Manieri, Francesco Polo, Tina Rizzo, Mino Rollo, Mirosa Sambati, Giovanni Santese, Carla Saracino, Ilaria Seclì, Michelangelo Zizzi, Roberto Vantaggiato e lo stesso Mario Calcagnile. Come si può vedere, sono presenti alcuni fra i migliori e più rappresentativi esponenti della nuova generazione letteraria salentina che da alcuni anni scuote, con il suo creativo fermento, il noioso panorama della oleografica poetica del Salento da cartolina, e illumina, con i suoi “giovani bagliori”, il buio della logica del profitto e della massificazione dilagante, riempiendo il vuoto di pensiero della cosiddetta e generation.

La collana che ospita questa miscellanea si chiama Lu Rusciulu (cioè “corbezzolo” in dialetto nord-salentino) ed è nata per ospitare giovani talenti che guardano al Salento ma non necessariamente salentini e non necessariamente con quel melenso sentimentalismo proprio della più retriva produzione poetica locale. Si sa, infatti, la salentitudine è una condizione dell’anima e non è perciò solamente appannaggio di poeti, scrittori e musicisti autoctoni, ma anche di forestieri artisti, pittori, scultori, giornalisti e fotografi che, sempre più spesso, dopo aver visitato il nostro territorio, se ne innamorano e decidono di tornarci o anche di fermarsi a vivere qui, attirati da quella sorta di melanconia simile al mal d’Africa, che potremmo impropriamente chiamare “mal di Salento”.

L’augurio è che questi autori possano tracciare segni significativi e profondi nel panorama della letteratura contemporanea, come dice l’editore. “L’intellettuale scrive poesie che nessuno legge e conclude che il nostro tempo non è fatto per la poesia”, è una citazione da Eugenio Montale riportata  in quarta di copertina del libro, ma se si leggeranno attentamente queste poesie, allora si potrà gioiosamente smentire questa conclusione.


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