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Making of di un supereroe (guest post di Davide Mana)

Creato il 24 maggio 2012 da Mcnab75
Making of di un supereroe (guest post di Davide Mana)

Probabilmente altri due supereroi del Manaverso!

Giusto un paio di giorni fa è andato online il settimo capitolo di Due Minuti a Mezzanotte. Questa volta è toccato a Davide Mana dare il suo contributo, e l’ha fatto in modo interessante e originale, aprendo e chiudendo un nuovo fronte narrativo della Round Robin.
Visto che Davide è uno che di scrittura ci capisce parecchio, gli ho chiesto se poteva regalarci un making of del suo capitolo. Richiesta esaudita, tanto che lo potete leggere oggi, in questo guest post senz’altro molto succoso.
So che molti di voi adorano scoprire i dietro le quinte delle storie. La cosa intriga ancor di più nel caso di 2MM, trattandosi di una narrazione proto-fumettistica, vuoi per tematiche, vuoi per ambientazione. Quindi immagino che vi divertirete molto a leggere questo makin of. E magari ne trarrete anche qualche dritta da appuntarvi per il futuro, che non fa mai male

;)

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Rebel Yell – Il Making Of 

Ok, un making of del mio capitolo di 2 Minuti a Mezzanotte.
La prima comparsa di Rebel Yell.

Ho cercato di non avere niente di preparato in anticipo.
Il bello del round robin è che è una specie di gestalt, di mente alveare – la storia viene indirizzata non da un singolo autore, ma dalla collettività. Il che significa che, naturalmente, non esiste il “mio” personaggio, o la “mia” idea.
Io posso crearli, ma poi sono condivisi.
Perciò, non è bene avere delle aspettative.

Io cosa ho a portata di mano…?
Beh, mi piacciono i supereroi poco potenti, i vecchi vigilantes della narrativa pulp, e i supereroi bizzarri come la Doom Patrol.
Cercherò allora di mettere giù, se sarà possibile, un eroe solitario, un po’ retrò, insolito.
Mi piace anche l’idea dei supereroi come eredi di una storia segreta dell’umanità, e come forza che può influire sulla politica e sulla cultura.
Quindi il mio sarà un supereroe con un’agenda politica.

Il tutto, in circa 1000 parole.
Dici niente.

Quando arriva il mio turno, esiste un problema ben delineato (Midnight e i suoi minions), un pool d supereroi già sul campo, delle dinamiche di gruppo abbastanza definite, una serie di ipotesi e idee abbozzate buttate là, alcuni misteri.
Molto di ciò che è stato messo sul piatto mi pare ottimo.
Come muoversi?

C’è qualcosa che io credo manchi, e mi concentrerò su quello – i Poteri Forti.
Dove sono politica ed economia?
Perché non c’è ancora una pagina dei fan di Midnight su Facebook, un sito dove acquistare la maglietta?
Chi tratta i diritti televisivi?
Ci sono supereroi “statali”… e gli altri? Chi comanda?
Chi paga?
Chi decide?

Aggiungo un elemento importante – l’opinione, ventilata da molti, che arrivati al quinto/sesto capitolo, l’azione dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulla Salazar Tower.
Opinione che personalmente non condivido granché.
E’ necessario, a mio parere, un equilibrio, un alternarsi di esterno ed interno.
La Salazar Tower è il fuoco, il centro sul quale tutta la storia, tutto l’universo, deve convergere e collassare.
Siamo al sesto capitolo, mi dico, e allora cerchiamo di vederne un po’, di questo universo.

E vediamo di spaccare un po’ di teste – perché finora l’azione è stata scarsina (ma è ok, siamo all’inizio).

Passo successivo.
Mitt Romney.
Non lo tollero granché.
Nel momento in cui Alex lo segnala come presidente, so che sarà un presidente ampiamente biasimabile, come Nixon (per il quale lavorò il padre di Romney, che si chiamava George W. … proprio come Bush).
Quindi, ok – c’è Romney alla Casa Bianca, e questo significa Problemi.

Making of di un supereroe (guest post di Davide Mana)

Mitt Romney apprende di non essere apprezzato dal creatore di Rebel Yell.

Dò un’occhiata alla sua bio su Wikipedia, ma è troppo politically correct.
Allora uso YouTube, e cerco dei servizi di Thom Hartmann, un commentatore politico liberal che apprezzo particolarmente.
Il panorama si fa subito interessante.

Romney è un intrallazzone, un’espressione dela finanza USA, ma è anche un teo-con – un esponente della destra religiosa.
Gente alla quale, mi dico, i supereroi non piacciono.
E c’è una motivazione – i supereroi sono, sostanzialmente, delle divinità; qualsiasi creatura possa sospendere localmente le leggi della fisica (e i supereroi fanno proprio quello – volano, scompaiono, accelerano fregandosene dell’inerzia), è de facto un dio.
Cattive notizie, per la destra ultracristiana d’America.

Così ora so che Romney odia i supereroi, li teme, li considera blasfemi.
Vuoe distruggerli.
Check su un sito dei teocon, e trovo anche la giusta citazione biblica adatta da buttare là come piccolo extra.
E allora è facile – Romney e un paio di generali amici suoi decidono di approfittare del fatto che tutti i super più¹ super sarano entro un’ora a Salazar Tower, per colpire il posto dall’orbita, eliminarli, e giustificare il fatto con la minaccia costituita da Mezzanotte.
Trovandosi su territorio americano, lo strike preventivo non solleverà (troppe) proteste a livello internazionale.

Perfetto.
Ora dobbiamo impedirglielo.

Ergo, ecco la trama del mio capitolo:

Mentre il mondo guarda la Salazar Tower, il nostro eroe affronta Romney nello Studio Ovale e lo… dissuade… dal procedere col piano di bombardamento e sterminio dei super.
Bello liscio.

A questo punto, rapido giro in rete.

È una meraviglia.
Trovo la differenza di fuso orario fra Washinghton DC e Puerto Rico – che però è annullata dal fatto che nel mese di aprile è già in vigore l’ora legale*.
Trovo il tour virtuale della Casa Bianca, ed il modello in Google Sketchup dell’edificio.
Più¹ una infinità di dettagli sulla Stanza Ovale – dal tappeto all’orientamento delle porte, fino alla scrivania, costruita con il legno di un veliero vittoriano, e più¹ volte ristrutturata.

Ricordo a questo punto che su quella scrivania, Grant Stockbridge fece morire – per pochi secondi – il suo vigilante mascherato, The Spider, in un romanzo del ’39.
Archiviamo anche questa.

Ora si tratta di scrivere.
Vediamo come si muove l’eroe, e cerchiamo di definirlo.
Voglio un vigilante vecchia scuola, un eroe pulp.
Mentre scrivo la sequnza d’azione, cerco di vedere il mio personaggio.
OK, il cappotto, il cappello floscio… ma non vorrei somigliasse troppo a The Shadow… e se fosse vestito di grigio, invece che di nero…
Un bel simbolo della sua natura moralmente ambigua e…
Click!
Cappello floscio, mantella grigia, pistole…
È un ufficiale confederato!
È un supereroe sudista!
È Rebel Yell!

Il nome potrebbe far pensare alla canzone di Billy Idol (e in effetti ci penso), ma in realtà – da dove recupero questi ricordi? – il Rebel Yell era il grido lanciato dalle truppe sudiste quando attaccavano alla baionetta. I testimoni affermano che si trattava di un grido talmente spaventoso e bestiale, da paralizzare momentaneamente gli avversari, gettandoli nel panico.
Pare sia una spece di “Yeee-haaa!” da vaccaro del Kentucky **

Making of di un supereroe (guest post di Davide Mana)

No, è un altro Rebel Yell…

A questo punto, la cosa è quasi fatta.

Mettiamo giù un po’ di leggenda di Rebel Yell.
È un vecchio supereroe, creato negli anni ’20 dai primi esperimenti di Tesla. Con la faccenda dell’invecchiamento rallentato, se era un baldo trentenne negli anni trenta, ora è un cinquantenne un po’ stropicciato e stanco.
Me lo vedo (e cercherò di svilupparlo) come un eroe che parla per gli sconfitti, che ne ha viste tante ed ha ormai poca pazienza e molta amarezza. Un tipo del popolo, con dei pregiudizi, con delle idee forse un po’ sbrigative, con un’idea molto pragmatica di giustizia.
Un vigilante che protegge la propria comunità.
Poteri?
Beh, il grido paralizzante ci sta (come Black Canary!)***, una volontà ferrea, e la capacità di infliggere un sacco di dolore con estrema efficienza.

Ed è in questo modo che lui entra a pié pari (letteralmente) nell’ufficio ovale – con le pistole spianate, per dire a Romney ed ai suoi amici di lasciare stare i giovani super.
Che non è che gli piacciano (li paragona a superstar di reality show), ma che con l’esperienza potrebbero migiorare.
Un po’ d violenza, un paio di righe di dialogo che non mi pare siano venute male.

Comparse di lusso – un generale dei marines cattivo (e gambizzato) e un generale dell’areonautica buono (che è poi Richard Dean Anderson, che ha davvero il grado onorario di generale dell’areonautica per aver fatto Stargate SG-1), un segretario di stato imbelle (un po’ Kissinger).

In revisione, cerco di accorciare le frasi di Rebel Yell – è uno che parla poco, diretto, laconico, un po’ cowboy-zen.

Cosa ho cercato di lasciare agli altri partecipanti.
L’idea che forse non tutti vogliono bene ai supereroi.
L’idea che ci siano supereroi nascosti, vecchi, che compiono un’azone di retroguardia e che sperano che i giovani perdano un po’ della loro patina pulitina e media-friendly.
L’idea che a Salazar Tower ci sarà da menare le mani – e che la minaccia è molto grande (più di Hitler, dice Rebel Yell).
Questo, senza alterare nessuno degli elementi fin qui messi già dagli altri, creando un diversivo fra la chiusura del capitolo precedente e il capitolo successivo, e cercando di agganciarmi a un paio di idee precedenti che parevano buttate via.

Tempo totale di lavoro – circa due ore e mezza.
Lo odieranno.

Making of di un supereroe (guest post di Davide Mana)

Senz’altro è un amico di Rebel Yell.

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* Chissà se qualche saputello mi farà notare la discrepanza?

** Ciò non significa naturalmente che in eventuali future avventure di Rebel Yell non lo vedremo affiancato da Shock to the System, Eyes Without a Face, LA Woman, Future Weapon, Fractured e, soprattutto, Sweet Sixteen (che mi darà certamente dei problemi col MOIGE).

*** Però il grido non è mostrato nel mio capitolo – se qualcuno successivamente, sulla base del nome, gli attribuirà altri poteri, è ok.


Filed under: due minuti a mezzanotte, scrittura

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