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Mal di Torino: Vivere all’Ombra della Mole

Creato il 13 settembre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Mal di Torino: Vivere all’Ombra della Mole

Tutto ha inizio a partire da un singolare quanto indecifrabile stato d’animo. Un sentimento che diventa presto sintomo, per poi trasformarsi in un irrimediabile malessere dell’anima. Così nasce il “pretesto” attraverso il quale il giornalista de “La Stampa”, Fabrizio Vespa, compie la sua indagine per scoprire il lato oscuro e la potenza fascinatrice della sua Torino, città nella quale è nato e tuttora vive. Il suo suggestivo viaggio nei meandri più intimi della città sabauda si chiama “Mal di Torino”, pubblicato da Espress Edizioni e disponibile sia in versione cartacea che in formato digitale. L’autore con lucida onestà, spiega i motivi che lo hanno indotto a esplorare una città dagli innumerevoli volti, che agli occhi di un estraneo appare ambigua e spigolosa, diffidente e difficile da comprendere nella sua interezza. Come si fa con un puzzle, Vespa cerca di ordinare e far combaciare tutte le sensazioni che la sua città gli suscita, archiviandole con parole chiave distribuite in modo sparso lungo le pagine della sua affannosa ricerca. Questo utile libro inchiesta su Torino e le dicotomie che in essa convivono parte da molto lontano, esattamente dai Savoia, quando Torino – suo malgrado – dovette compiere una devoluzione al suo interno che la trasformò da capitale a semplice città periferica, e che poi, nel corso degli anni riuscì a inglobare tutte le sue energie nell’industria, diventando uno dei più importanti centri nevralgici del settore secondario in Italia.

una immagine di Fabrizio Vespa su Mal di Torino: Vivere all’Ombra della Mole

Ma cos’è oggi Torino? Qual è il suo futuro? E perché chi le sta lontano prova quel nostalgico senso di smarrimento che i torinesi definiscono con l’intraducibile termine sagrìn o con il neologismo sabaudade? L’autore cerca di spiegarlo attraverso differenti punti di vista, chiacchierando con alcune delle personalità più rappresentative della città sotto la Mole. 10 interviste con nomi noti della società e della cultura torinese come Steve Della Casa, Max Casacci, Marco Ponti, Bruno Gambarotta, solo per citarne alcuni. Con loro l’autore, attraverso un approccio informale ma dal taglio fortemente giornalistico, delinea i tratti forti dell’essere torinesi, del modo in cui si guarda la città, il nuovo, ma anche l’estraneo. Molto interessante risulta anche il modo in cui l’autore cerca di intrecciare l’attualità alla storia, o meglio al mito. Ogni intervista viene intervallata infatti da delle lettere tratte da un fitto epistolario rinvenuto in una bottega di un rigattiere al Balon di Torino, tra Cesare Lombroso (padre illustre della criminologia moderna) e sua figlia Gina, in cui si manifestano i primi accenni a questa sintomatica afflizione dell’anima.

una immagine di Illustrazione tratta dal libro Mal di Torino 2 620x881 su Mal di Torino: Vivere all’Ombra della Mole

Durante la lettura del libro, nonostante il giornalista si occupi di argomenti disparati, dall’aspetto urbanistico della città, a quello storico e architettonico, cinematografico o musicale, il leitmotiv che ricorre sempre è questo “male” che – secondo Vespa – solo chi ha vissuto almeno un po’ di tempo a Torino può comprendere. Ma è qui che lo scrittore sbaglia. La paura che la sua ricerca basata su una sensazione intima e personale possa risultare infruttuosa o non capita fino in fondo – come da lui stesso ammesso – è solo paranoia. Il sentimento che Vespa, e come lui, anche gli intervistati avvertono, può essere tranquillamente associato a quel malessere universale che si prova lontano da casa, dalla propria culla d’origine, sebbene l’autore non ci creda fino in fondo e ritenga che sia impensabile poter avvicinare un tale stato d’animo a luoghi come Roma o Palermo (due esempi che il giornalista propone). Sono proprio queste invece le ragioni per le quali la fatica di Fabrizio Vespa può essere letta, apprezzata e condivisa da chiunque: parola di una torinese di nascita e catanese d’adozione sempre in conflitto con Catania, città che tanto ama ma che in egual modo detesta. Last but not least, una piccola parentesi va fatta per sottolineare l’assoluta ricercatezza del progetto grafico del libro curato dallo Studio LibellulArt – Officina DiSegni, composto da bellissime illustrazioni in bianco e nero, un vero e proprio omaggio a Torino.

una immagine di Copertina di Mal di Torino Espress Edizioni 2012 620x853 su Mal di Torino: Vivere all’Ombra della Mole


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