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malasantità

Creato il 09 giugno 2011 da Ducdauge @ducdauge

Mite notte di primavera, quasi estate. Decido di paracadutarmi da un marciapiede per raggiungere la mia auto, sul ciglio opposto della strada. Raggiunto il limite ultimo della pietra sopraelevata, con un pensiero in bilico, tra la terra ferma e il vuoto, cerco l’istante esatto per involarmi nell’ordinaria peripezia. Ma non vedo la striscia zebrata e decido di rimandare il salto ad un punto più legalmente tutelato. La striscia è trovata, attende il passeggero per la sua prossima traversata. Mi sembra di vedere una moto arrivare a velocità sostenuta, decido quindi di ritardare il decisivo slancio verso il moderno asfalto. Ma ormai è tardi: il mio corpo precipita verso la meta bituminosa, niente lo può rallentare né fermare: la moto indisturbata passa. E d’improvviso il mio coraggioso balzo è interrotto da un corpo contundente che, in stand-by sul ciglio della strada, incontra il mio imprudente piede sinistro intaccando la già tanto affranta articolazione tibio-tarsica. Dolore. Notte insonne. Dolore. Ospedale. “Se tu fossi un cavallo, saresti già spacciato” commentò un medico burlone, l’indomani mattina, rispedendomi a casa.


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