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Maledetto imprinting

Creato il 09 ottobre 2012 da Elenatorresani

Maledetto imprinting

Ho sempre pensato che il mio brutto carattere fosse qualcosa di innato, e che il mio fastidio per la condivisione degli spazi fosse solo uno degli aspetti ostici della mia indole da zitella.
Che brutta parola, zitella. Soprattutto quando te la senti talmente tanto nelle orecchie che ti entra dentro: un errore che noi donne facciamo spessissimo e senza nemmeno rendercene conto, quello di inglobare e fare nostri giudizi e pregiudizi che non ci appartengono.

Maledetto imprinting

Ho sempre pensato che la mia resistenza all’invasione (spaziale e temporale), la territorialità felina, l’intolleranza alla vicinanza corporea, la resistenza alla condivisione e l’accoglienza stitica facessero semplicemente parte del mio essere una stronza.
E invece no. Non è che io sono nata così.
L’ho imparato.

Maledetto imprinting

Ieri sera, a 38 anni suonati, ho maturato la consapevolezza piena e assoluta che io queste cose le ho respirate e apprese: ho capito che mi sono state trasmesse, e io ho semplicemente fatto mio quello che mi è stato insegnato.
Fottuta dall’imprinting.
Esiste una cura per guarire se stessi da se stessi?
Se sì, è sicuramente ben al di fuori della nostra comfort zone: e certe volte la vita ci spinge a gomitate e senza gps in luoghi che ci terrorizzano e che non conosciamo.
Rimanere al riparo diventa quasi impossibile.
Rispondere a molte domande sull’amore quasi inevitabile.

Maledetto imprinting


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