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Mali: arte e cultura dei Dogon della falesia

Creato il 16 giugno 2014 da Cafeafrica @cafeafrica_blog
Il Mali è una parte d’Africa dalla storia antica e dalla cultura affascinante e nella falesia di Bandiagara, nel cuore del paese, si nasconde un popolo fino a poco fa sconosciuto. Un popolo misterioso e ricco di storia: i Dogon.
Umberto Knycz, viaggiatore e fotografo, è riuscito a raggiungere la prima volta questo popolo nel 1969, quando ancora era una meta misteriosa e quasi sconosciuta. “Partii da Trento con un fuoristrada equipaggiato assieme a moglie e figli, attraversando numerosi paesi fino ad arrivare in Mali. Sulla base di indicazioni avute da conoscenti e dei libri di Marcel Griaule – etnologo francese che per primo ha scritto e studiato i Dogon – riuscii ad arrivare nei villaggi della falesia. Quelle case e quella gente mi colpirono al cuore.”
Ebbe in dono monili, oggetti di uso quotidiano ma anche sacri, maschere oscure e opere scolpite in legno, tra cui magnifiche porte. Materiale oggi introvabile, che racconta ogni aspetto della vita di questo popolo.
Umberto ha affrontato sei viaggi in quella zona per approfondire la cultura del luogo, ma è solo qualche mese fa che è riuscito a dare un senso a tanti simbolismi. Un incontro fondamentale con Vincent Togo, fisico nucleare a Bologna e originario di Peul. Un vero Dogon.
Vincent, osservando ammirato la vasta raccolta di Umberto, gli spiega gli usi e i significati dei tanti oggetti e soprattutto dei simboli scolpiti nel legno. Finalmente la chiave interpretativa tanto attesa.
Nasce così l’idea di una mostra. “Vincent mi disse che con tutti i pezzi della mia collezione si sarebbe riuscito a riprodurre in maniera fedele la vita del suo popolo e rendere così omaggio alla cultura Dogon”.
“Mali, i Dogon popolo della falesia” viene allestita tra antiche mura romane nell’area archeologica di Palazzo Lodron a Trento, un’ambientazione che rende giustizia agli oltre cento pezzi in mostra e che riesce a regalare la sensazione di essere calati d’improvviso in mezzo ad un villaggio del Mali in attesa di un vento portatore di pioggia.

 

Cosa: Mali, i Dogon popolo della falesia.

Dove: area archeologica di Palazzo Lodron, Trento.

Quando: fino a domenica 29 giugno, martedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 19.

Biglietto: ingresso gratuito

pilastro per Togunà con scultura di una figura maschile. Il Togunà è il luogo decisionale di governo del villaggio Dogon.

Pilastro per Togunà con scultura di una figura maschile.
Il Togunà è il luogo decisionale di governo del villaggio Dogon.

Coppa cerimoniale. Scodella per uso esclusivo dell'Hogon, il capo spirituale dei Dogon.

Coppa cerimoniale. Scodella per uso esclusivo dell’Hogon, il capo spirituale dei Dogon.

Porta di abitazione. Numerosi rilievi raffiguranti gli antenati chiamati a proteggere la dimora. Motivi di acqua separano i vari gruppi.

Porta di abitazione. Numerosi rilievi raffiguranti gli antenati chiamati a proteggere la dimora. Motivi di acqua separano i vari gruppi.

Porta di abitazione. Spicca la presenza di due cavalieri contrapposti in assetto da combattimento con spada e lancia. Serpente, tartaruga e coccodrillo sono figure mitologiche. Il chiavistello è sormontato da due uccelli contrapposti.

Porta di abitazione. La casa più importante per i Dogon è la Ghinà, la casa madre, dove risiede il patriarca della grande famiglia. Per questo motivo la Ghinà ha di solito delle porte con sculture di pregio. Serpente, tartaruga (il patriarca) e coccodrillo sono figure mitologiche.

Rilievi raffiguranti due danzatori, di cui uno con maschera Kanaga e l'altro con maschera antropomorfa.

Rilievi raffiguranti due danzatori, di cui uno con maschera Kanaga e l’altro con maschera antropomorfa.

Cimelio tombale. Il pendente è costituito da un blocco con una coppia unita da un filo attorcigliato sulle gambe. Le braccia della figura maschile toccano la bocca, mentre quelle della figura femminile toccano le orecchie. Le azioni manifestano disperazione per il lutto.

Cimelio tombale. Il pendente è costituito da un blocco con una coppia unita da un filo attorcigliato sulle gambe. Le braccia della figura maschile toccano la bocca, mentre quelle della figura femminile toccano le orecchie. Le azioni manifestano disperazione per il lutto.


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