Magazine Africa

Mali / E paure e disagi e costi di una guerra dall'esito ancora incerto

Creato il 23 gennaio 2013 da Marianna06

1008

 

I successi militari dell’operazione Serval sono importanti per il Mali.

E ben vengano purché il conflitto abbia termine al più presto.

Questo è il pensiero dominante sia pure ,con qualche  riserva, di chi è critico nei riguardi del precipitoso intervento francese.

Da giorni ormai combattono insieme francesi e maliani ma lo stato d’emergenza, entrato ufficialmente in vigore da ieri in tutto il Paese,quello non fa più dormire sonni tranquilli alle popolazioni.

Si temono ritorsioni a causa dell’offensiva francese anche perché gli jihadisti sono degli abili  maestri nelle tecniche di guerriglia e, quando meno te lo aspetti, ricompaiono dinanzi  più spietati di prima.

Temono sopratutto le popolazioni arabe e tuareg, che abitano il Mali settentrionale, proprio per quello che può occorrere loro, o è già occorso non molto tempo fa.

E, poi, notizie confuse, che trapelano, parlano di violenze compiute dagli stessi soldati maliani nei confronti di persone e cose e, con loro, altrettanto pare abbiano fatto o facciano alcuni militari francesi.

Il comando francese smentisce e ricorda, di rimando, la motivazione seria e il compito difficile che la Francia si è assunta in questa guerra, che l’ha colta, si può dire,  di sorpresa.

Intanto la gente ha paura lo stesso e, quando può, e se può, scappa e abbandona ogni cosa, portando con sé giusto lo stretto necessario.

In merito, tuttavia, l’Osservatorio delle situazioni di sfollamento interno (Idmc) mette in allerta tutti, attraverso seri comunicati.

 E lo fa perché la popolazione, dopo la chiusura delle frontiere si avventura  in territori desertici e inospitali con il rischio, per mancanza di tutto (cibo,acqua e assistenza sanitaria), di lasciarci la pelle.

Ulteriore inconveniente, questa volta denunciato dall’organizzazione internazionale di “Reporter senza Frontiere”, riguarda le comunicazioni circa le notizie di guerra, comunicate tutte le volte dal comando francese e non dai  portavoce dell’esercito maliano.

E non è difficile immaginarne il perché.

E, inoltre , si aggiunga l’impossibilità, per i corrispondenti di guerra , di avvicinarsi  più dello stabilito alle zone di operazione.

Quanto, infine, alla necessità improrogabile di affrontare il “costo” della guerra in termini di moneta sonante e quindi di reperire i fondi, il 5 febbraio prossimo, nella sede dell’UE, si affronterà il problema congiuntamente ai rappresentanti dell’Unione Africana, della Cedeao (Ecowas) e dell’Onu.

 

   a cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :