Magazine Africa

"Mamma- drago e la lepre ingannatrice" /L'angolo del Griot

Creato il 10 giugno 2012 da Marianna06

Quadro sengal verde chiaro

 

Sempre nella solita foresta africana, ma tantissimi anni fa, possiamo dire quasi alle origini del mondo abitato, vivevano un drago femmina e una lepre che, essendo gli unici abitanti del luogo, avevano fatto anche amicizia.

Nelle gelide notti d’Africa,quando il sole si reca a nanna piuttosto in fretta, drago e lepre però si lamentavano tra loro continuamente di patire il freddo e di non sapere proprio come fare a riscaldarsi.

Una di quelle notti, mentre intirizzita batteva più forte del solito tutti i suoi denti, alla lepre spuntò nel  fantasioso ma sempre astuto immaginario un’idea “luminosa”.

 E cioè quella di mandare mamma-drago nel villaggio più vicino a rubare il fuoco ai suoi abitanti, certamente più previdenti, e così appropriarsene per loro uso.

Riferì ,allora, subito a mamma –drago che un sistema per procurarsi il fuoco ci sarebbe stato.

Bastava che lei si mettesse intorno al capo una corona fatta di fogliame e andasse a rubare il fuoco dai vicini  e poi di corsa lo riportasse lì .

L’ingenua mamma-drago ascoltò e, poiché il freddo è terribilmente fastidioso  da sopportare, specie di notte, non esitò a mettere in pratica il suggerimento.

Si fece mettere dalla lepre sul capo quanto era bastante di foglie e partì per eseguire il”piano”.

Ma, una volta al villaggio, e chinato il capo sul fuoco ardente, le foglie immediatamente presero fuoco, come era scontato che fosse, e lei, a gambe levate, scappò imboccando il percorso all’incontrario.

Incrociò  la lepre, che pareva fosse lì in attesa, che però era comunque più veloce di lei nella corsa.

E, dunque, fino ad arrivare alla meta, mamma-drago bruciò, a poco a poco ma per intero,sulle sue traballanti zampe  e non si potè  scorgere altro di lei , alla fine, che un tizzone ardente.

Passò molto tempo e, un bel giorno, un figlioletto di mamma- drago, fuoriuscito dalla cavità di un albero, dove aveva riposato, quella  era la sua tana, incontrò la lepre ingannatrice.

 E la vendetta, in risposta  all’accaduto nei confronti di sua madre, non si fece molto attendere.

Infatti della lepre, in meno che si dicesse, non rimase né un pelo, né un brandello della sua carne.

E c’è di più. Da allora in avanti mai più nessun drago, neanche per sbaglio, si è avvicinato al fuoco per timore di finire arrostito.

Così quando il drago, qualunque drago, ha freddo si rannicchia, sempre e solo nel cavo di un albero gigantesco in foresta e lì trascorre la notte o i mesi necessari alla sua sopravvivenza.

E a ricordo di quanto accaduto a mamma-drago, quella lontana volta, i bargigli del drago, ancora oggi, sono appunto rosso-fuoco.

Se però volessimo ribaltare la morale di questa storia(e si può fare) , piuttosto che rammaricarci per mamma-drago e la sua tragica fine, potremmo forse anche  dire ” grazie” alla lepre che, con il suo pensamento, ha ucciso mamma-drago, ha allontanato i draghetti, che ormai si nascondono, sempre e solo,  per lungo tempo nelle cavità degli alberi,e ha, in questo modo, liberato i bambini da ogni eventuale timore dei “draghi”.

Bambini, che possono ormai dormire e giocare sereni tutto il tempo della loro infanzia e incontrare i “draghetti”, quelli  buoni, soltanto nelle favole.

 

  

Leggere-una-fiaba-prima-della-buonanotte

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog