Camilla Mancini e Alberta Santuccio, due nomi da segnare bene su un foglio, con inchiostro indelebile, per poi riprenderlo in mano tra qualche anno, magari già a Rio 2016, e dire: «Lo sapevamo». Fiorettista del Lazio la prima, spadista catanese la seconda. Hanno iniziato la nuova stagione nel miglior modo possibile, imponendosi nella prima prova nazionale Giovani, dopo una 2012 concluso nelle primissime posizioni del ranking under 20. Sì, perché entrambe sono appena maggiorenni, due classe ’94 che quest’anno saranno alle prese con la maturità a scuola, oltre che con quella sulle pedane. Olimpiazzurra le ha intervistate.
Camilla ha iniziato a 5 anni, quando è uscita dalla piscina dove faceva nuoto ed è entrata per la prima volta in una piccola sala di scherma ad Anzio, per non togliersi più il giubbino elettrificato e la maschera. Le avversarie che adesso sconfigge con una certa frequenza a livello nazionale e internazionale devono prendersela col papà pentatleta: è stato lui a indirizzarla su questa strada. A 12 anni si è trasferita a Frascati, per allenarsi nel circolo dove incrociano le lame, tra gli altri, Valerio Aspromonte e Ilaria Salvatori.
Camilla Mancini e il selezionatore del fioretto Azzurro, Stefano Cerioni (© Augusto Bizzi)
Per lei la scherma significa tanto, si allena ogni giorno e fa dei sacrifici: «Questo sport impiega gran parte del mio tempo e moltissimi fine settimana, ma non mi pesa». L’anno scorso è stata seconda al mondo tra le under 20, «Devo ammettere che avrei voluto fare di più, ma quest’anno sono decisa a dominare la categoria». E ha già in mente il grande salto tra i grandi: «Già nella passata stagione ho avuto modo di partecipare a qualche gara di Coppa del mondo, senza avere particolare successo. Quest’anno, avendo un ruolo per ora dominante tra le più giovani, mi impegnerò per affermarmi anche a livello assoluto».
Non è semplice però, perché la concorrenza è tanta, a partire da quella interna. Il fioretto femminile italiano non ha eguali al mondo («merito dei nostri maestri», dice Camilla), con tre straordinarie campionesse come Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Valentina Vezzali (in rigoroso ordine di ultimo podio olimpico), e tante altre atlete fortissime alle loro spalle. Camilla è tra queste e da un po’ partecipa ai ritiri assoluti, selezionata tra le migliori 12 d’Italia: «Mi reputo fortunata perché così posso osservare più da vicino i grandi campioni e imparare sempre qualcosa in più». Senza alcun timore reverenziale: «Sono molto preparata alle sfide, non do mai niente per scontato, e voglio raggiungere il top».
Camilla Mancini si è laureata campionessa europea giovani a Porec (© Augusto Bizzi)
Come Valentina Vezzali: «Una campionessa con grande tenacia, carattere e serietà. Ma stimo molto anche Elisa Di Francisca e Arianna Errigo, due giovani che riescono a conciliare bene il divertimento con lo sport. E poi ho la fortuna di allenarmi ogni giorno con grandi campioni come Valerio Aspromonte e Ilaria Salvatori». Un gran bel vantaggio per chi vuole continuare la sua crescita e punta già a Rio: «Ci penso anche se so che sarà molto difficile perché mancherà la prova a squadre e ogni Paese potrà portare al massimo due atlete (l’esclusione del fioretto femminile a squadre non è ancora ufficiale ma praticamente scontata per ragioni di alternanza, ndr). Quattro anni però sono lunghi, e io voglio essere lì a giocarmi uno di quei due posti».
Alberta Santuccio in pausa tra un assalto e l'altro (© Augusto Bizzi)
Anche Alberta Santuccio vede già le Olimpiadi di Rio come un obiettivo da rincorrere con tutte le sue forze: «Sarebbe un sogno che si realizza, infatti già da adesso incomincio a lavorarci so che è una strada in salita,ma sono dell’idea che nulla è impossibile».
Per la spada femminile dovrebbe esserci anche la prova a squadre, e qui Alberta potrebbe incontrare le altre ragazze, tutte giovani dell’85 (Bianca Del Carretto, Nathalie Moellhausen, Mara Navarria, mentre Francesca Quondamcarlo è una classe ’84), e una giovanissima del ’91 come Rossella Fiamingo. «Sicuramente possiamo avere un grande futuro. È già una buona squadra e mi piacerebbe entrarne a far parte, per questo servirà il doppio dell’impegno».
L’impegno non le è mai mancato, fin dalla prima volta che si è messa in guardia, a 7 anni, per spirito di emulazione nei confronti del fratello maggiore. Come tutti ha iniziato col fioretto, poi ha preso in mano una spada, ha iniziato a vincere e non l’ha più mollata.
«La scherma occupa un gran posto nella mia vita. Faccio molti sacrifici per allenarmi costantemente, ma questi si trasformano in gioie quando arrivano i risultati».
Un affondo di Alberta Santuccio (© Augusto Bizzi)
Risultati che a livello giovanile sono arrivati con grande abbondanza e continuità, portandola a concludere la stagione al terzo posto del ranking mondiale under 20. Ora progetta il grande salto: «Mi piacerebbe molto affrontare una gara di Coppa senior, e nel mio programma di quest’anno sono riuscita a inserirne qualcuna. Spero di riuscire a parteciparvi, anche se sarò particolarmente impegnata con la maturità, che non è da sottovalutare». Già, perché sono atlete, ma sono anche, pur sempre, due ragazze di 18 anni.
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Foto di Augusto Bizzi
OA | Gabriele Lippi