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Mangia, Prega, Chia*a

Creato il 28 gennaio 2016 da Signorponza @signorponza
Mangia, Prega, Chia*a

È passato molto tempo dall' ultima volta che ho scritto qualcosa di sensato per questo blog, ma vivere, a volte, può essere più complicato di farsi fare fisting da Gianni Morandi. Sono accadute un sacco di cose mentre voi passavate le giornate in coda al Padiglione Giappone, cose brutte come la suoneria dei Samsung e tristi come le repliche di "Ciao Darwin". Eppure, nonostante tutto facesse pensare al contrario, io ne sono uscito e sono qua per raccontarvelo. Immaginatemi come una novella Julia Roberts in quel film dove si licenzia e decide di ingrassare e sperperare i suoi soldi in giro per il mondo, però già grassa in partenza e senza soldi, quella sono io.

Come vi dicevo, mi sono accadute un sacco di cose spiacevoli recentemente e questi miei post sono il racconto di come ho trasformato un periodo nero nel momento migliore della mia vita. Per cause di forza maggiore mi sono trovato a cavallo dei trenta, che sono già un trauma di per sé, e a perdere anche il lavoro. Vecchio e senza impiego, mi immaginavo un'esistenza miserabile destinata a chiedere l'elemosina sulla metro cantando Taylor Swift. Quello è stato l'inizio della fine, da lì in poi un susseguirsi di sfortune che a una certa ho chiamato una cartomante per sapere se casa mia fosse costruita su un cimitero indiano. Dovete sapere che, essendo stato cresciuto da una nonna fascista, il lavoro per me è molto importante, viene solo dopo le maratone di telefilm e i profiterole bianchi, perderlo, quindi, è stato un duro colpo. All'inizio l'ho presa bene, devo ammettere di aver reagito con maturità perdendo solo dieci kg in un mese e cominciando a chiedere i permessi in Comune per aprire un negozio in franchising della catena Lush. A proposito, a qualcuno serve la licenza per aprire un negozio Lush? Abbandonata l'idea di fabbricare saponette per i piedi nella mia umida cantina, mi sono abbandonato al mio triste destino di disoccupato e ho cercato di focalizzarmi su altro. Piccolo spoiler: non sono rimasto senza lavoro nemmeno un giorno, ma vi racconto di questo e di altri mirabolanti avventure tra me e la mailing list di InfoJobs fra qualche post.

Cosa poteva attirare la mia attenzione e distogliermi dai pensieri negativi che la mia situazione professionale mi stava regalando? Signori, c'è una solo cosa che è la panacea di tutti i mali, e se seguite il sottoscritto su queste pagine da qualche tempo conoscete già la risposta: il cazzo l'Amore! Succede più o meno così: mentre mia madre si trova ricoverata in un noto centro neurologico della mia città, per una serie di fortunate coincidenze incappo in un baldo giovane al bar della già citata struttura ospedaliera. In fila alla cassa per pagare il mio caffè mi trovo queste due chiappe di visibile marmo abbracciate da un camice bianco, è Lui, penso subito tra me e me. Bello come un modello israeliano di Instagram, maschio come un pervertito filo nazista berlinese, mi ha subito colpito e ho sentito dentro di me il bisogno di parlargli. Ma come tutte le protagoniste delle favole anche io sono timido e me lo sono lasciato scappare. Qualche giorno dopo, però, la mia Fata Madrina deve essersi ricordata di me e me lo palesa alla fermata dell'autobus. Potevo sprecare il momento che il fato mi aveva riservato? No, e allora con grandissimo coraggio gli rivolgo parola, solo come io so fare, e nel giro di un minuto e mezzo netti conosce già metà della mia vita e riesco a farmi dare il numero con la scusa " Vorrei inviarti le foto degli elettroencefalogrammi di mia madre perché sai, io non ci capisco niente". Nonostante il tutto sia stato accompagnato da delle risatine degne di Cristiano Malgioglio, e contro ogni aspettativa mi lascia il suo numero. I miei più cari amici lo sanno, ci metto poco, se interessato, a trasformare una qualsiasi conversazione in un giuoco di seduzione e corteggiamento e ben presto riesco ad ottenere un rendez-vous a casa sua. Degli esami clinici di mia madre non abbiamo parlato, in compenso abbiamo effettuato delle visite mediche approfondite e posso garantirvi che tutti i miei organi interni stanno MOLTO bene. Succede quello che succede, dimentico che sto per finire in mezzo ad una strada e mi concentro su di lui e, piccolo flash forward, ci vado a vivere insieme dopo ben quattro mesi di frequentazione. Tralasciamo quanto queso possa essere stato poco intelligente e soffermiamoci sul vero perché di tutta questa storia: il lui in questiona ha dieci anni in meno di me. Dieci incredibilmente lunghi anni ci separano, e si sente.

Nel prossimo episodio vi spiego come sia effettivamente una buona idea frequentare una persona più giovane di voi, anche se non vi capirà quando citerete Beverly Hills 90210 o quando parlerete dei Tamagotchi. Non importa quanti anni vi separino, vi insegnerò che potete fargli imparare tutta la discografia delle Spice Girls e sperare che vi si trombi ancora. Torniamo alle vecchie abitudini quindi, e ci rivediamo giovedì prossimo su queste pagine.

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