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Manzoni il vero Masterchef

Creato il 11 febbraio 2016 da Iniziativa21058
Nei Promessi sposi, il tema della fame e quello speculare del cibo sono affrontati con una serietà e una dignità nuove rispetto alla letteratura precedente.
Manzoni il vero Masterchef
La fame, caratteristica dei poveri e dei villani, era spesso trattata con risvolti comici (pensiamo alle maschere popolari, alla fame atavica di Pulcinella e Arlecchino o ai gozzi di Gioppino che si nutre solo di polenta), mentre con Manzoni diventa un punto focale del paesaggio realistico costruito attorno ai personaggi e il pilastro di una visione etica capace di scandagliare nel profondo il concetto di persona umana. La carestia, non a caso liquidata con superficialità e borioso senso di superiorità da Don Rodrigo e dai suoi commensali (nel capitolo 5), è avvertita sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello morale. La questione nevralgica della fame coinvolge infatti la vita intima dell’uomo e se viene a mancare il cibo anche il senso di umanità viene meno: la descrizione dell’assalto ai forni è un affresco condito di particolari crudi e precisi, un quadro che assume poi tinte sempre più fosche. Alcuni stipano la farina nelle casse, nelle botti, nelle caldaie; per le strade, ultima pennellata macabra, si incontrano cadaveri con le bocche piene d’erba masticata, ultimo, disperato, pasto prima della morte. Manzoni racconta l’agonia di un’umanità privata della materia prima della vita: la fame si accompagna a improbabili ricettari con portate a base di pani di riso impastato con orzo, segale e veccia, erbe di prato amare, cortecce d’albero condite con un po’ di sale e acqua di cattiva qualità (capitolo 28).
Sono molti gli episodi del romanzo in cui Manzoni usa il cibo per dare corpo e sangue ai personaggi e alle scene: la sua conoscenza del mondo rurale e della civiltà contadina lombarda è approfondita e Don Lisander non sbaglia un dettaglio.
IL CAVOLO DI PERPETUA
La venne finalmente, con un gran cavolo sotto il braccio… Perpetua appare per la prima volta nel romanzo (nel capitolo 2) così, con quel cavolo enorme: un’immagine destinata a rimanere nella memoria di tutti i lettori....
LA POLENTA DI TONIO
La scena che si svolge nella casetta di Tonio (capitolo 6) è tra gli esempi emblematici dell’assoluta attenzione al contesto storico e all’ambientazione realistica che caratterizzano il romanzo. Manzoni dipinge un quadro che, se da un lato rilancia il tema della carestia, dall’altro testimonia la vita reale degli umili della civiltà contadina...
I MENU DELLE OSTERIE
I menu delle osterie che Renzo visita nel corso delle sue avventure non sono casuali , e ricordano anche una delle ricette che Manzoni aveva mangiato da bambino in quantità, si tratta del gran piatto di polpette servite all’osteria a Renzo, Tonio e Gervaso, poco prima del “matrimonio a sorpresa”:
«E che diavolo vi vien voglia di saper tante cose, quando siete sposo, e dovete aver tutt’altro in testa? e con davanti quelle polpette, che farebbero resuscitare un morto? – Cosí dicendo, [l’oste] se ne tornò in cucina.»
IL BRODO DI POLLO
Nel capitolo 24, Lucia, dopo tutte le sue disavventure, è accolta nella casa del sarto. Si tratta di una domenica di festa grande per l’arrivo dell’arcivescovo di Milano e in pentola bolle il cibo più pregiato: il cappone, protagonista della tavola delle grandi occasioni...
L' articolo di Anna Preianò completo lo trovate su Milano Platinum
Manzoni il vero Masterchef( F. Hayez - Ritratto di Alessandro Manzoni)
Quando il proprietario del forno delle Grucce, immortalato nei Promessi sposi, inviò delle sfogliate per esprimergli la sua riconoscenza per l’inaspettata pubblicità, Manzoni gli scrisse ringraziandolo del dono che lo gratificava nella gola e nella vanità.
Ingredienti:Crema pasticcera – mandorle – cannella – vaniglia – liquore d’amaretto – pasta sfoglia – uovo – zucchero a velo
Preparazione: Fare una crema pasticcera, aggiungervi mandorle sminuzzate, e profumare con cannella, vaniglia, e liquore; lasciare raffreddare.
Stendere della pasta sfoglia, farne dei dischetti e spalmarne la meta con la crema; sovrapporre i dischetti rimasti e saldarli aiutandosi con una forchetta.
Adagiare in una placca imburrata i dolci, spennellarli con tuorlo d’uovo, e passarli in forno
Prima di servire le sfogliate, imbiancarle con abbondante zucchero a velo, e rimetterle in forno per alcuni minuti.

PER APPROFONDIRE – LA STORIA NEL PIATTO. IL CIBO NEI “PROMESSI SPOSI”


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