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maratona Tremors

Creato il 18 agosto 2013 da Lupokatttivo

Tremors / Tremors 2 / Tremors 3 / Tremors 4

Graboid a chi?

Perfection, paesino di quattro case, si scopre popolato da vermoni giganti sotteranei ghiotti di qualsiasi cosa si muova in superficie. I vermoni che gli abitanti di perfection chiamano “Graboid”, saranno soggetti ad una continua evoluzione nel corso dei quattro episodi, da lombriconi nel primo, a polli preistorici nel secondo, a culi volanti nel terzo, per tornare vermoni nel quarto. Compito dei protagonisti umani dei film, anche loro in continua evoluzione, salvare la pelle e uccidere i beghi.

Tremors

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Un B-movie di serie A. Come “Lake placid”, come “Arac-attack”. Un filmaccio che nella sua sceneggiatura senza fronzoli fa divertire ogni volta. Quello che funziona in Tremors e’ la perfetta amalgama del tutto. Effetti artigianali come non se ne vedono piu’, computer grafica completamente assente, una storia semplice, diretta, efficace, i “graboid” che sembrano lo spin-off dei piu’ corpulenti vermoni di “Dune” ed un cast efficacissimo, attori empatici e stupendi nei loro personaggi splendidamente caratterizzati: li guardi per dieci minuti nella loro lucida follia e ti sembra di conoscerli da sempre…la compagnia del bar sotto casa trasportata in una cittadella nel deserto americano. La morra cinese tra Bacon e Ward e’ esilarante, Michael Gross nei panni del guerrafondaio, patito di armi, e’ esilarante, di nuovo Bacon con la camicia di jeans smanicata e il cappello da cowboy… “sai volare testa di cazzo? Sai volare?” Una vera bomba dissetante nelle caldi notti d’estate.

Tremors 2 – aftershock

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Che dire?!? Anche se ho letto in giro diversamente, io la mancanza di Kevin Bacon l’ho sentita! Il presunto/presuntuoso sostituto e’ troppo macchietta, troppo forzatamente comico e non diverte, o almeno, non ha divertito me. I superstiti Gross e Ward fanno quello che possono ma l’alchimia del primo episodio si e’ smorzata. Il film inoltre soffre di mostruosi buchi di sceneggiatura, o meglio, di paradossi non colmati che minano pesantemente la sospensione dell incredulita’; e allora succede che stai li a chiederti perche il “graboid” percepisce le vibrazioni della macchinina radiocomandata e se ne infischia di quelle del furgone da una tonnellata….bah…e ti perdi le scene action..che comunque ci sono, e sono anche ben fatte. Il nuovo mostro, bipede e un po rincoglionito, non ha il fascino del predecessore…pero’ e’ fatto bene, e sopratutto non e’ tutta CGI quella che luccica, ma cara, buona, vecchia animatronics. Tiriamo le somme…il film si lascia guardare, ha i suoi momenti divertenti, ma l’ombra del primo episodio rimane li, a ricordarci che si poteva fare molto, ma molto di meglio.

Tremors 3 – back to perfection

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Il punto piu’ basso della saga. Direct to video come il predecessore, orfano questa volta anche di Ward, rimane solo Michael Gross del cast originale. La storia e’ sempre quella e ormai sa di brodino allungato; non si ride piu’, non ci si diverte piu’ e arrivare a fine visione diventa cosa abbastanza ostica. I “graboid” adesso volano e scoreggiano fiamme, siamo ai limiti della parodia, oltretutto la computer grafica regna sovrana per buona parte del film, ed e’ fatta pure male. Brutto, noioso e vuoto, solo per completisti volenterosi.

Tremors 4

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Si risale un po’ la china e il film risulta tutto sommato godibile. Siamo lontanissimi dai fasti del primo episodio ma la formula del prequel ambientato nel 1800 regge e regala buoni momenti di divertimento. Punti di forza della pellicola sono le ambientazioni, le autocitazioni e il buon Michael Gross, che finalmente sveste i panni del personaggio che abbiamo imparato a conoscere e si reinventa in un ruolo completamente nuovo che dona freschezza ad un plot ormai abusato. Tolto il primo, impareggiabile Tremors, questo quarto capitolo e’ l’unico che si fa notare, pur restando un film di cassetta.

I conti della serva

1+1 fa sempre due. E due al massimo sono i film della saga che meritano la visione. A dirla tutta basta tremors. Unico originale inarrivabile. Il resto del tempo passatelo serenamente a fare altro.



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