Magazine Attualità

Marchionne si è fatto casa all’Ikea

Creato il 18 novembre 2012 da Nicola Mente

Capitalismo scandinavo, manodopera nordafricana… politica italiana. A Piacenza botte e licenziamenti

ikea«IKEA ha l’obiettivo di creare una vita migliore per le persone e le comunità locali in ogni parte del mondo». Questo si legge sul colorato sito della multinazionale svedese dell’arredamento low cost: ormai IKEA è un marchio che è entrato stabilmente nel quotidiano, sfruttando la caducità di un’esistenza che pare sempre più pronta ad adattarsi alle incognite sul futuro. E così, tra un soppalco, una scrivania minimal e una lampada pseudo-etnica, si nasconde un’economia di mercato ben avviata e pronta già da anni a sfruttare quell’ala bastonata e confusa del precariato, attraverso appalti e controverse politiche sindacali. Questo è il risultato di un processo transnazionale di recesso, questo è il risultato di una realtà che, a suon di delocalizzazioni e multinazionalità, preferisce avvalersi di manodopera sottopagata e soprattutto non tutelata, in modo tale da impattare i costi di produzione e aumentare i ricavi: l’ha fatto FIAT (si pensi alla Serbia), e lo fa IKEA. Capitalismo scandinavo, territorio e politica italiana, manodopera nordafricana: una linea tracciata dal Nord al Sud d’Europa che allarga la sua scala, uscendo dallo stereotipo nostrano.

ikea
A Piacenza c’è un centro importante soprattutto per quel che riguarda la movimentazione merci, e non a caso le tensioni riguardano i giovani facchini (perlopiù egiziani) che operano per il colosso svedese, seppur formalmente “assunti” da una cooperativa che ha preso l’appalto di gestione dell’attività logistica. Negli ultimi giorni di ottobre è partita un’azione di protesta a difesa 14 lavoratori per cui si
ikea scontri
profilava il licenziamento:  lavoratori iscritti al Si.Cobas e oggetto di una vera e propria discriminazione sindacale. Storia già sentita, insomma: se non sei del sindacato giusto, in Italia non sei tutelato. Si pensi a FIAT e alla famigerata sentenza di Pomigliano: le due vicende, nonostante abbiano dei crismi totalmente differenti, si assomigliano. IKEA ha infatti appaltato il reclutamento di manodopera dal consorzio di cooperative CGS, a costi bassissimi, e rifiutando ogni possibilità di dialogo: «Saltato ogni dialogo per scelta dei datori – così il consigliere comunale di Rifondazione, Carlo Pallavicini – abbiamo deciso di giocare la carta del tutto per tutto, l’unica speranza, da sempre, di ogni persona vessata dall’ingiustizia: la lotta». Ѐ il 2 novembre, e di fronte ai primi presidi e ai blocchi all’ingresso del reparto, partono le cariche di botte e manganelli da parte delle Forze dell’Ordine. Arriva il sindaco Dosi, vicino alle cooperative, e spinto dall’obbligo istituzionale cerca calmare la situazione: «Dopo le dichiarazioni imbarazzanti di supporto all’IKEA della settimana scorsa – continua Pallavicini – possiamo dire che quella mattina Dosi ha avuto quantomeno il ruolo di essere riuscito a reperire il presidente del consorzio CGS». Tutto tranquillo? Per niente. Dopo attimi di calma, la Questura forza nuovamente la mano, nel tentativo di sgomberare i presidi nel pomeriggio: “se fossimo negli anni ’30 vi manderemmo sotto un metro di terra!”, urlano alcuni elementi del reparto celere. Vittime dei manganelli anche i rappresentanti di collettivi studenteschi uniti da rappresentanze istituzionali (legate quasi esclusivamente all’ala della sinistra radicale). Formalmente, le forti tensioni di quel pomeriggio hanno trascinato le parti ad un abbozzo di trattativa. Praticamente la situazione è ancora stagnante se non peggiorata, soprattutto per orari, costi e condizioni di lavoro.

ikea scontri
Recentemente, IKEA ha annunciato che, a causa della rivolta dei facchini nel polo di Piacenza (fondamentale snodo per la distribuzione in tutto il Sud Europa), ridurrà temporaneamente i volumi dei carichi di lavoro, causando il licenziamento di oltre 100 operai. Insomma, siamo passati al ricatto, che sembra essere diventata la pratica più facile, da parte delle aziende, per risolvere le
ikea facchini
vertenze sindacali: “tu scioperi? Io ti licenzio”, secondo il Marchionne-pensiero, trend del nuovo capitalismo che abbatte frontiere (e diritti). Ciò che spaventa di più, però,  è la condizione generale del settore sindacale, e il triste processo secondo cui i sindacati di base(Si.Cobas nel Nord-est, ADL nel Nord-ovest)  debbano andare a coprire tutte quelle aree di precariato ove i grossi sindacati non operano, subendo continue vessazioni in una logica in cui il lavoratore precario vale ciò che vale il suo contratto, a prescindere dalla dignità umana. Grossi sindacati che, quando si tratta di precariato, assumono  posizioni sibilline come quella della Uil locale, accusando la sinistra di voler “strumentalizzare” politicamente la situazione: «L’esito a cui è giunta la vicenda IKEA è sconfortante ed è il frutto amaro di una protesta sproporzionata ed eccessiva rispetto alla portata degli stessi problemi che alcuni lavoratori possono aver evidenziato», recita il comunicato. Minimizzare, imperativo. Minimizzare il problema, per tutelare la produzione. Dello stesso avviso Michele Bricchi, rampollo locale del PD e responsabile Ikea: «Negare la tipicità flessibile della logistica significa non comprenderne la complessità o non volerne correggere le storture che, obiettivamente, la caratterizzano: se è vero che si tratta di un’attività economica a forte rischio di “inquinamento” delle norme o di “infiltrazione” di soggetti tossici per il sistema, occorre però altrettanto ricordare che essa produce ricchezza e occupazione». Ricchezza e occupazione, per chi? Ormai si viaggia nel paradosso, col sito dell’Ikea (bersagliato da hacker e da commenti di protesta) che continua a recitare: «IKEA ha l’obiettivo di creare una vita migliore per le persone e le comunità locali in ogni parte del mondo». In tutto il mondo, tranne a Piacenza.

(Pubblicato su “Gli Altri Settimanale” del 16 novembre 2012)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :