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Marco Carrai: "pagavo io l'affitto a Matteo Renzi"

Creato il 13 marzo 2014 da Tafanus

Il mistero della residenza fiorentina del premier Matteo Renzi, di cui Libero sta scrivendo da alcuni giorni, ha finalmente trovato risposta a un importante interrogativo: chi ha pagato l'affitto di casa Renzi. Si tratta del suo amico, consigliere e finanziatore Marco Carrai, trentanovenne di Greve in Chianti (Firenze), dove, secondo la Camera di commercio, risiede ufficialmente. Carrai in una lettera inviata al direttore Maurizio Belpietro scrive:

Agnese Renzi e Marco Carrai

«Quanto all'affitto di via Alfani, a me intestato e regolarmente registrato, l'ospitalità che ho dato a Matteo Renzi, amico da anni, gli ha consentito di mantenere appoggio e residenza a Firenze durante la sua funzione di Sindaco». Bisogna precisare che non esiste nessuna legge che costringa un primo cittadino a risiedere nella città che amministra. Soprattutto quando la villetta dove vivono moglie e figli dista da Palazzo Vecchio, sede del comune di Firenze, pochi chilometri.

Secondo un noto sito Internet per percorrere i 19 chilometri che separano piazza della Signoria 1 da via del Capitano a Pontassieve (attuale residenza di premier e famiglia) si impiegano 3,42 euro di carburante e 41 minuti di tempo. Uno sforzo sopportabile anche per un pendolare vip. Eppure Matteo Renzi, divenuto sindaco, l'1 ottobre 2009 trasloca, al prezzo di mille euro al mese, in una mansarda a 400 metri dal suo ufficio.

Una cifra che diventa presto insostenibile per il suo bilancio famigliare, visti i mutui da pagare, lo stipendio (di circa 4.900 euro netti al mese) e la condizione di lavoratrice precaria della moglie Agnese. Patemi che confida ai padroni di casa, prima di andarsene. Cosa fa allora Renzi? Ritorna nella sua villetta di Pontassieve? Assolutamente no.

Si trasferisce a un chilometro da piazza della Signoria in un attico di cinque vani in via degli Alfani 8, magione perfettamente ristrutturata con travi a vista, soppalco in legno e suggestiva vista su Firenze. Un appartamento dove l'attuale presidente del Consiglio resta ufficialmente per 34 mesi circa, dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014, giorno in cui escono su Internet le prime malevole indiscrezioni sulla sua residenza. Interpellati da Libero, per alcuni giorni, né il proprietario della casa, l'imprenditore Alessandro Dini, né Carrai, hanno voluto dire a chi fosse intestato il contratto di locazione, né chi pagasse la pigione.

Adesso Carrai ammette che Renzi era suo ospite, ma non dice se quella fosse la sua abitazione (ufficialmente risiede a Greve) o se sia stata appositamente affittata per dare un tetto al «povero» Matteo. Interrogativi che gli abbiamo posto via email e ai quali non ha voluto rispondere. Qualcuno obietterà che non c'è niente di male a dare ricovero a chi non se lo può permettere, ma è altrettanto vero che la questione diventa scivolosa se l'«affittacamere» prima e dopo ottiene incarichi pubblici o appalti dall'amministrazione guidata dall'ospite. Bisogna infatti ricordare la storia di Carrai. Oggi è universalmente riconosciuto come il principale procacciatore di finanziamenti di Renzi, ma i suoi esordi sono stati diversi.

MATTEO RENZI CON LA MOGLIE AGNESE

La Corte dei conti in una sentenza del 2011 contesta i profili professionali di alcuni collaboratori di Renzi, ai tempi in cui era presidente della provincia. Tra i quali quello di Carrai, chiamato nel 2004 a coordinare lo staff di Matteo. I giudici contabili mettono in evidenza che l'allora 29enne indica «la mera qualità di iscritto alla Facoltà di economia e commercio», mentre ai dirigenti è richiesta la laurea. Da lì in poi il cursus honorum di Carrai decolla. Dal 2005 al 2010 è l'amministratore delegato di Florence multimedia, task force comunicativa della Provincia voluta da Renzi e oggi sotto indagine presso la Corte dei conti. Dal 2009 all'8 ottobre 2013 è amministratore delegato di Firenze parcheggi, controllata al 49,47% dal Comune.

Nell'aprile 2013 diventa presidente dell'Aeroporto di Firenze, una nomina decisa, per un accordo tra soci, dal municipio. Carrai siede anche nel cda della fondazione dell'Ente cassa di risparmio che nel 2012, tra le polemiche, ha investito 10 milioni di euro nei fondi di Algebris, finanziaria gestita da Davide Serra, uno dei maggiori sponsor di Renzi. Carrai fa anche parte del consiglio direttivo della renziana Fondazione Open e socio fondatore dell'associazione Noi link, che ha gestito la raccolta fondi delle campagne elettorali del premier prima della nascita di Open. Non basta.

«Marchino» dal 2010 è anche presidente della D&C, di cui detiene il 50% delle quote. Nel dicembre 2011 il Comune di Firenze decide di realizzare un servizio «audio-video-guida multimediale su tablet» per il Museo di Palazzo Vecchio. I funzionari del Comune individuano due possibili strade per gestire la gara, la prima attraverso i propri uffici e la seconda, «che appare di più facile e veloce attuazione», attraverso l'associazione Museo dei ragazzi, presieduta dall'ex dipendente della Florence Multimedia Matteo Spanò. L'Associazione invece di indire una gara con bando, chiede un preventivo a cinque società, possibilità prevista dalla legge.

A inizio 2012 vince la C&T Crossmedia controllata al 51 per cento dalla D&C di Marco Carrai e Federico Dalgas. Carrai, dal 2013 presidente anche di C&T Crossmedia, sostiene che l'affidamento fu perfettamente regolare. È certamente vero. Va sottolineato, però, che recentemente il ministero dei Beni e delle attività culturali ha deciso di indicare come prassi per la concessione di servizi museali la gara con bando a discapito della procedura con richiesta di preventivi, considerandola poco rispettosa della concorrenza. A maggior ragione se a vincere è la società controllata dall'«amico da anni» e affittacamere del committente.

MATTEO RENZI NEL CANDIDATO SINDACO A FIRENZE


"SU DI ME FALSITÀ - L'HO OSPITATO PER AMICIZIA" (Lettera di Marco Carrai pubblicata da ‘Libero Quotidiano')

Egregio direttore, tra le numerose informazioni imprecise e inveritiere degli articoli di Giacomo Amadori di martedì e ieri, trovo scritto (martedì) che C&T Crossmedia avrebbe ottenuto nel 2013 una fornitura dai musei fiorentini «senza bando pubblico», cioè in sostanza senza passare da una gara. La notizia è stata ripetuta ieri, con un titolo che induce il lettore a credere che gli appalti li ottenesse addirittura direttamente Carrai (altra falsità), con l'aggiunta che la fornitura sarebbe stata aggiudicata «senza evidenza pubblica». Trattasi di informazione falsa.

L'associazione Museo dei Ragazzi, incaricata di seguire il servizio di audiovideoguida multimediale del museo di Palazzo Vecchio, ha ufficialmente eseguito un'indagine di mercato e individuato 5 aziende alle quali è stato richiesto di presentare un'offerta. Tra esse, Crossmedia (società nella quale non avevo alcuna carica e a cui non partecipavo neppure direttamente) è stata ritenuta, nel gennaio 2012 e non nel 2013, la migliore.

Sono state pertanto seguite le procedure del Codice dei Contratti Pubblici per l'affidamento di servizi di quel valore. Quanto all'affitto di Via Alfani, a me intestato e regolarmente registrato, l'ospitalità che ho dato a Matteo Renzi, amico da anni, gli ha consentito di mantenere appoggio e residenza a Firenze durante la sua funzione di Sindaco.

Sul contenuto e il modo in cui queste e altre informazioni (o piuttosto disinformazioni) sono state presentate negli articoli in questione, mi riservo di tutelarmi nei modi che riterrò opportuni.

Marco Carrai

LEI HA INCARICHI PUBBLICI - DEVE CHIARIRE (Maurizio Belpietro per ‘Libero Quotidiano')

Gentile Signor Carrai, la ringrazio per la sua cortese lettera. Da giorni il nostro Giacomo Amadori cercava di venire a capo della strana storia dell'appartamento in cui per qualche anno ha risieduto il presidente del Consiglio quando era sindaco di Firenze. Purtroppo senza successo, perché né lei né altri, nonostante le numerose telefonate, avevate trovato il tempo di rispondere alle sue domande. Adesso, grazie alla sua lettera, uno dei misteri che aleggiava intorno alla faccenda è chiarito: l'affitto dell'abitazione di via Alfani non era pagato da Matteo Renzi, che pure vi aveva trasferito la residenza, ma da lei.

Nella lettera lei scrive: gli ho dato ospitalità, essendo l'ex sindaco del capoluogo toscano un mio amico da anni. Tutto chiarito dunque? Sì e no. È chiaro che a pagare era lei, ma non è chiaro perché lei abbia voluto affittare un appartamento per poi darlo a titolo gratuito a un suo amico. Quella casa non era la sua residenza ufficiale, né i vicini l'hanno mai vista lì. Né vi ha risieduto quando Renzi ha deciso di lasciare l'alloggio (e di spostare la residenza solo dopo che qualcuno cominciò a far domande riguardo al fatto che aveva lasciato Pontassieve per Firenze). Dunque perché ha affittato l'appartamento? Un gesto di generosità nei confronti di un amico? Ma lei oltre ad essere un uomo molto vicino a Renzi è anche un uomo d'affari, un manager. O meglio: lo è da qualche anno, dopo aver lasciato la politica attiva.

Secondo quanto ha scritto mesi fa l'Espresso, «da quando nel 2009 l'amico Matteo è diventato sindaco non si è più fermato», divenendo amministratore delegato di Firenze Parcheggi, una partecipata del Comune guidato dallo stesso Renzi; membro dell'ente Cassa di Risparmio di Firenze; presidente dell'Aeroporto di Firenze e azionista di una società con Paolo Fresco che si occupa di un progetto immobiliare con appartamenti, resort e beauty farm a Greve in Chianti.

Perché un uomo d'affari, oltre che manager di una società partecipata dal comune di Firenze, pagava l'affitto di un appartamento dato in uso al sindaco di Firenze? A lei sembra una cosa ordinaria che un imprenditore, per quanto amico, si faccia carico del canone di locazione di una persona che ricopre incarichi pubblici? E per di più lo faccia mentre è presidente di una società partecipata dall'ente locale che è guidato dalla stessa persona che usufruisce dell'alloggio?

Non lo diciamo per malizia, ma ricordando che negli anni scorsi altri uomini con incarichi pubblici hanno passato dei guai per vicende legate ad affitti e appartamenti, ci farebbe piacere che lei fugasse ogni ombra, chiarendo che la storia della casa di via Alfani è limpida come l'acqua dell'Arno. Del resto anche ieri il presidente del Consiglio ha tenuto a rimarcare la necessità di essere trasparenti, annunciando che metterà on line ogni spesa della pubblica amministrazione. È chiedere troppo che analoga trasparenza venga adottata per una storia di case, affitti e amici molto stretti, rendendo pubblico il contratto di quell'alloggio e chiarendo i motivi di quella residenza? Attendiamo risposta.

Maurizio Belpietro

(Credits: riprendiamo l'articolo da Dagospia, che ha ripreso materiale dell'inchiesta di Giacomo Amadori per "Libero Quotidiano". Ringraziamo Maria per la segnalazione dell'articolo di Dagospia).

Caro Renzi, ci associamo, nel nostro piccolo, alle richieste di chiarimenti che le sono pervenute, anche se ci riteniamo lontani mille miglia sia da Dagospia che da Libero. Ma sa com'è... ricorda la storia della "moglie di Cesare", che non deve solo "essere", ma anche "sembrare" immacolata? La preghiamo, nom ci deluda. E non ci risponda con un tweet. Credo che la spiegazione dovrebbe essere alquanto più lunga delle 140 battute di rito. Grazie

Tafanus


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