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Mare al mattino - Margaret Mazzantini

Creato il 24 novembre 2011 da La Stamberga Dei Lettori
Mare al mattino - Margaret MazzantiniI Contenuti
Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre piú veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l’impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno – che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola.
La Recensione
Con questo lungo racconto riscopro la Mazzantini che ho amato. Torna la fortunata formula di Venuto al mondo: un paese straziato dalla guerra, il rapporto madre-figlio, il tema del viaggio, della nostalgia "che diventa catrame": la stessa intensità miracolosamente riprodotta in sole 120 pagine. La verità è che c'è di più, molto di più di quanto lasci credere questa formula fortunata.
Un racconto, tante storie: dalla Sicilia di Vito e Angelina alla Libia di Farid e Jamila, e in mezzo il mare, nero come il cuore dell'Africa, come l'olio che scatena guerre, i "ragni inchiostrati" dei capelli di Gheddafi. In un feroce gioco di specchi, la Mazzantini mette in scena una guerra tra poveri, tra i vinti di ieri e quelli di oggi: gli italiani sgraditi al Fascismo confinati in Libia, gli arabi sfrattati dal colonialismo che della Libia ne aveva fatto la Quarta Sponda, i tripolini scacciati da Gheddafi negli anni Settanta, i profughi d'un intero continente usati come valore di scambio, moneta degli accordi con l'Italia di Berlusconi e poi arma di un rais in fuga dalla sua gente.
E' un racconto che sembra scritto di getto, fosse solo per la collocazione temporale, con la chiusa che testimonia il "delitto d'Ottobre", la morte del rais. Un flusso continuo, in un procedere narrativo che non conosce dialoghi, non conosce azione, ma solo un susseguirsi di pensieri e sensazioni; lo stile denso, vischioso e profumato come la cera d'api. Molto pathos, ben poco pietismo: una narrazione che va avanti per immagini giustapposte, mentre il narratore scompare.
Interamente giocato sulla terra di confine, sul tema del viaggio, della nostalgia, sul vivere al margine, che sia la sponda di Lampedusa o quella di Tripoli, protagonista occulto del racconto è però il mare, calderone irriducibile del senso di tutta un'esistenza: portatore di vita e di morte, il mare azzurro della Sicilia sudorientale e quello nero che accoglie nel suo freddo ventre i barconi alla deriva. Il mare che Farid sogna, dipingendolo dei colori del deserto. Ognuno ha il suo specifico e personale approccio al mare, come alla vita. Vito si lascia travolgere dalle onde, gli occhi feriti, trovandovi rifugio; Angelina, sua madre, si bagna appena, gli occhi un muro emotivo, si lascia solo sfiorare dal mare che la separa dal passato.
A leggere questo racconto anche voi vi ritroverete a guardare il mare come lo guardano gli arabi: "sanguinando già".

Giudizio:+5stelle+
Articolo di Tancredi
Dettagli del libro
  • Titolo: Mare al mattino
  • Autore: Margaret Mazzantini
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • Collana: L'arcipelago
  • ISBN-13: 9788806211134
  • Pagine: 127
  • Formato - Prezzo: Brossura - 12,00 Euro
Mare al mattino - Margaret Mazzantini

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