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Margherita Dolcevita e il decoupage (una nuova consapevolezza)

Creato il 13 luglio 2011 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

Se prima di ieri sapevo che non sarei mai diventata Gualtiero Marchesi, da oggi so anche che non diventerò mai Raffaello, Giorgione, Klimt e Dalì. Ecco, in quest’ottica il mio primo (e ultimo) esperimento di decoupage assume una valenza molto più complessa, si colora di sfaccettature inedite.

Ma perchè mi sono voluta lanciare in quest’impresa? Beh, sono una fan agguerrita di “Paint your life” e odio con tutta me stessa la conduttrice, è troppo perfetta, fa sembrare tutto facile, non sporca mai e ogni cosa che fa è esemplare, inappuntabile dal punto di vista della precisione e delle misure (lasciamo perdere poi lo stile perchè fa di quelle pacchianate inaudite). E poi ho sempre trovato affascinante poter dire “Sì, questo l’ho fatto io”. E’ dall’asilo che non lo dico (e quello che facevo all’asilo, a dire il vero, era molto meglio del risultato ottenuto oggi). Ho immediatamente escluso la pittura, sapevo già di essere negata, lo sapevo dalle medie quando la mia professoressa (pace all’anima sua) di educazione artistica in 3 anni appese solo due dei miei disegni: un faraone disegnato seguendo le linee geometriche e un altro decoro geometrico, entrambi in bianco e nero. Però il decoupage la vedevo una cosa alla mia portata: ritagliare, incollare, dare alcune mani di vernice, insomma un po’ più semplice dell’ikebana ecco.

Mi sbagliavo. Non che sia difficile. Però bisogna avere due cose di cui io sono sprovvista: gusto e manualità. Io sono uno schiaffo al pollice opponibile ottenuto durante millenni di evoluzione umana. Riguardo al gusto, beh, onestamente io credevo di averlo. Un gusto mio certo, colorato, variopinto, sciasus come si dice dalle mie parti, però a me piace così. Invece non solo ho creato un oggetto tecnicamente fallimentare, ma l’ho anche decorato in modo atroce.

Io già immaginavo di creare oggettini carini, addirittura pensavo di fare delle scatoline da regalare a Natale; sì certo, se regalo una mia creazione, prima ci vomitano dentro e poi me la tirano dietro. Avevo anche fantasticato su un mio personalissimo mercatino, in cui vendevo tutte le mie cose decorate con su delle opere d’arte famose.

Colgo l’occasione per ringraziare l’amica zeneize, che c’ha provato a spiegarmi le cose, ad incoraggiarmi, ma non è bastato. Lei sì che è brava.

Ps. le farfalle sono disegnate da Escher, spero che mi perdoni.

Margherita Dolcevita e il decoupage (una nuova consapevolezza)

Come ho scritto su FB

Sembra una di quelle cose che rimangono nei negozietti indiani dopo i saldi “tutto a 99cent”

Mah.

Sono molto demoralizzata. Forse l’arancione è stata una scelta azzardata. Vorrei buttarla in caciara, fare dell’autoironia serenamente, ma non ci riesco. E’ proprio brutta. E per farla ho speso anche più di 20€. Con tutta la roba chimica che c’è sopra non le posso nemmeno dar fuoco: sprigionerebbe talmente tanti fumi tossici che in confronto l’ENI di Via Brennero è una fabbrica di caramelle gommose.



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