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Maria Montessori

Da Elena
Maria Montessori “l’abbiamo vista sui francobolli, sulle monete da duecento e sui biglietti da mille ai tempi della lira. Come una gloria nazionale, un “santino” di interesse puramente storico. Un modello superato, si sente dire tuttora, a fronte di una scuola che programma, addestra, impartisce compiti, riempie a iosa e velocemente i tempi degli allievi di ogni età, sprona di continuo alla competizione e obbliga a socializzazioni forzate mentre svaluta l’individuo” Così Grazia Honegger Fresco comincia la prefazione del libro Maria Montessori, una storia attuale, un racconto della vita e delle teorie della miglior pedagogista di tutti i tempi che non ha mai avuto eguali nemmeno per quanto riguarda i pedagogisti di sesso maschile.
Si dice che Maria Montessori (Chiaravalle, 1870 – Noordwyk, 1952) sia stata la prima donna italiana a laurearsi in medicina, ma la Honegger scrive che secondo una minuziosa ricerca di Giovanna Ravelli la prima donna a laurearsi in medicina dopo l’unità d’Italia fu Ernestina Paper nel 1877 a Firenze, seguita da Maria Farnè a Torino nel 1878, da Edvige Benigni a Roma nel 1890 e da Marcellina Corio Viola nel 1894 sempre a Roma.
VitaLe notizie sull’infanzia della Montessori sono scarse. Sappiamo che era molto vivace e curiosa. A quattordici anni andò in una scuola secondaria maschile tecnica, dove studiava la matematica per poi iscriversi a medicina. Nel frattempo studiava anche pediatria, materia che sarebbe diventata una delle migliori soddisfazioni assieme a igiene e psichiatria. Nel 1895 ottenne il posto di “aggiunto in medicina” ed entrò nella Società Lancisiana riservata ad alcuni professori e dottori degli ospedali di Roma.Dopo numerose esperienze, tra cui quella importante nel manicomio dell’ospedale Santa Maria della Pietà a Monte Mario (RM),si laureò e successivamente collaborò prima con la Clinica Psichiatrica con de Sanctis, poi con l’istituto medico-pedagogico (che era stato affiancato al manicomio) con Montesano (Primario nel Manicomio di Santa Maria della Pietà, con cui Maria Montessori avrà un sodalizio sia professionale sia affettivo). Tra il 1897 e il 1899 Maria Montessori partecipò con Montesano (con cui aveva anche un rapporto affettivo) alla Lega nazionale per la protezione dei fanciulli deficienti fondata da Bonfigli con lo scopo di diffondere sul territorio istituti medico-pedagogici e classi per bambini meno gravi. E’ stata anche l’organizzatrice e la protagonista delle varie conferenze della Lega che si tennero su tutto il territorio nazionale.Contribuì ai primi movimenti di emancipazione femminile entrando a far parte nel 1896 dell’associazione Per la Donna e si fece molto apprezzare dalle socie così che sempre nello stesso anno le chiesero di partecipare al Congresso femminile di Berlino. Il suo intervento passò alla storia: parlò prima dell’analfabetismo italiano e sull’impegno di molte associazioni femminili dell’epoca per cercare di ridurlo, in seguito denunciò la disparità tra donna e uomo nel contesto lavorativo. I giornali italiani la idolatrarono.
Partecipò anche al successivo Congresso femminista che si tenne a Londra nel 1899.
Nel 1898 a Torino partecipò al I°Congresso pedagogico nazionale.
Lo studio delle opere di Itard e Séguin sull’educazione dei bambini handicappati la portò ad interessarsi allo studio dell’educazione attraverso un metodo scientifico che le permise di perfezionare le sue teorie e di raggiungere ottimi risultati sul campo.Maria Montessori
Nel 1900, visti i grandi risultati della Montessori, la Lega aprì a Roma una “Scuola magistrale ortofrenica” di cui Maria divenne direttrice e insegnate dei futuri maestri. Nel 1907 vi istituì la prima Casa dei Bambini in cui mise in pratica, questa volta con bambini normali di bassa estrazione sociale, le sue teorie sull’infanzia. L’esperimento ebbeun enorme successo che fu riportato nell’opera montessoriana denominata Il metodo della pedagogia scientifica applicata all’educazione infantile delle case dei bambini.
E’ importantissimo evidenziare come la Montessori divenne un simbolo per la pedagogia anche a livello internazionale, tanto che Anne E. George, nota pedagogista americana, dopo aver visitato varie Case dei Bambini ne aprì una nel 1912 negli Stati Uniti (Children’s House a Terrytown, New York) e tradusse il Metodo in lingua inglese. Il Metodo fu accolto in tutto il mondo. Quando nel 1913 andò negli Stati Uniti per parlare delle sue teorie educative, il New York Tribune la presentò come la donna più interessante d’Europa.
Nacque successivamente il Movimento Montessoriano e nel 1924 l’Opera nazionale Montessori.
I rapporti col fascismo non furono subito turbolenti, anzi, Mussolini per dare prestigio al paese e soprattutto al suo governo, appoggiò inizialmente il metodo di Maria Montessori per risolvere il problema dell’analfabetismo con le Case dei Bambini. In seguito però, soprattutto dopo la pubblicazione di alcune opere come La pace e l’educazionee a seguito di convegni tenuti all’estero, la Montessori ebbe molti contrasti con il regime: in particolare il direttore generale per il settore educativo Giuseppe Lombardo Radice l’accusò di aver rubato le teorie alle sorelle Agazzi che lui riteneva le fondatrici di un vero metodo educativo “italiano”. A seguito di queste critiche se ne aggiunsero altre del tipo: “"abile ammaliatrice", "affarista", dalle quali cominciarono a deteriorarsi i rapporti con le istituzioni,causando la chiusura della Scuola Magistrale Montessori. Anche il dittatore Adolf Hitler nel 1934 fece chiudere in Germania e Austria le scuole Montessori.
La dottoressa si trasferì all’estero dove diffuse la propria teoria educativa. Durante la Seconda Guerra andò anche in India. Nel 1946 tornò in Italia e riaprì l’Opera Montessori, continuando il percorso che aveva interrotto una decina di anni prima. Morì a Noordwyk nel 1952.
Nei prossimi interventi:
Maria Montessori: Il Metodo
Maria Montessori: Educazione alla pace
Fonti:
Grazia Honegger Fresco, Maria Montessori, una storia attuale– edizioni L’Ancora - 2008
Ugo Avalle e Michele Maranzana, Pensare ed Educare – Terzo Volume – Paravia Bruno Mondadori Editore - 2005

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