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Marina e Ulay

Creato il 02 maggio 2013 da Stanza51 @massimo1963
Marina e Ulay Da un po' di tempo ho in mente di scrivere un post sull'amore ma ogni volta che mi accingo a farlo mi arrendo alla forza del pudore e cancello tutto. I sentimenti trascendono le parole, trascendono addirittura se stessi, tutto sommato sono "altro da sé".  "Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo. Se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova. L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità, tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non viene mai meno." Il passo sopra citato è contenuto nella Bibbia e rappresenta forse uno dei più bei tentativi di definizione dell'amore. Eppure, come avrete notato, si preferisce dire cosa l'amore non è. L'amore resta nascosto nell'alveo della sua perfetta inenarrabilità, autentico noumeno senza apparente fenomeno. Quando Marina Abramovic ed Ulay si furono resi conto che il loro amore era ormai giunto al termine, decisero di porre fine alla loro lunga storia incontrandosi a metà strada della grande muraglia cinese. Camminarono per mesi e mesi, l'uno verso l'altro, Marina partendo dal Mar Giallo ed Ulay dal deserto del Gobi, percorrendo circa 2.500 chilometri a testa. Quando finalmente si furono incontrati, si salutarono per l'ultima volta, si separarono  e ripresero i rispettivi cammini.  Era il 1988.  Dal marzo al maggio 2010 Marina rimase seduta tutti i giorni all'interno del MOMA a disposizione di tutti coloro che avessero voluto sedersi di fronte a lei al solo scopo  di guardarsi reciprocamente  negli occhi senza parlare. THE ARTIST IS PRESENT fu il titolo di questa performance estrema. Il giorno dell'inaugurazione fu caratterizzato dall'arrivo a sorpresa di Ulay, il quale, dopo aver atteso diligentemente il suo turno, andò a sedersi difronte a Marina.  Cosa significano questi due eventi, se mai significano qualcosa? Un tentativo teatrale di definire l'amore o un semplice e soggettivo atto d'amore come tanti? I silenzi di Marina ed Ulay e la commozione inspiegabile e muta che invase la sala del MOMA furono forse il tributo all'inenarrabilita dell'amore. "L'amore non si dice", dice qualcuno. L'amore si fa, aggiungo io. Se poi lo si fa in pubblico, resta un atto d amore, non una sua definizione/rappresentazione.  La grandezza dell'artista slava sta proprio nell'aver proposto al suo pubblico e a se stessa queste domande e nell'aver dato una risposta definitiva e tombale agli antichi quesiti. 

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